Treyarch, famosissima software house sussidiaria di Activion, recentemente è balzata agli onori di cronaca per delle pesanti accuse di episodi di sessismo perpetuati all’interno dei suoi posti di lavori.
L’inchiesta da cui questo evento mediatico è scaturito, condotta dal Wall Street Journal, si aggiunge ai numerosi episodi simili che hanno riguardato diverse aziende videoludiche.
Dan Bunting, uno dei capi della software house, si è dimesso a seguito delle accuse di molestie da parte di una dipendente e dopo questi eventi, le sviluppatrici hanno rilasciato una importante dichiarazione.
Le parole delle sviluppatrici di Treyarch
“Il nostro obiettivo come team è di creare giochi incredibili da offrire agli utenti. Avere il privilegio di giungere ai nostri obiettivi è reso possibile solo grazie al personale dell’azienda. Siamo una software house formata da professionisti intelligenti, talentuosi e da creativi di livello internazionale che cercano di realizzare i migliori prodotti possibili”
E ancora:
“Nella nostra cultura non vogliamo sessismo, razzismo, bigottismo, discriminazione o bullismo. Andremo avanti garantendo un ambiente lavorativo sicuro, diversificato e inclusivo, in modo che tutti possano svolgere il proprio lavoro al meglio. Tutti sono coinvolti nella creazione di videogiochi proprio perché amano i momenti magici che solo questi possono dare. Questo è un periodo importante per noi, e dobbiamo cominciare migliorandoci”.
Insomma, dopo lo scandalo, Treyarch sta cercando di ricomporsi, eliminando le mele marce e avviando una nuova fase della sua vita, impegnandosi attivamente nella creazione di una cultura aziendale sana e realmente inclusiva, capace di rompere i vecchi taboo e di superare questo tipo di problematiche.
L’anno del grande rinnovamento e svecchiamento del settore videoludico, in questo senso, sembra promettere davvero grandi miglioramenti e cambiamenti.
E noi non possiamo che augurarci che non accadano mai più episodi simili.