Trek to Yomi, l’ultimo titolo di Devolver Digital la cui uscita è prevista per il 2022, ha colpito fin dal suo primo annuncio per uno stile grafico unico, ispirato al cinema giapponese in bianco e nero in stile Kurosawa.
L’ultimo State of Play di qualche giorno fa, inoltre, ci aveva mostrato un corposo story trailer, che aveva reso il titolo ancora più interessante. Abbiamo finalmente provato la beta di Trek to Yomi, e siamo pronti per condividere con te le nostre impressioni.
Un’immersione totale nel mondo nipponico…
L’elemento che colpisce di più di Trek to Yomi è sicuramente la cura posta nel world-building e nelle atmosfere di gioco. Il titolo segue infatti le vicende di Hiroki, un giovane samurai che dovrà affrontare spietati briganti e soldati che hanno raso al suolo il suo villaggio e ucciso il suo sensei.
L’ambientazione è quella del Giappone medievale, con samurai, katane, minka (le tradizionali case giapponesi) e antichi templi religiosi. Il doppiaggio risalta subito all’orecchio, con doppiatori madrelingua che si esprimono in giapponese antico con una profondissima emotività.
L’elemento che forse caratterizza maggiormente Trek to Yomi è lo stile grafico: Devolver Digital ha infatti scelto di mantenere per tutto il gioco una grafica in bianco e nero con transizioni “sporche”, che richiamano il cambio di pellicola nel cinema della prima metà del Novecento. L’omaggio ad Akira Kurosawa, il celebre regista giapponese, non potrebbe essere più chiaro.
L’immersività di gioco è quindi totale, arricchita anche da musiche realizzate con strumenti tipicamente nipponici: flauti e archi riproducono delle melodie estremamente evocative, capaci di rendere sempre più verosimile il mondo in cui si muove Hiroki. A tutto questo contribuisce persino il menu di gioco, le cui voci sono presentate in kanji (l’alfabeto a ideogrammi giapponese) con una piccola traduzione a lato.
Menzione d’onore spetta anche ai collezionabili di gioco, rappresentati in maniera estremamente accurata: essi sono tutti oggetti appartenenti all’antico medioevo nipponico, tra cui spiccano le stampe antiche in cui vengono rappresentate le divinità. Ogni oggetto è accompagnato da una cospicua descrizione che approfondisce elementi di cultura e folklore del mondo giapponese antico.
…con qualche piccola imperfezione
Per quanto immersivo, il world-building di Trek to Yomi non è esente da alcuni piccoli difetti.
A fronte delle spettacolari soundtrack, alcuni elementi di sound design in-game non sono abbastanza curati; per esempio, quando Hiroki cammina sui pavimenti di legno o sui terreni fangosi il suono prodotto dai suoi passi è quasi “graffiato”, fastidioso per il giocatore (specialmente se giocato con le cuffie).
A tratti alcuni suoni alzano improvvisamente la propria soglia, prevaricando persino i dialoghi tra i personaggi e le musiche di sottofondo; quest’ultima dinamica è sicuramente fastidiosa, dal momento che va a diminuire l’immersività di gioco (soprattutto nei momenti più interessanti).
Un altro elemento che influisce sicuramente (in negativo) sull’esperienza di gioco è la mancanza di fisicità di Aiko, la bambina che accompagna Hiroki nella prima sequenza di gioco (e che successivamente diventerà sua moglie). Il giocatore, infatti, può letteralmente passare attraverso la ragazzina, come se il suo personaggio non fosse presente fisicamente in gioco.
Quest’ultimo problema è qualcosa di cui Devolver Digital dovrà tenere assolutamente conto: per quanto sia un personaggio secondario, Aiko accompagna Hiroki per tutto l’inizio della storia, che è quella che ci introduce nel cuore della trama e del gameplay. In questo senso, sarebbe meno grave se una cosa del genere capitasse con un PNG casuale del villaggio.
Parlando di PNG, le loro voci sono realizzate con un doppiaggio ben curato e si inseriscono coerentemente nel mondo di gioco, anche se si ha l’impressione che le loro animazioni siano leggermente affrettate e ripetitive.
Il gameplay di Trek to Yomi è promettente ma non troppo chiaro
Oltre al world-building, in Trek to Yomi è il gameplay che risalta: gli scenari in 2D costringono infatti il giocatore a combattere effettuando combo davanti a sé o alle proprie spalle, ma nonostante questo il combat system è estremamente divertente e variegato.
Le combo possibili sono infatti moltissime: attacchi leggeri, pesanti, rotanti o stordenti permettono infatti di scegliere un approccio sempre diverso, e le diverse tipologie di nemici costringono il giocatore a ragionare bene su quale tipo di attacco effettuare. I movimenti di katana di Hiroki sono precisi e ben calibrati, così come i nemici rispondono (anche in difficoltà normale) con attacchi altrettanti pericolosi.
Le sequenze di combattimento sono quindi molto dinamiche: il giocatore potrà ad esempio girarsi di scatto effettuando un attacco rotante per falciare i nemici alle spalle, ma allo stesso tempo dovrà stare attento a girarsi nuovamente per non subire attacchi alle spalle (che chiaramente causano più danno). Inoltre, è possibile stordire i nemici con attacchi potenti per effettuare un’esecuzione, che generalmente consiste nel tagliare di netto la testa dell’avversario.
Trek to Yomi è infatti un gioco molto crudo, in cui il sangue sgorga a fiumi dalle ferite e in cui i civili gridano disperati mentre vengono perseguitati dai banditi.
Tuttavia, per quanto coinvolgente, il gameplay di Trek to Yomi presenta ancora qualche imperfezione non di poco conto, come il sistema di parata. Quest’ultima è fondamentale per non subire i danni e respingere gli attacchi dei nemici; tuttavia, essa viene a tratti effettuata in ritardo per via di un fastidioso input lag, e il giocatore non riesce a cogliere l’esatto istante necessario per sferrare un contrattacco.
In maniera simile, alcuni attacchi (sia di Hiroki che dei nemici) appaiono abbastanza legnosi, a tal punto da fare perdere la fluidità dell’animazione nel suo complesso e, di conseguenza, a rendere più difficile il combattimento per il giocatore. Avendo scelto un gameplay così preciso e critico, Devolver Digital deve considerare che ogni singolo movimento è cruciale per l’esito degli scontri.
Il paragone con Ghost of Tsushima è quasi immediato: tralasciando tutti gli altri elementi affini (il giappone medievale, il “filtro Kurosawa”, la storia di un samurai alla ricerca del proprio onore), Trek to Yomi sembra ambire a ripetere la fluidità e il dinamismo della katana di Jin Sakai, ma a tratti la qualità si abbassa drasticamente per via di alcuni problemi tecnici.
Per rendere il gameplay ancora più godibile Devolver Digital dovrà insomma sistemare alcune imperfezioni; nonostante questo, Trek to Yomi rimane un titolo assolutamente promettente ed estremamente immersivo. La software house statunitense è da elogiare per la grande cura artistica che è stata posta dietro a questo nuovo gioco, che noi aspettiamo con trepidante attesa.