Negli ultimi tempi, Ubisoft è andata incontro ad una vera e propria bufera mediatica che vede coinvolto tra gli altri il CEO Yves Guillemot.
Nonostante ciò, il pubblico fidelizzato della casa videoludica bretone non accenna a diminuire. Infatti, il ChinaJoy di quest’anno dimostra come, al netto delle tante controversie che ormai si può dire contraddistinguano Ubisoft e la pessima pubblicità che ne consegue, essa abbia dalla propria parte un amore incondizionato da parte dei fan dalle due Americhe fino all’Asia orientale.
Ubisoft al ChinaJoy, stand imponenti e una miriade di Assassini
La diciannovesima edizione del ChinaJoy, il cui nome completo è China Digital Entertainment Expo & Conference, si è tenuta a Shanghai dal 31 luglio al 2 agosto scorso. Questo pseudo-corrispettivo cinese dell’occidentale E3 non si limita alla sola arte videoludica. Coinvolge infatti tutto l’intrattenimento digitale, includendo dunque le piattaforme di streaming e la e-literature (ti rammento che in Cina, triste ma vero, il libro cartaceo viene considerato ogni giorno di più un oggetto ingombrante e obsoleto).
Ubisoft non ha mancato l’appuntamento e si è presentata in grande stile, con un padiglione che omaggia in tutto e per tutto i fan cinesi e la loro architettura tradizionale.
Allo stesso modo, gli estimatori locali delle diverse serie nate dalla mente e dalle competenze degli oltre ventimila professionisti impiegati presso la software house d’Oltralpe hanno mostrato al mondo intero il loro amore per essa portando numerosi cosplay.
Tra le community, quella che si è distinta di più è quella di Assassin’s Creed (c’è davvero da stupirsi data la ormai continua pubblicazione di manhua dedicati alla serie?), i cui esponenti si sono presentati al ChinaJoy con indosso veri e propri capolavori di sartoria, tanto è vero che sembra che quella famosa Confraterintà cinese che per il momento rimane ancora confinata agli spin-off della serie abbia deciso di prendere vita propria.