Sviluppato da Laughing Machines e pubblicato da tinyBuild, Undungeon è un videogioco che contiene al suo interno diverse anime ludiche. Tra queste prevalgono quella narrativa in stile RPG e quella puramente action. Sarà riuscito il team di sviluppo a creare un’opera che possa splendere di luce propria? Noi abbiamo affrontato lo “Shift” sulla Playstation 4 e questa è la nostra recensione!
Undungeon: il multiverso è un concetto di cui sappiamo spaventosamente poco
La struttura narrativa di Undungeon, lo diciamo subito, è sorprendentemente vasta, ben radicata, con una lore generosa di dettagli. La storia dell’opera di Laughing Machines è decisamente verbosa, piena di argomenti da scoprire e approfondire e non tutto ti sarà perfettamente chiaro e forse, in parte, è giusto così. Ma procediamo con ordine. Noi siamo un Araldo, per la precisione, l’Araldo del Vuoto. Agiamo per l’essenza stessa del Vuoto che non può direttamente agire sul creato. Ecco quindi che crea noi per affrontare una missione non di poco conto: salvare il multiverso.
Esattamente, Undungeon introduce da subito il non facile argomento del “multiverso” esponendoci dinanzi a un disastro multidimensionale a cui, ahinoi, non c’è quasi niente da fare. In poche parole, diverse versioni dimensionali di un pianeta si sono fuse improvvisamente tra loro, frantumando il “leggero velo” che le separava e dando vita a un cataclisma di proporzioni epiche e che ha devastato quasi ogni cosa. Tale evento viene chiamato “Shift” (o “Grande Cambiamento”) e i suoi danni sono irreversibili e irreparabili. L’unica cosa che si può fare, è cercare di arginare i danni in vista di un futuro multiverso.
Per fare ciò, veniamo rapidamente introdotti nell’H.U.B., ossia la Herald’s Undercovery Bay, una sorta di organizzazione interdimensionale che fungerà da reale hub (il gioco di parole è furbo ma funziona) oltre che da sede di innumerevoli azioni fondamentali: dalla scelta della dimensione in cui agire, ai dialoghi con personaggi assurdi, passando per il tutorial e diversi individui addetti al potenziamento di armi, organi e quant’altro. Dopo aver fatto la conoscenza di uno stravagante occhio arancione fluttuante che ricorda vagamente Sauron, verremo subito teletrasportati nel primo luogo: un deserto arido e pericolosissimo.
Ed è proprio nel deserto che inizierà la nostra sventurata esperienza, tra i rigurgiti di una vita quasi estinta e circondati da creature sempre più feroci che non vedono l’ora di massacrare qualsiasi cosa. Tra detriti, missioni da risolvere, nemici da sventrare, organi da creare, armi da personalizzare e quant’altro, l’avventura di Undungeon procede non propriamente spedita ma offrendo spunti narrativi decisamente originali e accattivanti. Merito anche del sistema di dialoghi e della già citata lore del gioco. E a tal proposito è bene segnalare che il titolo è interamente in lingua inglese (assenti i sottotitoli in italiano) e che c’è davvero molto da leggere ed è importante capire cosa stiamo leggendo proprio per questioni ludiche che andiamo subito ad affrontare!
Gameplay
Undungeon sembra prima di tutto un action, ma non va assolutamente sottovalutata la sua anima narrativa con cui condivide gran parte dell’esperienza e che andrà a influenzare inevitabilmente il nostro percorso. L’Araldo avrà a che fare con tantissimi personaggi diversi e a seconda delle sue decisioni potrà ottenere ricompense, missioni, aiuti in battaglia (è possibile reclutare alcuni personaggi che combatteranno autonomamente al nostro fianco), stringere alleanze o creare nuovi nemici e soprattutto, influenzare il karma.
Il karma non è un semplice orpello ed è più severo di quanto visto in giochi come Biomutant (e a tal proposito, qui trovi la nostra recensione). A seconda delle scelte che darai e di alcune tue azioni, potresti ricevere o meno alcuni vantaggi che andranno poi a coinvolgere l’altro lato del gioco (quello action). Ma non sempre essere buoni con tutti può aiutare… quindi valuta sempre attentamente di chi fidarti e quanto. Inoltre nei dialoghi ci sono davvero molte occasioni utili. Ad esempio, accettando una missione (ce ne sono di principali e secondarie) potrai nel mentre approfondire chi è il mandante, la sua razza, la sua civiltà, fare domande sulla sua vita e anche ricattarlo. Quasi sempre, infatti, potrai forzarlo a chiedere una ricompensa o ad aumentare la suddetta ricompensa (ma come detto, tutto ha una conseguenza).
