In caso avessi letto un qualsiasi Old But Gold redatto dal sottoscritto, a questo punto lo avrai – sicuramente – capito: A-DO-RO le graphic adventures!
TSIOQUE è – sorpresa! – un’[ennesima] avventura grafica a cui avrò l’immenso piacere di “fare le pulci”.
Procediamo con ordine.
C’era una volta…
Una giovane principessa di nome Tsioque! – Trama
Tsioque – pronunciato: “chock” – è una bambina bionda, biondissima. Occhi di un colore azzurro – azzurrissimo! -, come un cielo estivo baciato dal sole. Tsioque e la “regina buona” (sua madre) sono – letteralmente – inseparabili. Il royal wizard (il mago di corte), servendosi dell’assenza improvvisa della regina – costretta a lasciare il trono per fronteggiare una minacciosissima fenice infuocata! – , prende possesso dell’intero castello. Attuato il proprio malefico piano ed evocata ogni sorta di minion malvagio, imprigionerà la nostra Tsioque nelle umide segrete della roccaforte.
Nonostante una storyline non trascendentale, la cutscene fiabesca – quasi disneyana – ad inizio gioco invoglia ad incominciare subito la partita: un narratore vegliardo – con un doppiaggio davvero, davvero ben eseguito – reciterà un antico volume che introduce alla trama del gioco.
Mouse alla mano – Gameplay
Abbiamo lasciato la piccola Tsioque alle “umide segrete della roccaforte”. Qui, avrà inizio l’avventura della nostra protagonista, -ahimé – costretta all’interno di una cella angusta e – decisamente! – tutt’altro che confortevole.
Inforcato il mouse, aggirato il primo scoglio e tornati a piede libero (SPOILER! Sarà sufficiente adoperare l’unico oggetto a nostra disposizione – sì, proprio quel medaglione che portiamo al collo – sul vassoio alla base della cella. Una misteriosa creatura giungerà in nostro aiuto e darà una grossa mano – o meglio, tentacolo! – a sbarazzarci della guardia per ottenere la chiave del cubicolo), scopriremo che la nostra Tsioque non può spostarsi liberamente per l’ambientazione di gioco. Saremo in grado di muovere la nostra protagonista esclusivamente cliccando un punto d’interesse (o elemento interagibile). Tsioque agirà di conseguenza, incamminandosi verso quell’oggetto (o quadro di gioco). Tradotto: abbiamo di fronte un gameplay piuttosto “ingessato” che mortifica il grado d’interazione generale, specialmente con alcuni elementi “accessorio” – per mancanza d’altri termini – di cui non avremo necessità per procedere nel gioco.
Tutti per uno e uno per tutti!
TSIOQUE non acconsentirà a combinare tra loro gli oggetti che racimoleremo durante il gioco. Al contrario, in qualche occasione dovremo prestare parecchia attenzione all’environment circostante per trarre conforto da qualche insolita “amicizia” stretta durante la nostra avventura: come il ragnetto che spegnerà la luce – disfacendosi delle guardie -, permettendoci di riparare al nostro scivolone. Un enigma ambientale dove la soluzione non è a portata d’inventario, ma da qualche parte nel quadro di gioco.
Dove devo andare?!
Il gioco non propone un tasso di complessità particolarmente elevato, anzi. I puzzle sono onestissimi e molto spesso non avremo neppure un gran numero di “cianfrusaglie” dentro al nostro inventario. Raramente sono incappato in quella “fase di stallo” tipica dei point and click – durante la quale spammare QUALUNQUE combinazione tra oggetti dell’inventario ed ogni punto d’interesse di ciascuna schermata, nella vana speranza di proseguire nel gioco!-, a parte un paio di circostanze dove – pur avendo chiaro come agire (esattamente come in quella stanza infestata dai topi, dove ero assolutamente certo che – SPOILER! – i roditori andassero evidentemente cacciati attirando l’attenzione del gatto che avremo appena incrociato) – ogni tentativo risultava categoricamente INUTILE! Per poi scovare un’area ancora mai esplorata dove amicarmi lo sfuggente felino per avanzare nella storia.
