Siamo tutti a conoscenza delle peripezie avvenute tra Hideo Kojima, padre della saga di Metal Gear Solid e del nuovo quanto misterioso Death Stranding. Sappiamo tutti che i diritti di Metal Gear Solid sono di Konami, quindi, l’azienda giapponese per riacquistare la fiducia del mercato occidentale, dopo la brutta figura fatta con Metal Gear Survive, cerca di redimersi lanciando a dicembre di quest’anno (un mese dopo l’uscita di Death Stranding) Metal Gear Solid 5: Demon Edition, che sarà un modo per rilanciare il famigerato titolo lasciato incompleto come game as a service (gioco come servizio), ma questa non è l’unica novità al suo interno, ma vediamole insieme.
Attenzione: ci saranno spoiler di come è stata rielaborata la trama.
Tomokazu Fukushima, co-writer di Kojima per molti dei suoi lavori in Konami e scrittore di Metal Gear: Ghost Babel and Snake Tales, sarà alla guida del progetto, insieme a lui collaboreranno sia veterani della saga, sia persone che hanno lavorati a titoli come Portable Ops ed il già citato Ghost Babel.
Questa nuova edizione del gioco riutilizzerà tutto del gioco base ma ricostruirà e ricontestualizzerà la trama, che quindi sarà completamente cambiata, e vi saranno circa tre ore di cutscene in più, oltre a un rifacimento delle vecchie. Ground Zeroes sarà integrato come prologo e sarà ridoppiato sia in giapponese (dove il cast è rimasto perlopiù lo stesso), sia in inglese dove però Big Boss verrà doppiato da Richard Doyle, suo doppiatore in Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots. Kiefer darà voce ad Ishmael ed al medico con molte altre linee di dialogo, Skullface sarà doppiato da James Horan, Kaz invece avrà lo stesso doppiatore di The Phantom Pain.
Uno degli esempi sul revamp del videogioco è una introduzione in cui alla fine si ha limitato controllo del protagonista mentre si guarda morire i soldati sulla vecchia motherbase a causa delle truppe XOF guidate da Skullface. Chico viene rapito e nel momento in cui l’uomo senza volto sta per dare il colpo di grazie a Big Boss, il medico vicino lo attacca alle spalle, introducendo un veloce ma brutale combattimento corpo a corpo con il nemico che prende il sopravvento sul nostro compagno. Quindi Snake e Kaz vengono salvati all’ultimo minuto grazie a un mitragliatore che costringe la XOF alla ritirata. Subito dopo Big Boss perde i sensi mentre viene trascinato su un elicottero delle Forze Speciali di Cypher da Ocelot.
Il titolo del capitolo non avrà più il numero romano (V), sostituito da quello arabo.
In poche parole, Konami ha deciso di cancellare la visione della serie di Kojima, nonostante vengano usati vari concetti scartati dallo stesso, come le allucinazioni subite da Snake, conosciute anche come Undead horrors.
Quiet è stata spaccata in due personaggi, in un certo senso, la vera Quiet (come la conosciamo) morirà all’ospedale in quello che era il prologo di The Phantom Pain, mentre la compagna utilizzabile nel gioco sarà sempre un cecchino mercenario dall’Ucraina, che lavora con l’Unione Sovietica e collabora con Ocelot, di nome Albratross.
Per quanto riguarda i compagni (o buddies) sarà possibile portare in missione anche soldati semplici della Diamond Dogs, che però hanno la perma-death (se vengono uccisi in missione, non tornano in vita), e sarà utilizzabile il Battle Gear come compagno, che era stato precedentemente tagliato dal gioco, e Red, il quale prende il modello di come sarebbe dovuto essere Chico, trasformandolo inoltre in un midboss. Gli altri buddies non sono cambiati.
Il personaggio di Kaz rimane intatto, stessa cosa per Huey, mentre per quanto riguarda Ocelot e Skullface è stato dichiarato che potrebbero essere personaggi completamente diversi. Code Talker è stato tagliato.
Insomma, potremmo dire che questo è Metal Gear Solid V: The Phantom Pain secondo Konami.
