Sviluppato da Trepang Studios e pubblicato in sinergia con Team17, Trepang2 è uno sparatutto in prima persona frenetico e caciarone, veloce e rumoroso nonché fusione di Crysis (qui puoi trovare la nostra recensione della remastered) e F.E.A.R. con una spruzzata prepotente di DOOM. Noi abbiamo fatto stragi su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione! Pronto a conoscere l’esperimento 106?
Trepang2 e i super soldati
Trepang2 non brilla per identità e originalità, entrambe condizionate dal fatto che il titolo si ispira palesemente ad altre opere, provando a recuperarne frammenti e incollandoli tra loro in modo non sempre ben riuscito. Il risultato finale, lo diciamo subito, è un mosaico che riesce a trovare un senso e anche a donare un discreto colpo di scena.
Ma procediamo con ordine. Trepang2 inizia con la nostra liberazione da una cella rintanata nelle profondità di una struttura speciale. Una sorta di prigione super fortificata. Chi siamo noi? Noi siamo l’esperimento 106, un individuo la cui esistenza e scopo saranno man mano rivelati di capitolo in capitolo. Ti basti sapere che siamo dannatamente forti e abbiamo anche dei poteri.
Non sorprende quindi che già nelle prime fasi di gioco, il nemico ci mandi contro intere truppe di soldati super attrezzati e che questi sono destinati a esplodere in un tripudio di budella, cedendo alla nostra ira e faticando nel frenare la nostra liberazione. Ma chi ci ha liberato? Cosa vogliono da noi?
Parliamo prima di tutto del cattivone di turno, si tratta di una multinazionale di nome Horizon che sembra fare esperimenti illegali e fortemente discutibili, in più luoghi del mondo, sfruttando la povera gente e ideando campagna di marketing di dubbia morale. Quest’azienda, inoltre, come è facilmente intuibile, nasconde dei segreti e ha commesso ben più di un errore.
Basta dare un’occhiata ai documenti sparsi in giro per i livelli (faldoni, fogli, tablet o pc) e che fungono da unico collezionabile del titolo, per farsi un’idea chiara della crudeltà intrinseca di tale multinazionale. Tra l’altro, i suddetti documenti, sono praticamente essenziali per arricchire il mosaico narrativo di Trepang2. Si tratta di mail, rapporti, dichiarazioni, analisi scientifiche e chi più ne ha, più ne metta, che danno forma alla lore del titolo.
Un titolo che, lo ripetiamo, non brilla per originalità narrativa ma che prova a ritagliarsi un suo spazio viaggiando trasversalmente tra i generi, sempre sul filo dell’horror (strizzando costantemente l’occhio a F.E.A.R.) ma affacciandosi ora sulla trama militare, ora su quella apocalittica fino a sforare un thriller psicologico da decifrare. Questa varietà di situazioni e registri narrativi, ovviamente non omogenei, sono incollati e giustificati tra loro dai toni generali del titolo.
Non sarà un Duke Nukem (anche perché il protagonista non spiccica una parola), ma Trepang2 ogni tanto esplode in momenti caciaroni da B movie con tanto di splatter e sangue a litri. Senza contare il doppiaggio, volutamente esagerato e tragicomico. Ultimo cenno per i nemici di “punta”, una serie di individui che fungono da nostro bersaglio principale ma che, tolti quelli che sono veri e propri boss, finiscono col confondersi tra la carne da macello non ottenendo il giusto spazio e attenzione. Un peccato, considerando la caratterizzazione estetica di alcuni di questi.
Una strage senza pietà
Trepang2 è uno sparatutto in prima persona che non innova assolutamente niente ma risulta essere tremendamente divertente e solido. Il gunplay, infatti, è sorprendentemente efficace, preciso e appagante. Le bocche di fuoco, seppur non varie, regalano un feedback simil DOOM (con le doverose differenze, sia chiaro) con conseguenti risse a fuoco veloci, brutali e chiassose.
Se il fucile da cecchino è l’arma peggiore, dotata di uno zoom inutile e risultando anche ironicamente imprecisa oltre che scomoda, il fucile a pompa ci regala il devasto più totale. Un colpo ravvicinato sul nemico, infatti, gli può far esplodere le budella facendo schizzare sangue ovunque e, una volta impratichiti, possiamo realmente sfasciare interi team avversari in una sola, furiosa e folle corsa.
