Trials Rising, ultimo arrivato della fortunata serie, è un titolo che porta avanti il gameplay classico dei suoi predecessori ma al tempo stesso compie qualche passo falso che lo rende un passo indietro all’interno del franchise di Trial.
Abbandonando l’ambientazione fantascientifica di Trials Fusion (uscito nel 2014) e i toni da commedia di Trials of The Blood Dragon (del 2016), Trials Rising dovrebbe costituire un ritorno alle origini con una campagna in giro per il mondo; i ragazzi di Ubisoft invece, sono stati ben contenti di inserire punti XP, casse premio e valuta in game, elementi che si distaccano di molto dal purismo originario della serie.
Trials and errors
Ad una prima occhiata, la formula classica di Trials è viva ed intatta in Trials Rising, con la consueta moltitudine di tracciati da padroneggiare, il multiplayer online qui di ritorno e la sempiterna modalità multigiocatore locale, in grado di offrire svariate modalità tra qui la difficilissima e al tempo stesso divertentissima modalità tandem, in cui i due giocatori verranno messi al comando della stessa moto.
La difficoltà del gioco è subito elevata, anche i tracciati a livello principiante offrono una bella sfida sia ai giocatori meno esperti, che ai veterani di Trials ai quali sarà comunque richiesta la massima attenzione per ottenere l’alloro della vittoria.
Se nei capitoli precedenti era necessario ottenere più vittorie possibili, in Trials Rising questo processo è stato revisionato in favore di un sistema collegato ai punti XP ed al livello raggiunto dal giocatore.
Si tratta di un sistema abbastanza cervellotico e poco pratico, dal momento che inizialmente gli XP, qui chiamati punti Fama, arrivano abbastanza velocemente consentendo una rapida progressione all’interno del gioco; ad un certo punto, più o meno in corrispondenza del livello 50, nonostante rimangano numerosi campionati da affrontare, il gioco chiude i rubinetti degli XP, costringendoci a macinare km virtuali su tracciati già completati al solo scopo di sbloccare quelli successivi.
Una scelta che rischia di compromettere la godibilità dell’intero gioco.
Se nella serie Trials finora i giocatori sono sempre stati incoraggiati a ripercorrere i tracciati per migliorare il proprio tempo; in Trials Rising invece siamo costretti a spremere ogni punto XP disponibile da ogni circuito.
Durante il gioco verremo messi sotto contratto da alcuni sponsor che ci metteranno a disposizione alcune sfide uniche, chiamate Contratti, che si svilupperanno su appositi tracciati e avranno degli obiettivi diversi dal semplice completamento della corsa: si va dal completamento del circuito senza cadere, al completamento entro un tempo limite o all’esecuzione di un certo numero di acrobazie.
Si tratta di piacevoli diversivi che incentivano, in questo caso si, a completare più volte una corsa nel tentativo di raggiungere gli obiettivi più disparati. Purtroppo, anche con gli sponsor aggiuntivi che derivano dall’acquisto di nuove moto, non ci sono contratti in numero sufficiente da evitare ore passate a ripetere sempre gli stessi tracciati.
Il gameplay
Trattandosi di un gioco in 2.5 dimensioni l’azione si svolge solo lungo le assi X ed Y, circostanza questa che non facilita affatto il compito del giocatore cui verrà sempre richiesta la massima attenzione al perfetto bilanciamento del pilota, che dovrà accompagnare la moto lungo il tracciato ed evitare le innumerevoli cadute. Del resto per il nostro povero pilota non andrà mai a finire bene; anche quando riusciremo, dopo avere citato tutti i santi del calendario in rigoroso ordine alfabetico, ad arrivare alla fine del tracciato, al nostro motociclista non rimane che saltare in aria, essere investito da un’ambulanza in retromarcia oppure finire mestamente dentro il bagno chimico di un cantiere.
Come nello sport da cui trae spunto il titolo, sarà necessario fare più prove (per l’appunto trials nella lingua d’Albione) per capire come meglio approcciare un dato passaggio della prova che stiamo affrontando e, sempre in conformità alla disciplina, affrontare le piste a tavoletta non solo non ci sarà utile, ma spesso è il modo più veloce per finire gambe all’aria e con un nuovo santo in elenco.
