Non lasciarti ingannare dall’apparenza semplice di Triple Take; quello che a prima vista sembra un semplice platform game in 2D, in realtà si rivelerà essere qualcosa di più. Lo scopo sarà semplice, ovvero raggiungere la bandierina alla fine di ogni livello, ma farlo diventerà sempre più difficile.
La prima particolarità di Triple Take infatti sarà quella che per completare definitivamente un livello, bisognerà portarlo a termine per tre volte, e qui ci aspetta una bella sorpresa, ovvero quella che pur rimanendo lo stesso stage, i percorsi e di conseguenza i pericoli per giungere alla bandierina saranno diversi. Non stiamo parlando di livelli generati proceduralmente come va tanto di moda in questo periodo, ma solo di percorsi alternativi.
Triple Take, semplice ma difficile
L’intero gameplay verterà semplicemente sul muovere il nostro omino su schermo e farlo saltare sulle varie piattaforme, per poi aggiungere pochissima altra roba, come il salto sui muri in alcuni punti specifici e l’utilizzo di trampolini per saltare più in alto. Come accennato prima, ogni livello andrà affrontato tre volte e ogni volta il percorso sarà diverso, con l’aggiunta o la rimozione di piattaforme, trappole e altro, andandone a modificare sostanzialmente il tutto.
Ognuno dei 5 mondi che compongono Triple Take sarà composto da 10 livelli, al termine dei quali ci attenderanno dei temibili boss che, senza neanche dirlo, andranno affrontati tre volte, sempre con l’aggiunta di alcune varianti. Completato un mondo passeremo a quello successivo che, oltre a differire nel colore di base, andrà a inserire nuovi elementi nelle meccaniche e trappole, aumentando sempre di più il livello di sfida.
Generalmente l’evoluzione dei livelli vedrà il primo essere il più semplice, mentre il terzo il più difficile, con piattaforme sempre più strette e più trappole attive. Alla mano, Triple Take risulta davvero ingaggiante, e l’essere forzatamente un gioco “trial and error”, ovvero prova e sbaglia, non lo rende pesante, grazie a dei livelli brevi che non costringono il giocatore a dover ripetere lunghe sessioni dall’inizio.
Quel qualcosa in più
Pur trattandosi di un platform game a livelli, Triple Take riesce anche a coinvolgere il giocatore con la sua misteriosa trama. Appena inizieremo a giocare, capiremo che il gioco ci sta parlando. Qualcuno o qualcosa è intrappolato dentro il videogame, a causa di un’altra entità non meglio specificata.
Questa entità cercherà di ostacolare il nostro progresso in Triple Take, a volte manomettendo i file di gioco. Saremo costretti a intervenire manualmente nella cartella sul nostro PC per sistemare le cose, sempre coadiuvati da messaggi su schermo inviati dal qualcosa che staremo cercando di liberare. Una trovata che, seppur similare ad altri titoli, riesce a risultare accattivante e anche un po’ geniale.
Il comparto tecnico è davvero basilare e va contestualizzato. Il 60 dato al settore grafico è frutto solamente di una pulizia a schermo ottima, che non ostacola in nessun modo il giocatore, fattore molto importante in un titolo come questo. Buona la colonna sonora, con tracce create da Tobias Roberts.