L’assenza di un “indicatore di direzione” per spostarsi attraverso le diverse schermate di gioco (specialmente nell’ HUB centrale, da dove accederemo a quasi tutte le aree) è – certamente – una scelta estetica ponderata: l’interfaccia in TSIOQUE è a dir poco essenziale, una saccoccia rosa shocking – il nostro inventario – all’angolo destro del monitor sarà l’unico elemento di HUD. Ciò consente di godere al meglio di un background – disegnato a mano, ma di questo parleremo più avanti –costruito a regola d’arte e cesellato in ogni minimo particolare, ma che renderà estremamente complesso distinguere quale area sia visitabile e quale no. Inoltre, in caso avessimo più di una route a disposizione, non sarà per niente raro imboccare per errore la strada sbagliata!
Stealth e… cucito! – Minigiochi
Mai e poi mai avrei pensato di dedicarmi al cucito… men che meno in un videogame! Tuttavia, per procedere con l’avventura, sarà necessario armarsi di ago e filo per riparare una borsetta incantata che consentirà alla principessa Tsioque di trasportate praticamente ogni cosa: una piuma, tappi per le orecchie, un mantello dell’invisibilità o addirittura intere parti di una pesantissima armatura. Il “minigioco del cucito” (così l’ho battezzato) potrebbe sembrare un minigame come tanti, ne affronteremo di diversi nell’arco del gioco, ma questo in particolare è stato una spina nel fianco! Sono ricorso ad una concentrazione e precisione, ma soprattutto ad una pazienza dell’altro mondo per seguire le linee guida e ricucire quella [dannata!] borsa.
Spesso e volentieri TSIOQUE metterà alla prova la nostra reattività mouse alla mano con qualche divertente minigioco. Nulla di insormontabile, ma una meccanica di gioco simpatica. Al contrario di come spesso accade, ogni minigame in TSIOQUE è diverso dal precedente. In early game – ad esempio – un minion corazzato e più tarchiato della media ci scaglierà – letteralmente – contro alcuni dei suoi “colleghi” più minuti, costringendo la giovane Tsioque ad abbassarsi o saltare per schivare e salvarsi da morte certa, giù per le vertiginose gradinate esterne del castello.
Oppure, più avanti nel gioco, dovremo nasconderci tra merlo e merlo delle mura che circondano il castello per non essere sorpresi dalle guardie – volanti! – o dallo sguardo del mago, sgattaiolando nell’ombra grazie ad una rapida cliccata al momento opportuno.
Menzione d’onore per il minigame che più mi ha intrattenuto dell’intero titolo: un adattamento di un rhythm game – molto, molto semplificato – dove cliccare a tempo le icone che compaiono a schermo per non capitolare sulla scalinata della torre ed evitare i fendenti di una guardia armata di spada. Il ritmo incalzante, le icone sempre più rapide ed intermittenti, e l’animazione – letteralmente da capogiro! – in background alzano il livello di una sfida che ho – personalmente – davvero apprezzato!
Un aspetto da favola! – Grafica e Sonoro
Come ho già detto, il disegno e l’animazione sono il cavallo di battaglia di TSIOQUE. L’ideatore del gioco Alek Wasilewski, e Łukasz Rutkowski (disegnatore e game designer) sono alla guida di un talentuosissimo team che ha saputo emozionarmi con una grafica in 2D mozzafiato. Un tratto colorato, divertente e dettagliatissimo ed animazioni disegnate – rigorosamente! – a mano, “frame by frame”. Anche il comparto sonoro in TSIOQUE è semplicemente FANTASTICO. Soundtrack, doppiaggio e persino ogni singolo rumore ambientale suonano eccezionali sia su stereo che in cuffia! Chiudendo gli occhi pare di trovarsi per davvero in cima al torrione più alto del muro di cinta, con il vento a scompigliarci la chioma e le cornacchie che gracchiano torve.
Mi hai fatto venire voglia di provarlo?
Bene, l’intento era anche quello! Un gioco costruito con cura e molta, molta passione…
Merita sicuramente una chance! ?