Ti ricordi di Zuma? Si tratta di un videogioco del 2003 la cui software house madre, PopCap Games, fu portata in tribunale da Mitchell Corporation, il dev giapponese che diede i natali a Puzz Loop (1998), anche noto in alcuni mercati come Ballistic, con l’accusa di averne clonato il prodotto appena citato.
Oggi siamo qui per parlare di un ‘clone del clone‘, nello specifico della sua remaster in HD. Si tratta di Tumblebugs HD Remaster, versione in alta definizione del titolo eponimo uscito nel 2018, a propria volta rifacimento dell’originale Tumblebugs del 2005, rilasciato anche per mobile e Nintendo Wii.
Difficile essere originali quando si tratta di recensire prodotti che di originale hanno ben poco, tuttavia ci proviamo lo stesso. Da che mondo è mondo, si tratta comunque di un titolo videoludico, e come recita il nostro statuto, “la nostra missione è quella di fare informazione sul mondo dei videogiochi e di tutto quello che gira intorno“, incluse le opere che si potrebbero tranquillamente lasciare da parte.
Tumblebugs HD Remaster, un grande ritorno (?)
Dietro questa nuova edizione di Tumblebugs c’è sempre Wildfire Studios, developer australiano dedito fin dalla fondazione nel 1995 alla realizzazione di titoli arcade.
Così come altri titoli del medesimo genere, quali ad esempio il leggendario Arkanoid (1986, che l’anno scorso ha trovato un ottimo erede in Darkanoid), anche Tumblebugs HD Remaster dispone di una trama che ne giustifica i tali e tanti livelli.
Il tutto è riassunto in un’unica schermata contenente una pagina a fumetti di sole quattro vignette il cui contenuto testuale, ridotto a semplici didascalie, possiamo riportare in toto data la sua esiguità:
La storia finora… Oh no! Le pacifiche Cimici [questa la traduzione letterale di ‘tumblebugs’] sono state catturate dai malvagi insetti neri onde essere fatte schiave per l’espansione del’Impero degli insetti neri. Alcuni dei coloratissimi insetti sono già intrappolati sotto terra. Ma c’è ancora una speranza! L’eroica Cimice ronza nel cielo, pronta a salvare i suoi amici piattolosi.
E così, livello dopo livello, sarà compito del nostro protagonista restituire la libertà ai suoi simili, sperando di non finire schiacciato dagli insetti neri (immagina il fetore, stiamo parlando di una cimice dopotutto).
Quando un titolo semplice fa il suo dovere
Il gameplay di Tumblebugs HD Remaster è pressoché identico a quello dei due suoi antenati. Tuttavia, fin dalle prime frazioni di livello del gioco (ogni livello è suddiviso in sei parti) ci si rende conto che tale identità sussiste solo per quanto riguarda lo scopo finale del gioco e la sua struttura (si parte con tre vite per livello il cui numero può essere aumentato grazie ai trionfi in game. In caso di esaurimento delle vite, i progressi fatti all’interno del singolo livello si azzerano).
A distinguere Tumblebugs HD Remaster sono i numerosi power up che, almeno a memoria di chi scrive, non erano presenti negli altri due titoli.
Possiamo prendere come esempio il Superbug, un bonus che si ottiene riempiendo al cento percento la barra progresso verde sul bordo superiore dello schermo (le cui proporzioni mantengono i 4:3 del gioco originale) tramite l’ottenimento di combo (come al solito tre palline/cimici dello stesso colore in fila, per un totale di cinque colori diversi). Esso libera automaticamente alcune cimici lungo la coda in ordine sparso.
Un altro esempio sono i Wild Bugs, cimici psichedeliche che assumono lo stesso colore (o gli stessi colori) delle cimici che toccano.
Laddove Tumblebugs HD Remaster, come più volte reiterato, pecca parecchio di originalità, non si può assolutamente dire lo stesso per quanto riguarda il ‘fare il proprio dovere‘, vale a dire divertire chi gioca. Il titolo riesce perfettamente in tale compito, e lo fa come dovrebbe farlo un titolo arcade che si rispetti, ovvero creando un senso di dipendenza in chi ne fruisce, facendogli accumulare minuti e minuti di gioco senza neanche rendersene conto.
Completa il tutto un comparto tecnico gradevole e scorrevole (se non lo fosse stato sarebbe stato un problema data la natura del titolo) il quale merita un plauso speciale a causa dell’inserimento di un’utile modalità per daltonici (chi scrive è afflitto da questa problematica visiva). Il sonoro è anch’esso piacevole e di qualità, così come la colonna sonora, per quanto poco varia.