Andare online per qualche salto in compagnia nella modalità multigiocatore dovrebbe, teoricamente, spezzare la monotonia del gioco ma così non è (o almeno non fino in fondo).
Se nella modalità single player il giocatore compete contro i fantasmi dei tempi degli altri giocatori, in multiplayer è la stessa identica cosa, con la differenza che ci troveremo a competere contro gli stessi avversari in tempo reale.
Alla fin fine quindi ci troviamo con delle corse multigiocatore che sono strutturalmente identiche a quelle in single player, con gli amati/odiati XP che neppure in questo caso sono sufficienti a valerne la pena.
Insomma, qualunque sia il nostro approccio ed indipendentemente dal livello di divertimento che possiamo provare durante la partita non c’è modo di evitare questo continuo avanti e indietro tra i vari circuiti.
E’ difficile fare capire quanto questo sistema di progressione nel gioco sia zoppicante; semplicemente è inferiore e meno bilanciato di quanto non fosse in Trials Fusion.
Va anche detto che questo aspetto non è l’unico dei problemi che affligge Trials Rising, spesso dettati dalla voglia dei programmatori di confezionare un gioco dall’apparenza più moderna e trendy possibile.
Le casse premio ad esempio non compaiono per una ragione diversa dal fatto che al momento “si usa così” ed offrono ricompense di poco conto come gli adesivi, in quantità abbondante, per poi ridursi nel caso di nuovi capi d’abbigliamento per il nostro pilota e diminuire drasticamente per quanto riguarda le parti dei veicoli.
Quasi ad evitare alcune recenti polemiche queste casse non possono essere acquistate con soldi reali, ma esiste una valuta premium, questa si acquistabile tramite le famigerate microtransazioni; va detto che questa particolare moneta in game può essere guadagnata raccogliendo delle statuette di scoiattoli nascoste nei tracciati.
Sia le casse che la valuta premium sono del tutto inutili in Trials Rising, anzi per certi versi abbassano il livello del gameplay, sacrificandone una bella fetta sull’altare dei servizi aggiuntivi.
Se ci sono svariati modi per aggiornare una serie classica alle abitudini moderne, Trials Rising è un esempio di come questo non vada fatto; per il modo in cui questa componente è stata inserita nel gioco, sono propenso a ritenere che nemmeno i programmatori la volessero fino in fondo.
La migliore delle aggiunte a Trials Rising è senza dubbio l’Università dei Trial. Dato che il claim della serie è sempre stato “facile da imparare, difficile da padroneggiare”, viene ora offerta la possibilità di essere accompagnati prova dopo prova dal professor FatShady, già proprietario di un canale YouTube dedicato alla disciplina e che diventa ora esso stesso parte del canone di Trial, apparendo in una serie di tutorial man mano sempre più avanzati e volti all’insegnamento delle tecniche di accelerazione, salto e scalata indispensabili per progredire nel gioco.
Segnali di Stile
Veniamo invece alle buone notizie.
Dal punto di vista delle meccaniche, Trials Rising è molto probabilmente il migliore della serie; il fulcro del gameplay, con il rigoroso rispetto delle leggi della fisica e la palpabile sensazione di velocità nell’affrontare gli ostacoli è perfetto come sempre.
I tracciati, sparsi in giro per il mondo, sono belli a vedersi con una perfetta illuminazione dinamica e tantissime azioni che si svolgono in tempo reale sullo sfondo, in una vera festa per lo sguardo del giocatore. Alcuni tracciati mescolano ambientazioni diverse tra di loro oppure generano cambi di prospettiva, creando momenti coinvolgenti e che cambiano il gameplay di quello specifico segmento.
Un gradito ritorno nella serie è l’editor di mappe, corposo e poco intuitivo come sempre; i novizi sicuramente storceranno il naso davanti alla mancanza di tutorial e al cospetto di un enorme mole di personalizzazioni, mentre i game designer in erba saranno estasiati dalla presenza di un tool così complesso messo a disposizione dagli sviluppatori.
Pochissimi riusciranno a padroneggiare a fondo l’editore, ma sono certo che quelli che ci riusciranno faranno sopravvivere Trials Rising a lungo, grazie alle loro creazioni.
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