Twitch, nota piattaforma di streaming in tempo reale di proprietà di Amazon, è al centro di uno scandalo, il cosiddetto Botgate, che vede sia streamer grandi che piccoli colpiti da quella che, all’apparenza, sembra una piaga.
Twitch e il ruolo delle numeriche
Facciamo un passo indietro e chiariamo quali sono i numeri di Twitch e come essi giocano un ruolo fondamentale e complementare l’uno con l’altro. I parametri che contraddistinguono i canali Twitch, e che prenderemo in considerazione in questa analisi, sono il numero di follower di un canale e il numero di spettatori di una live.
Follower
Quando un utente Twitch si ritrova nella live di un canale di cui ne apprezza i contenuti, può lasciare gratuitamente un “follow”, che gli permette di essere avvisato all’inizio delle trasmissioni tramite una notifica sia nel sito stesso, sia nell’app mobile. Paragonata al sito YouTube, si tratta di una logica simile all’iscrizione al canale, in quanto entrambe gratuite e entrambe volte alla ricezione di notifiche in seguito al caricamento di contenuti.
Il parametro dei follower è importante per un canale, in quanto rappresenta il numero potenziale di persone che possono essere raggiunte dal contenuto all’inizio della trasmissione.
Spettatori di una live
Il numero di spettatori di una live Twitch comprende il numero di persone che sono contemporanemente connesse alla trasmissione ed è indice della grandezza del canale e, soprattutto, influisce sulla posizione della live nella classifica di Twitch. Quando un utente, infatti, entra sul sito, sulla sinistra sono riportati i canali che stanno trasmettendo in quel momento, ordinati per numero di spettatori decrescente. Se un canale ha più spettatori di un altro, Twitch lo considera più interessante e quindi lo posiziona più in alto.
Questi numeri possono essere ampliati artificialmente? Sì.
Dal momento che Twitch considera questi parametri per creare una classifica non ufficiale sulla piattaforma, alcuni canali hanno pensato di aumentare artificialmente questi numeri attraverso l’utilizzo dei bot. I bot sono sostanzialmente utenti finti, volti solamente a comparire in una o nell’altra classifica al fine di ampliarne il numero, che diventa quindi ben lontano dal numero reale.
Inizia così un circolo vizioso di utilizzo sia di follow bot (bot che creano utenze Twitch volte a lasciare un follow al canale), sia di view bot (bot che sfruttano utenze Twitch volte ad aprire la live su un computer e a fingere di guardarla, senza partecipare attivamente alla chat) al fine di aumentare le statistiche e mostrare una crescita del canale diversa da quella effettiva.
Ed è proprio dalla chat che si può partire per esaminare se un canale contiene o meno i bot: in una trasmissione con 300 utenti collegati, è possibile che in chat ci siano solo 5 messaggi? Questo capita in alcuni canali, che sono stati accusati da alcuni streamer di avere alcune anomalie legate all’utilizzo dei bot all’interno del proprio canale. Ma attenzione, questo non vuol dire che lo streamer stia usando i bot sul suo canale: i bot, infatti, possono essere inviati da chiunque e si aprono quindi nuove domande tra cui chi invia i bot e perché.
Il Cerbero Podcast e l’indagine Botgate
Nonostante tutti fossero a conoscenza di questa pratica, i primi a parlarne pubblicamente in una live Twitch e a coniare il termine Botgate sono stati i componenti del Cerbero Podcast. Il trio, formato da Simone Santoro (in arte YouTube Fa Cagare), Davide Marra (in arte Mr. Marra) e Gianluca (il cui cognome non è stato reso ufficialmente noto dallo streamer, ma in arte Mr. Flame), è uno dei canali più grandi della community italiana di Twitch e sono noti per i vari argomenti che affrontano e le modalità controverse con cui lo fanno.
