Siamo all’alba del 2022, l’argomento che domina lo spazio collettivo dei creatori digitali è ancora una volta l’esistenza degli NFT. Non è la prima volta che ne parliamo ma la situazione sta degenerando rapidamente sul fronte videoludico.
Il video sopra riportato è “Line Goes Up” di Dan Olson. Dura circa mezzo Quarto Potere ed è in inglese, ma è altamente consigliato vederlo tutto per avere il contesto generale di ciò che sta accadendo (e che è già accaduto in passato) nel nascente mercato digitale. Mettiti comodo, aspetteremo.
Profitti passivi per Ubisoft
Il giorno 7 dicembre 2021 Ubisoft ha lanciato il proprio NFT (gli Ubisoft Digits) nell’indifferenza generale della stampa, se non nell’odio manifesto dei giocatori.
Nonostante le promesse fatte sul suo utilizzo, che dovrebbe restare opzionale, un po’ come tutte le valute virtuali che stiamo vedendo in Far Cry e Assassin’s Creed, resta comunque il mal celato pericolo di trasformare i giocatori in azionisti e trader di borsa.
La linea va su (per gli NFT)
Il rischio, o per meglio dire la certezza statistica, è che presto o tardi questa valuta non varrà niente. La contraddizione in termini è che gli NFT non hanno un proprio corrispettivo in denaro, eccetto quando vengono acquistati, per soldi veri, guadagnati con fatica.
Il secondo rischio che corre chi li acquista è di trasformare tutti i futuri acquisti in proprietà rivendibili all’infinito. In ogni transazione successiva Ubisoft riscuoterà una percentuale, obbligando i giocatori di fatto a pagare un affitto, a fronte di nessun servizio.
E per quanto sia segretamente il sogno di tutti vivere di rendita, spremere in questo modo i giocatori, dopo i DLC, dopo i vari abbonamenti e game pass, è a dir poco disonesto. Ma forse la colpa è nostra. Forse ancora non cogliamo i benefici del più grande schema a piramide della storia.
I giocatori non capiscono(?)
In una tanto illuminante, quanto deprimente intervista Nicolas Pouard, vicepresidente di Ubisoft Strategic Innovations Lab, spiega:
Penso che i giocatori non capiscano cosa può portare un mercato digitale secondario. Per ora, a cause della situazione attuale e contesto degli NFT, i giocatori pensano prima di tutto che stiano distruggendo il pianeta, e che sia poi solo uno strumento di speculazione. Ma quello che noi [Ubisoft] stiamo vedendo per primo è l’obbiettivo finale. Cioè dare la possibilità di rivendere i loro oggetti quando sono stufi o quando hanno finito il gioco.
Quindi, in realtà, è per loro. È assolutamente un beneficio. Ma non lo capiscono per ora.
Tralasciando l’impatto ecologico che hanno le fattorie di NFT, che comunque costano ai singoli utenti più energia di quanto sia il guadagno dato dalla speculazione, Pouard non solo sottovaluta l’intelligenza media dei giocatori, ma considera la speculazione non come un difetto di sistema bensì come l’obbiettivo finale a vantaggio dei giocatori.
Per estrema sintesi ai piani alti di Ubisoft ci fanno sapere che stanno ascoltando le frustrazioni dei giocatori ma procederanno comunque con l’ulteriore sviluppo del loro “mercato digitale secondario” anziché tagliare le perdite e ammettere il torto.
Insomma, proveranno a propinarci i loro Digits fino all’esaurimento nervoso. Come non convincersi con tanta eloquenza e con il sito di Ubisoft Quartz, che sembra il garage virtuale di Steve Jobs direttamente sul nostro schermo?
Uno schema a piramide basato sulla fiducia
La scelta di procedere nonostante la preoccupazione e la rabbia dei giocatori è comprensibile alla luce di come funziona questo particolare mercato. Un NFT può essere qualunque cosa, da un cosmetico digitale, alla foto della porta di casa tua.
Ci sono precedenti per NFT accreditati su portafogli digitali che, per come funziona la tecnologia Blockchain, non possono essere rimossi o alterati ma soltanto venduti.
Questo per dire che nonostante la presentazione da commesso viaggiatore sul fatto che sono sicurissimi e inalterabili, sono vulnerabili a truffe, frodi e attacchi informatici come qualunque altra tecnologia sul web, soprattutto perchè non esistono organi di controllo sulle transazioni.
Di conseguenza, la credibilità e la parvenza di legittimità sono il mezzo principale con cui la “community dei Cryptobros” vende e si autoregola, trattando tutte le forme di critica, anche le più banali, come un assoluto tradimento degli ideali su cui si basa la community.
Non vuoi tenerti i bitcoin da conto anche se il prezzo di mercato sta calando a picco? Peccato, tra 5 anni non sarai un miliardario come noi! Vuoi sapere come si espanderà la nostra criptovaluta? Non hai fede nel progetto, sciagura a te!
Per quanto NFT e criptovalute vogliano spacciarsi per il nuovo mercato, alla loro base ci sono le stesse regole che governano la finanza, senza però nessun controllo dall’alto.
Quindi è perfettamente nell’interesse di Ubisoft mantenere questa patina di legittimità per convincere altri stolti a raccogliere questa patata bollente, insistendo su quanto sia bello avere una patata bollente tra le mani.