Trigger Witch è il classico esempio di come un titolo, anche non apportando niente di nuovo al genere, possa divertire e intrattenere il giocatore, grazie alla cura messa negli elementi che lo compongono; un mix di azione ed enigmi da risolvere, con una grafica in pixel art molto colorata e dettagliata e visuale dall’alto in vecchio stile, sono la struttura portante di questa nuova pubblicazione di EastAsiaSoft sviluppata da Rainbite Limited, disponibile per tutte le console ma non ancora per PC.
Un incipit particolare quello di Trigger Witch, il quale ci vede impersonare una giovane strega che si appresta ad affrontare il rito di iniziazione il quale, una volta superato, le darà accesso non a qualsivoglia potere da strega, bensì alla licenza di poter utilizzare le armi da fuoco. Si, hai capito bene; nel mondo di gioco, le streghe hanno ormai perso quasi ogni conoscenza magica, relegando la loro forza al solo utilizzo delle armi da fuoco.
Affrontato e superato l’esame di iniziazione, visiteremo un portale magico che se ci riterrà degni, ci assegnerà un’arma. Purtroppo però, dal magico portale, oltre la nostra fidata arma, uscirà anche un misterioso e pericoloso individuo incappucciato, il quale causerà scompiglio e agitazione nel villaggio, e noi saremo chiamati a investigare.
Trigger Witch: chi ha paura della strega armata fino ai denti?
L’impatto inziale con Trigger Witch è molto bello, sia visivamente grazie ad una grafica in stile retrò che richiama titoli come The Legend Of Zelda: A Link to the Past, sia per le linee di dialogo fra i personaggi, che faranno subito capire l’impronta umoristica data al titolo la quale farà scappare al giocatore più di qualche risata.
Il rito di iniziazione sarà il nostro tutorial e ci farà prendere dimestichezza con i controlli di base di Trigger Witch. A livello di controlli il titolo è davvero immediato; i movimenti saranno rilegati alla solita levetta analogica sinistra, mentre con la destra potremo mirare a 360°, il grilletto destro servirà a far fuoco, il sinistro a usare l’abilità dash che servirà a schivare proiettili e trappole, il dorsale destro a ricaricare e il sinistro a cambiare arma.
I colpi delle varie armi saranno infiniti, ma avranno bisogno di un tempo di cooldown dopo che avremo esaurito il caricatore, ad eccezione fatta per la nostra arma principale (quella che riceveremo ad inizio gioco) la quale potrà essere caricata manualmente. Questo fa si che l’azione del gioco sia sempre dinamica, tenendo l’attenzione del giocatore sempre alta.
Ad alternarsi con le sparatorie ci saranno diversi enigmi ambientali da risolvere: le porte chiuse nelle stanze avranno sempre un modo per essere aperte, il quale varia dall’uccidere tutti i nemici presenti, all’attivazione di interruttori a tempo, passando per il trovare le classiche chiavi o risolvere altri enigmi connessi. Trigger Witch procederà sempre così, tra una sparatoria e un enigma da risolvere.
Livelli e meccaniche
Anche i livelli sono ben strutturati, con una mappa principale divisa in diversi biomi e relativi nemici, la quale ospita al suo interno dei dungeon dove si svolgeranno la maggior parte delle nostre missioni; ognuno di questi presenterà delle meccaniche uniche e particolari per essere portato a termine, e alla fine ad attenderci ci sarà uno dei boss di fine livello, che saranno tutt’altro che semplici da buttare giù.
Massacrando le orde dei nemici, alcuni dei quali ti faranno sentire in colpa perché sono talmente carini e coccolosi che ti dispiacerà vederli esplodere in pezzi dentro una pozza di sangue, otterremo dei cristalli che potremo utilizzare nell’armeria del nostro villaggio per potenziare le armi a nostra disposizione. Prima di avere accesso alla modifica sarà però necessario trovare ed utilizzare un oggetto per sbloccare la caratteristica che vogliamo aumentare.
Per quanto la potenza di fuoco che avremo a disposizione in Trigger Witch sarà notevole, saranno notevoli anche i danni che subiremo dai vari nemici. Per sopperire a ciò e scongiurare il game over, la nostra cara strega avrà a disposizione usi illimitati di una pozione curativa, la quale però andrà riempita uccidendo nemici prima di poter essere riutilizzata.
Tecnicamente parlando
Trigger Witch si presenta al giocatore con una dettagliata grafica vecchio stile in pixel art, veramente ben fatta e colorata, che contrasta tantissimo con le esplosioni di sangue e pezzi di mostri lasciati in giro dopo i combattimenti. Nulla di eclatante, ma il comparto grafico riesce a fare il suo e lo fa anche bene.
Il sonoro invece è proprio uno dei punti di forza del titolo, il quale riesce magistralmente a mescolare motivetti retrò durante le fasi esplorative, a brani più moderni e abbastanza battuti durante i conflitti a fuoco. Anche tutti gli effetti sonori sono realizzati con cura, peccato solo nella mancanza del doppiaggio il quale, con il livello di umorismo che si trova nel gioco, avrebbe fatto la sua bella figura.
Il gameplay è molto semplice e diretto, riuscendo a far immergere il giocatore fin dai primi colpi, nel vero senso della parola; sarebbe stata gradita qualche abilità in più, per variare un po’ di più i combattimenti, ma alla fine questa scelta è in linea con la lore del titolo. Il Dualsense di PlayStation 5 risponde molto bene col feedback aptico, dando sempre una sensazione diversa al giocatore in base all’arma utilizzata. Molto buona e divertente anche la modalità cooperativa.
Nelle mie ore trascorse nel mondo di Trigger Witch devastando nemici che andavano da batuffoli coccolosi a draghi meccanici metallici volanti e sputafuoco, non ho riscontrato nessun bug di sorta.