Mr. Marra ha dimostrato, dopo una lunga fase di investigazione e di analisi, che alcuni canali hanno un rapporto spettatori di una live/follower guadagnati non coerente con quelli di una crescita normale: risulta troppo strano ai suoi occhi che una live di 50 spettatori porti, ad esempio, una crescita di 200 follower al canale, ottenuti durante la stessa trasmissione.
È iniziata così una lunga disamina di alcuni canali che sono stati ritenuti anomali e, sebbene il trio non abbia additato direttamente i proprietari dei canali, hanno esaminato quali possono essere le cause e le motivazioni che hanno portato i canali stessi a essere stati vittima di un’azione simile.
Lasciando da parte l’uso dei bot sul proprio canale, che purtroppo non è dimostrabile, si può cercare di trovare in altre persone i mandanti degli “attacchi”: in primo luogo può capitare che uno streamer possa cercare di affossare la reputazione di un suo concorrente facendolo comparire in una vicenda simile, oppure i mandanti si possono trovare tra i network.
I network, infatti, sono gruppi di canali, i quali fanno capo a persone che ne gestiscono la visibilità, gli eventi e le sponsorizzazioni che possono essere fatte durante le trasmissioni, previa trattenuta di una percentuale sul ricavato. Ha quindi senso per un network proporre a un’azienda un canale con un numero di spettatori/follower ben più grande di quello reale, al fine di ottenere contratti più vantaggiosi per una possibile sponsorizzazione.
Lo strano caso dei server di GTA
Un’indagine parallela, sempre condotta dagli stessi streamer e collegata al Botgate, ha mostrato come le iniezioni di follower/viewer siano stranamente collegate a quei canali che trasmettono gameplay su GTA RP, la versione online su server dedicati del notissimo titolo Rockstar Games GTA V.
Dal momento che le skill necessarie per avviare e gestire un server GTA (gestione di server, macchine virtuali e programmazione) sono simili a quelle per la creazione di bot, sembra che spesso quei canali concentrati su questo tipo di contenuto siano costantemente legati a iniezioni di viewer e follower finti tramite bot. Sembra inoltre che questi streamer si organizzino su appositi server discord per inviare bot ai vari canali.
Twitch cosa fa?
Niente, o quasi. Sembra infatti che Twitch sia pienamente consapevole di questa situazione, tanto da tranquillizzare alcuni dei suoi partner che segnalano l’accaduto, limitandosi a dire che rimuoverebbero in breve tempo i bot dal canale. Ma la verità è che a Twitch questa situazione fa comodo: quando infatti Amazon vuole vendere l’esclusiva per trasmettere eventi in diretta (pensiamo ad esempio all’eSport, ma anche ad altri tipi di eventi), numeri di visitatori gonfiati hanno lo stesso effetto di quanto già descritto per i network, mettendo Twitch in una posizione tale da poter chiedere contratti più vantaggiosi.
Chi ci perde, infine, è solo l’azienda che sceglie Twitch come canale per sponsorizzare i suoi prodotti, in quanto gran parte dei numeri che Twitch fornisce sono falsi e quindi l’azienda paga molto di più per trasmettere la propria pubblicità verso un pubblico più ristretto di quanto contrattualmente ipotizzato. Non è un caso, infatti, che ultimamente le pubblicità che si vedono durante le live Twitch siano prevalentemente relative a contenuti di Prime Video e solo poche volte si vedono spot di aziende terze.
Gli strumenti per controllare i canali
È possibile condurre indagini anche per conto proprio, mediante l’ausilio di alcuni tool che, sfruttando dati pubblici e rilasciati direttamente da Twitch, riescono a risalire a gerarchie di follower, mostrando gli account che un canale segue e dal quale è seguito. Uno di questi è CommanderRoot, un sito che mostra sia i follower di un canale, sia gli account che esso segue e colora in arancione quelli riconosciuti come bot.
Un altro tool è Social Blade, che mostra l’andamento del numero dei follower giorno per giorno, rivelando quelle che possono essere delle iniezioni artificiali.