Sviluppato da GoolWorks e pubblicato in sinergia con Eastasiasoft, Under The Warehouse è un gioco d’avventura ed esplorazione in prima persona con un gameplay che prende tutto dalle avventure punta e clicca, con un’impostazione decisamente classica. Noi abbiamo esplorato le stranezze di Under The Warehouse su PlayStation 4 e questa è la nostra recensione!
Under The Warehouse – alla ricerca di un uovo colorato
Raccontare la narrativa di Under The Warehouse non è un compito semplice, in quanto è del tutto svalvolata. Se ti aspetti un canovaccio limpido e chiaro, sei nel posto sbagliato. Tutto nel gioco di GoolWorks sembra messo un po’ a caso, con personaggi stravaganti, situazioni assurde e un obiettivo altrettanto straniante. Ma procediamo con ordine. Il gioco inizia con un telefono rosso che squilla. Non c’è altro. Solo quel singolo telefono circondato da una stanza buia.
Siamo quindi costretti a rispondere. Dall’altra parte c’è colui che darà inizio a tutto. Un misterioso individuo – che si svelerà essere un bambino mascherato – ci ha ingaggiato per cercare un misterioso uovo colorato all’interno di un edificio altrettanto misterioso. Inizia così la nostra epopea, inoltrandoci in cunicoli stretti e bui e ritrovandoci in aree sempre più stravaganti e che offrono un’atmosfera per sommi capi abbastanza riuscita.
Ed è proprio l’atmosfera uno dei pochi punti a favore dell’opera di GoolWorks in quanto ti ritroverai costantemente colto di sorpresa per situazioni impensabili. Non volendo rovinare la sorpresa, te ne citiamo giusto qualcuna: un uomo gigante seduto al centro di una sala, una lumaca evasa che blocca un’intera corsia e infine una setta di individui che comunicano unicamente con tre puntini sospensivi (e uno di loro sbaglia anche, comunicando con tre virgole sospensive – ed è una delle battute più belle gioco).
Il titolo strappa una risata ogni tanto, che sia voluta/pianificata o meno. Lo fa con personaggi – soprattutto secondari e inutili ai fini ludici e narrativi – che condividono pensieri o frasi totalmente sconnesse. Come un addetto ai lavori che esprime il suo amore per i coni del traffico. Per non parlare di un altro operatore che non ha intenzione di staccarsi dal muro in quanto è quello il suo posto – ossia fare il muro. Come avrai intuito, il titolo viaggia fuori dai binari, tra follie e trovate realmente difficili da prevedere.
Il punto debole di tutto ciò, è che sono trovate difficili da collegare tra loro. Il titolo, palesemente, chiede al giocatore di congiungere determinati punti cercando di dare una traduzione a una serie di eventi dalla follia crescente. E lo diciamo subito, il finale non offrirà alcuna soluzione. Anzi, i finali. E a tal proposito, tocca aprire una parentesi particolare. Il gioco viaggia linearmente verso un unico finale: il primo. Per ottenere i successivi, dovrai eseguire un’operazione, sui menù, artificiosa e poca intuitiva.
Eseguita suddetta “operazione”, potrai accedere alla fase finale dove si sono aperte tre nuove occasioni, da scovare e che porteranno a un ulteriore finale. Per essere onesti, tali “finali” si traducono in schermate statiche da interpretare che, al posto di fornire risposte, potrebbero creare maggiore confusione. Infine, c’è da evidenziare la durata bassissima del titolo: la prima run è durata quasi mezz’ora ma, siamo stati costretti a causa di un problema tecnico (che approfondiremo nel rispettivo paragrafo) a un’ulteriore run, della durata di quasi un quarto d’ora. Parliamo quindi di un titolo estremamente breve.
Una serie di piccoli enigmi
Under The Warehouse è un gioco d’avventura in prima persona incentrato sull’esplorazione e con un gameplay tipico da punta e clicca. Tradotto, ci muoveremo in ambienti 3D con un puntatore perennemente visibile su schermo con cui potremo raccogliere una serie di oggetti e parlare con diversi personaggi. Avremo a disposizione anche un inventario abbastanza classico. No, gli oggetti non potranno “unirsi” tra loro ma utilizzati unicamente secondo quanto previsto dal titolo. Il tutto si traduce in un concatenarsi di enigmi.
Letteralmente il gioco ci chiede di trovare un oggetto e darlo a qualcuno che ci darà un nuovo oggetto che dovremo utilizzare in un posto per sbloccare un’area e raccogliere un altro oggetto e così via. La difficoltà di Under The Warehouse è quindi nel cercare di capire dove si trova l’oggetto e dove utilizzarlo (o a chi consegnarlo). Se inizialmente è abbastanza semplice collegare cosa dare a chi, presto la situazione si farà più assurda e bisognerà procedere un po’ a tentativi.
Ma tranquillo, la difficoltà è quasi zero considerando che basta un minimo di esplorazione per individuare i soggetti e le zone che saranno utili in futuro. A tal proposito, le zone di gioco sono un crescente di follia e sono abbastanza interessanti da esplorare: iniziamo da un magazzino, passando per un centro scientifico fino a… lasciamo a te scoprire gli ultimi misteriosi luoghi. E a tal proposito, il titolo offre anche piccoli puzzle ambientali davvero semplicissimi e dimenticabili – oltre che già visti in tanti altri titoli.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Under The Warehouse utilizza una grafica low poly (sempre più utilizzata come, ad esempio, in Chasing Static) volutamente grezza e brutta. I personaggi sono brutti e tutti uguali tra loro – salvo per alcune divise. Sì, i luoghi riescono a distinguersi tra loro ma purtroppo c’è un riciclo eccessivo di oggetti non “utilizzabili”. Questo rende ulteriormente più facile l’esplorazione in quanto l’oggetto “diverso”, quasi sicuramente, sarà da raccogliere e quindi da utilizzare per procedere nell’avventura.
Ma il vero tasto dolente sono i problemi tecnici. Ci è capitato di notare texture caricarsi in ritardo ma anche di precipitare nel vuoto costringendoci al riavvio. L’episodio più grave è stato però un bug del cursore che, una volta provato a risolvere un enigma, ha iniziato a clonarsi all’infinito. In questo caso, l’unica soluzione, è stata quella di cancellare il salvataggio e ricominciare tutto dal principio. Per fortuna il titolo dura poco ma rimane comunque un problema non di poco conto e che confidiamo possa essere risolto quanto prima con una patch.
Il sonoro non è affatto male. Il titolo offre tre tracce scarse che si ripetono all’infinito, ma inizialmente sono gradevoli e ben riuscite. Una di queste riesce a donare un livello d’ansia notevole e risulta quasi sprecata in un titolo del genere. Infine, da segnalare che il titolo è unicamente in inglese (niente sottotitoli in italiano) ma parliamo comunque di un gioco breve e dai dialoghi semplici.