Per quanto riguarda il mio parere, sono assolutamente contro questa vicenda. Capisco che Konami abbia i diritti e possa farci quello che vuole, ma comunque il titolo rimane un titolo autoriale, e non si può riadattare un’opera (qualsiasi essa sia) senza il suo autore originale. Di fatto, anche se nel progetto ci sono tanti nomi che hanno lavorato alla saga, manca comunque il tocco di autorialità. Ciononostante, potrebbe anche darsi che avvenga l’opposto, cioè un gran videogioco con una grande trama a sorreggerlo. Lo scopriremo solo giocando.
Personalmente, ho amato The Phantom Pain, per il suo gameplay divertente e per tutta la libertà che dava per avanzare nelle missioni, come vengono dispiegati i buddies, le varie piccole cutscenes sbloccate da determinate eventi (compleanno, il puzzare o avere la motherbase in rosso sono solo alcuni esempi), senza parlare delle mod per PC.
Ho disprezzato il taglio che c’è verso il terzo quarto della storia, che ha poi un finale stupendo, sì, profondo e che distrugge completamente la quarta parete, ma buttato lì, sprecato. Senza voler contare poi tutto lo scandalo dopo l’uscita del gioco, i file del Capitolo 3 trovati grazie alla versione PC del gioco, il licenziamento di Kojima e la volontà di Konami di eliminare il nome dell’autore da tutti i giochi da lui creati in modo retroattivo, il pachinko di Metal Gear Solid 3: Snake Eater. Io incolpo sia Kojima che Konami per tutta la situazione, semplicemente perché si sono posti male fin dal principio.
Quando parlo di questo faccio un esempio molto semplice: pensiamo a Michael Jackson. Era un megalomane, non negativamente, ma tutto ciò che faceva doveva essere perfetto e a regola d’arte. Quando registrò il videoclip per uno dei suoi pezzi più famosi Smooth Criminal, i ballerini erano arrivati al punto di odiarlo per via del fatto che se ci fosse stato anche il minino ed impercettibile errore, avrebbero dovuto ripetere l’intera sezione di ballo. Era estenuante.
Lo stesso di può applicare a Hideo Kojima (che è Michael Jackson, utilizzando l’esempio) e a Konami (i ballerini). La software house ha dato carta bianca a un uomo che è un megalomane, che vuole tutto perfetto, che sperimenta, che tratta il videogioco davvero come arte. Quindi, è normale che ci voglia tempo e, soprattutto, denaro. Ma mentre per il primo la casa giapponese era coperta a causa del nome del game designer, per quanto riguarda il secondo, i soldi non sono infiniti e i trucchi di Grand Theft Auto non sono ancora diventati realtà.
È ragionevole, dunque, come Konami si sia stancata di “buttare soldi” per un prodotto che sì, avrebbe venduto, ma sicuramente non quanto avrebbe dovuto, per via del tempo passato. Ed ecco che arriva l’ultimatum, ecco che arriva Metal Gear Solid V: Ground Zeroes, il prologo tagliato e venduto separatamente.
Alla fine è stata tutta questione di soldi.
È per questo che poi hanno tentato in malo modo di utilizzare il nome della saga per fare qualcosa che avrebbe dovuto attirare la massa ma che invece ci ha donato dei “konati”, sto parlando di Metal Gear Survive (che furbata poi, chiamarlo così, in modo da mantenere la sigla MGS), ma ora vogliono redimersi nel modo più sbagliato possibile, cambiando la storia di un gioco già uscito per poi vederlo a prezzo pieno. Quando tutto ciò di cui avevamo bisogno era una patch gratuita con tutto ciò che mancava, questo è redimersi, questo è chiedere scusa a un pubblico deluso e arrabbiato, dopo tutti questi anni. Invece Konami sembra pensare nuovamente al tornaconto personale, cambiando radicalmente una storia autoriale che è durata più di 30 anni. Ne hanno il diritto a livello giuridico, ma rimane scorretto nei confronti del pubblico e soprattutto nei confronti dell’autore. Rimane scorretto a livello puramente etico.
Per me questa nuova edizione di Metal Gear Solid V è inutile, ma aspettiamo la Gamescom, per vedere cosa farà davvero la software house giapponese.