Trash Sailors è uno di quei titoli di cui non si sa mai cosa pensare, finché non ci si mette effettivamente mano. Parliamo infatti di un gioco che sembra proporre un concept interessante, ma di cui è difficilissimo farsi un’idea precisa fino alla prova sul campo. Il gioco vanta infatti un gameplay originale, persino in grado di sorprendere, ma minato da mancanze non trascurabili. Ma andiamo con ordine.
Un futuro post apocalittico
Nonostante l’apparenza cartoonesca e divertente, Trash Sailors ci proietta in un futuro distopico decisamente apocalittico: gli esseri umani hanno continuato a inquinare i mari per anni, buttando negli oceani rifiuti di ogni tipo. Questo ha portato alla creazione di tsunami immensi, fatti di acqua e rifiuti, che hanno invaso le città del mondo e distrutto tutto. I sopravvissuti sembrano quindi ricorrere a navi o zattere di fortuna, in modo da spostarsi tra i vari luoghi ormai allagati.
Nel corso dei livelli, infatti, capita spesso di vedere edifici semi sommersi come ostacoli, o foreste che però sono ormai del tutto allagate. Allo stesso modo, le risorse da raccogliere sono rifiuti veri e propri. Nonostante non si prenda mai sul serio, quindi, Trash Sailors ci butta in un futuro distopico, dove ormai la zattera diventa l’unica isola di salvezza.
In ogni caso, siamo di fronte solo a una semplice contestualizzazione narrativa, che dopo il primo breve video introduttivo non diventa mai rilevante in alcun modo.
Trash Sailors: così tanto da fare, così poco tempo!
Trash Sailors punta praticamente tutto sul gameplay, che sembra essere pensato soprattutto per essere giocato in compagnia, soprattutto in tre o quattro giocatori. Il titolo sembra infatti prendere dal filone di party games come Overcooked, dove bisogna gestire un certo numero di risorse in uno spazio limitato, riuscendo a destreggiarsi tra vari compiti contemporaneamente.
Di base, ogni livello di Trash Sailors ci vede andare da un punto A a un punto B, proseguendo sempre dritti, in un immenso corridoio larghissimo. Questo scenario, però, è anche pieno di ostacoli e minacce di ogni tipo, che vanno da semplici edifici su cui ci si può schiantare, ai coccodrilli, passando per pirati che assaltano la zattera urlando pernacchie (Eh già!).
A tutto questo si aggiungono le meccaniche di gestione della zattera stessa. Questa è infatti composta da diversi riquadri, i quali vengono distrutti ogni volta che si subiscono danni di vario tipo. Schiantarsi contro un ostacolo, farsi prendere da un coccodrillo o altri pericoli possono distruggere veri e propri pezzi di zattera, che vanno poi ricostruiti utilizzando delle risorse. Proprio per la raccolta di queste ultime entra in gioco l’altra meccanica fondamentale di Trash Sailors.
In ogni partita, infatti, la nostra zattera continua a muoversi in avanti senza mai fermarsi. Sparsi per il livello, però, ci sono diversi rifiuti, che possono essere raccolti al volo lanciando un rampino. Non basta raccogliere qualsiasi rifiuto però: il nostro robot al centro della zattera ci indica degli oggetti specifici che, una volta raccolti, vengono convertiti in risorse. Queste, poi, sono universali e vanno utilizzate praticamente per tutto: diventano carburante per il motore, materiale per le riparazioni e così via.
Già qui troviamo un piccolo difetto: può capitare di finire il carburante e fermarsi in mezzo al nulla, senza nessun rifiuto intorno, rendendo di fatto impossibile finire il livello. Inoltre, tutte le attività da svolgere sulla zattera si attivano con lo stesso pulsante: raccogliere rifiuti, usare il rampino, interagire con l’aiutante, salire sull’albero per accendere il faro e persino prendere il timone, sono tutte interazioni affidate a un solo tasto. Capita quindi spessissimo di trovarsi in situazioni con varie interazioni vicine, che risultano inevitabilmente nella frustrazione di non riuscire a fare ciò che si vuole.
A questo si aggiungono dei controlli decisamente scomodi, che spesso e volentieri diventano il nemico principale di tutte le partite. Chiude il cerchio un gameplay che, pur partendo da ottime basi, diventa ben presto ripetitivo, soprattutto se giocato da soli. Le piccole magagne tecniche, poi, possono creare dei momenti decisamente frustranti: per esempio, urtare un ostacolo fa rimbalzare la zattera indietro ma, nel caso di cluster di ostacoli vicini, capita di rimbalzare tra i vari edifici, senza poter fare nulla.
In sintesi, Trash Sailors è un titolo che dà il meglio giocato in compagnia, visto il grande numero di attività che bisogna svolgere contemporaneamente per sopravvivere. In ogni partita, bisogna infatti direzionare la zattera, raccogliere rifiuti da tramutare in risorse, gestire i vari attacchi alla nave e riparare gli eventuali danni. Tutto questo crea le classiche situazioni in cui ci si urla ordini a vicenda, cercando di risolvere una situazione in cui stanno succedendo troppe cose tutte insieme.
Giocato con degli amici, quindi, tutto questo risulta divertente, nonostante la ripetitività generale della formula, e in questi casi persino i controlli imprecisi possono diventare un motivo per ridere insieme. In solitaria, però, Trash Sailors resta solo un gioco ripetitivo, minato da difetti tecnici fin troppo evidenti.
Bello ma non bellissimo
Il comparto tecnico di Trash Sailors non è male. Abbiamo infatti degli sprite dettagliati, uniti a degli scenari che sfruttano molto bene la grafica bidimensionale. A questo, però, fanno da contraltare delle animazioni grossolane e poco sviluppate.
Il comparto estetico è invece ottimo, grazie al particolare stile cartoon, che rende ogni scenario sempre molto bello da vedere e dona a Trash Sailors un’identità tutta sua.
Infine, il comparto sonoro di Trash Sailors si limita a fare il suo dovere, con effetti sonori limitati e musiche che accompagnano i vari momenti.