106, infatti, è dotato di una corsa con tanto di stamina a ricarica automatica che ci conferma la sua natura da super soldato. A questa si aggiunge una lunga e comoda scivolata con cui spiazzare i nemici superando anche le loro difese (non mancano i cattivoni armati di scudo). Ma non finisce qui, 106 ha ben due barre dell’energia: una vitale e una che indica gli scudi (come DOOM, uguale).
Entrambi, vita e scudo, possono essere ricaricati raccogliendo medi-kit e scudi/attrezzature nemiche. Eppure, quello che rende 106 un vero super soldato, sono i super poteri! E no, non ci riferiamo al fatto che può scagliare dei pugni che mandano al tappeto i poveri avversari, ma ai due poteri (che ricordano tremendamente Crysis) liberamente utilizzabili ed entrambi con ricarica automatica.
Il primo rallenta il tempo regalandoci un momento alla Matrix dove possiamo far volare proiettili con gran facilità e, allo stesso tempo, fuggire da una situazione scomoda alla ricerca di ripari sicuri. Il secondo potere è invece dedicato allo stealth. Si tratta dell’invisibilità momentanea! Sembra strano ma Trepang2 ha anche un’anima stealth che stona terribilmente con tutto il resto ma che può renderci la vita più facile se si è pazienti.
Una volta invisibile, infatti, potremo avvicinarci alle spalle dei nemici, afferrandoli e sfruttandoli da scudo. Oltre questo, potremo lanciarli, farli esplodere o ucciderli. Il nostro consiglio è di affrontare un’area in modalità stealth, cercando di liberare il campo da più nemici possibili prima di farsi scoprire. A quel punto, sfoderate le armi e riempite l’area di sangue.
Come avrai capito, a meccaniche ludiche ampiamente collaudate e abusate, risponde un gameplay immediato, solido e divertente. è difficile stancarsi di Trepang2, complice anche un sistema di missioni che, seppur di durata modeste, provano a variare costantemente passando da un centro militare con soldati super tecnologici a un edificio sperimentale con creature mostruose che vomitano acido.
A tal proposito, Trepang2 offre oltre alle missioni principali anche alcuni compiti opzionali. Tali missioni secondarie sono extra poco ispirati (salvo rare eccezioni) con cui potrai divertirti a fare ulteriori stragi ma che, a conti fatti, non influiscono nella narrazione del titolo o nel suo epilogo.
Da segnalare, inoltre, la possibilità di personalizzare l’estetica delle armi e, dopo aver trovati i rispettivi upgrade (delle valigie giallastre), anche quella di modificarle. Ogni modifica, però, ha sia i pro che i contro con cui dovrai fare i conti. Ovviamente, all’arsenale non mancano le granate da usare saggiamente (occhio a non farti esplodere).
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Trepang2 non sorprende granché. Se da lontano l’impatto generale è anche gradevole, da vicino si nota una povertà grafica abbastanza evidente, mascherata però da un ottimo gioco di luci. Nonostante ciò, la varietà di location è positiva senza contare che parliamo comunque di un titolo dal budget molto ridotto.
Le animazioni, in compenso, sono molto buone o comunque coerenti con il titolo stesso. Quanto avviene a schermo funziona e diverte, non sarai sorpreso per il dettaglio grafico e alcune stanze ti sembreranno dei banali copia e incolla eppure riempire quelle stesse sangue di budella e cadaveri, soprattutto se armato con due armi (ebbene sì, succederà) ti farà chiudere un occhio.
Il sonoro è discreto, nulla di eclatante ma neanche invadente o fastidioso. Buono il doppiaggio in lingua inglese che, nel suo essere esagerato, rende il tutto ancora più divertente e in parte “unico”. Contribuisce a dare identità a situazioni altrimenti già viste in molti altri titoli. Buoni gli effetti sonori, abbastanza standard.
Infine, da segnalare la gradita, e per niente scontata, presenza dei sottotitoli in lingua italiana, utili per comprendere al meglio i numerosi documenti sparsi in giro.