La guerra è una delle peggiori tragedie della storia dell’umanità ed è in quel contesto che le vite cambiano radicalmente da un giorno all’altro.
La vita delle persone sta cambiando notevolmente, molti tentano di sopravvivere o in casi più estremi di unirsi alle forze armate, come sta accadendo con alcuni sviluppatori di videogiochi in Ucraina.
Ucraina: vite stravolte
Un recente report di Polygon ha mostrato l’attuale situazione del settore videoludico nel bel mezzo dell’invasione Russa, purtroppo i creativi che fino a poche settimane fa si dedicavano alla realizzazione di videogiochi oggi devono trovare un modo per fuggire o combattere. Secondo le informazioni il cui responsabile marketing di Pingle Studio, Tymur Solod, si è dedicato senza sosta a trovare percorsi sicuri per scappare da Kiev in modo che gli sviluppatori possano fuggire con le loro famiglie: “La città viene rasa al suolo, noi siamo riusciti ad evacuare quasi tutti, ci sono poche persone rimaste; ora stiamo organizzando un’evacuazione per loro”.
D’altra parte il dirigente ha rivelato che in alcuni casi, i creativi scelgono di non lasciare Kiev e si sono offrono volontari nelle forze armate dell’Ucraina, un atto che lo studio ha rispettato continuando a versare il loro pagamento come se stessero ancora facendo videogiochi: “alcune persone del nostro team si sono offerte volontarie per le unità di difesa regolari dell’esercito e del territorio. L’azienda continua a pagare uno stipendio per tutti, soprattutto per coloro che si sono arruolati nell’esercito”.
Un’altra testimonianza è arrivata da Yaroslav Singaevskiy, designer dello studio Red Beat, il quale ha riportato che uno dei suoi colleghi è venuto in difesa del suo paese e si è unito a un gruppo paramilitare che attualmente svolge funzioni di difesa territoriale: “uno dei nostri sviluppatori è in un gruppo Chernihiv, questa è una forza paramilitare che funge da supporto per le principali forze dell’esercito. Tuttavia le unità spesso si impegnano in combattimento e sono abbastanza efficaci grazie all’elevata mobilità e alla conoscenza generale dell’area. Speriamo e preghiamo che stiano bene, così come i cittadini di Chernihiv”.
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