Tyrant’s Blessing è una piccola produzione indie dello sviluppatore Mercury Game Studio, il quale ha sfornato questo gioiellino; un gioco di ruolo strategico a turni, composto da meccaniche intriganti e da una profondità strategica e di pianificazione da far invidia a titoli più blasonati.
Tyrant’s Blessing, una storia come molte
Il regno di Tyberia è stato plasmato in un paradiso dal Tiranno, senza più guerre, sofferenza o morte, poiché quasi tutta la popolazione è stata trasformata in non morti. Una visione paradisiaca che la principessa del regno, nonché nostro personaggio principale, non potrà mai accettare.
Per questo motivo, armata con i pochissimi seguaci scampati alla maledizione del Tiranno, decide di dirigersi al castello nemico per mettere fine a tutto questo e riportare quel poco che rimane del regno alla normalità.
L’incipit narrativo non è niente di trascendentale, e anche la caratterizzazione dei personaggi risulta ben presto essere stereotipata, con la storia che rivelerà i suoi sviluppi tramite brevi siparietti fra i personaggi a fine missione, oppure nel campo base nel quale potremo svolgere tutte le operazioni pre battaglia.
Un gameplay di strategia e pianificazione
Sicuramente il punto forte di Tyrant’s Blessing è la sua componente di meccaniche e gameplay. Parliamo di un gioco di ruolo strategico diverso dal solito, dove potenziare al massimo le proprie unità e accaparrarsi gli oggetti migliori, sarà meno fruttuoso di un’accurata pianificazione.
Prima di fiondarci in battaglia, dovremo scegliere il nostro party fra gli eroi disponibili; ciascuno di essi sarà dotato di una statistica di movimento, una dei punti vita, un’abilità passiva e due attive. Già da questa fase bisognerà iniziare a pianificare per bene la nostra strategia in quanto, benché a volte ci verrà offerto da alcuni eventi, il party non potrà essere cambiato a piacimento.
Bisognerà quindi cercare da subito le sinergie migliori fra i tre membri e il pet che andranno a comporre il party. I pet sono particolari unità che al contrario degli eroi, avranno abilità di supporto e utility. Per facilitare la nostra scelta, sarà possibile provare ogni personaggio nella modalità Test Run, in modo da capirne bene le abilità.
Iniziata la battaglia, sceglieremo la posizione delle nostre quattro unità; il turno iniziale sarà sempre dei nemici i quali dopo essersi spostati a piacimento sulla mappa a scacchiera, prepareranno il loro attacco che andrà a colpire nel loro turno successivo, prima di passare la mano al giocatore.
Se stai pensando che la prima cosa da fare sarà quella di togliere le tue pedine dal raggio dell’attacco ,stai sbagliando e di molto; Tyrant’s Blessing difatti ci presenta una meccanica particolare, ovvero quella che i nemici potranno colpire i frammenti dell’anima delle nostre unità, frammenti che rimarranno per un turno sulla casella iniziale di movimento del personaggio, rendendo vano il solo spostamento delle unità se si cerca di evitare il danno.
Se i nemici colpiranno una scheggia dell’anima, sarà come se avessero colpito l’unità; se una nostra unità viene colpita troppe volte e muore, la partita finisce. Da qui capirai da solo perché stiamo continuando a dire che la pianificazione giocherà la parte più fondamentale in Tyrant’s Blessing.
Come evitare allora di essere colpiti? Ogni abilità delle nostre unità avrà degli effetti secondari, molti dei quali sposteranno nemici o alleati di alcune caselle. Un esempio è il semplice attacco corpo a corpo del nostro cavaliere, il quale oltre che colpire il bersaglio, sposterà di una casella le unità adiacenti alla stessa, o la sua carica con lo scudo la quale non infligge danni, ma è utilissima per spostare unità prendendone il posto.
In questo si riveleranno utilissimi anche i pet; il cane può trascinare di uno spazio alleati o nemici, mentre il panda saltando sul posto può spingere chiunque di diverse caselle. Le unità non lasceranno sempre la scheggia di anima se verranno mosse, ma solamente se bersagliate da attacchi o abilità nemiche. Un’altra abilità salvavita è la schivata, la quale ci permetterà di tuffarci in un cespuglio oppure oltre un ostacolo, a patto di averne nel raggio d’azione, senza lasciare la scheggia.
A darci una mano, rendendo così il gioco non frustrante, ci pensano una serie di aiuti e aggiunte davvero notevoli, come il Tyberian Guardian, un oggetto che evita il K.O. di una unità per un massimo di quattro volte a battaglia (a patto di averne in inventario), o la possibilità di poter resettare il turno in corso per un massimo di due volte a scontro.
Ogni battaglia che affronteremo in Tyrant’s Blessing, avrà tre sfide da portare a termine, e se ci riusciremo otterremo stelle reputazione, le quali serviranno a comprare il Tyberium Ore dai mercanti, oggetto essenziale che permetterà di potenziare statistiche e abilità attive delle unità.
Ogni quattro giorni, un mercante ci farà visita nel campo base, dal quale potremo comprare dei consumabili utilissimi per le battaglie, mentre sempre dal campo base sarà possibile spendere i punti ottenuti compiendo determinati obiettivi, per sbloccare altri eroi da aggiungere al nostro roster.
Tecnicamente e in conclusione
Se a tutto quello letto fin qui aggiungi che le mappe contengono trappole e meccanismi vari azionabili, così come il terreno può subire gli effetti delle abilità (incendio, ghiaccio e altro) alleate e nemiche, potresti farti un’idea della sfida che Tyrant’s Blessing offre al suo pubblico.
Dal punto di vista tecnico Tyrant’s Blessing non è niente di trascendentale, ma è caratterizzato da una piacevolissima grafica colorata e in pixel art, mappe che seppur piccole risultano essere ben dettagliate, un comparto sonoro gradevole e un livello di rigiocabilità altissimo.