E non è finita qui: alcune missioni richiedono un tempo preciso per essere eseguite, segnato in giorni. Riuscire a risolvere la missione nel tempo previsto, avrà risultati ovviamente maggiori. Cosa succede se non risolvi in tempo una missione? Scoprilo! Il gioco in questo si impegna molto e le varianti sono tante e a un certo punto sarai costretto a fare determinate scelte. Infine, tornando a come è strutturata la narrativa, c’è da dire che questa si presenta quasi come un’avventura testuale con tanto di descrizione dei movimenti e delle azioni dei nostri interlocutori. Un dettaglio piacevole e che aiuta al coinvolgimento, andando là dove i pixel non arrivano, giocando con la nostra immaginazione ma richiedendo, al contempo, un maggior tempo di lettura.
L’Araldo in azione
Veniamo ora alla parte action del gioco. L’Araldo (che non è l’unico personaggio che controlleremo) è dotato di attacchi ravvicinati (abbastanza classici) e di attacchi a “distanza” (più originali e tattici). I primi sono delle banali artigliate a loro volta modificate a seconda dell’equipaggiamento. Inoltre, tenendo premuto il tasto azione (in questo caso il quadrato) l’attacco cambierà e diventerà AoE. L’attacco speciale varia a seconda dell’arma che si equipaggia e la stessa tecnica vale anche per l’attacco a distanza e per la schivata.
L’attacco a “distanza”, in realtà, attiva uno scudo che può riflettere i proiettili nemici ma, se tenuto premuto il rispettivo tasto, ecco che rilasciamo una mina pronta ad esplodere allungando i suoi letali aculei. Infine nota per la schivata (affidata al tasto cerchio) che a seconda dell’equipaggiamento, può anch’essa offrire abilità speciali (come il diventare invisibili per alcuni secondi). Imparare a padroneggiare attacco e schivata è fondamentale, e il gioco te lo farà capire abbastanza velocemente anche se, dobbiamo ammetterlo, non tutto funziona come dovrebbe.
Undungeon è un gioco in 2D con una visuale dall’alto e un level design che diventa abbastanza velocemente ripetitivo, ma il problema è un altro. Le zone sopraelevate del livelli vanno a coprire quelle di sotto, celando i nemici e noi stessi, e lasciando unicamente una sagoma trasparente come indicatore. Non è un qualcosa di praticissimo, soprattutto per difendersi dagli attacchi nemici che, a conti fatti, non vediamo. Inoltre, quando i nemici aumentano di numero, la situazione diventa ancora più complicata.
Il caos su campo va a rendere difficile, se non impossibile, uscirne indenni. E essere colpiti, in Undungeon, porta vantaggi non indifferenti ai nemici. Esatto, a seconda del livello di difficoltà che stabilirai a inizio partita, i nemici guadagnano dei bonus ogni qual volta riescono a colpirti. Tale bonus visivamente è tradotto in una serie di stelle (si inizia da una per poi aumentare di colpo in colpo) che appariranno sul nemico mentre, ludicamente parlando, si traduce in un vero e proprio potenziamento avversario. Più i nemici ti colpiscono, più diventano forti e coriacei e quindi, automaticamente, ancora più difficili da abbattere.
Insomma, prendere botte in Undungeon è un qualcosa da evitare ma, come detto, è difficile da evitare. Com’è difficile evitare gli stessi combattimenti che, tolte alcune aree dichiaratamente piene di nemici, saranno casuali e con percentuali di fuga basate molto sulla fortuna. E qui tocca approfondire un altro lato di Undungeon: la mappa. Questa è tanto vasta quanto anonima e costellata da piccole aree in cui potrai “entrare”. Ogni area (o dungeon che dir si voglia) è in pratica una piccola arena dove potrai combattere, comprare oggetti, parlare con personaggi, svolgere missioni o attivare un particolare specchio. Per viaggiare da un’area all’altra, dovrai creare un percorso ed è proprio durante il “viaggio” (che sarà automatico) che potrai incappare in combattimenti casuali.
Come già accennato, nel gioco è inserito un ciclo di giorni e il tempo passa, appunto, proprio durante gli spostamenti tra un’area e un altra. Dovrai immaginare tu quanto tempo trascorrerà ma presto ci farai l’abitudine. Piuttosto abbiamo ancora alcune cose da approfondire. Prima di tutto gli “specchi”, questi fungono da checkpoint e in causa di morte, rinascerai qui. Per quanto riguarda il comprare oggetti, qui la faccenda è più ampia. Undungeon è pieno zeppo di elementi da raccogliere e collezionare. Ogni nemico, a seconda di come viene ucciso, può rilasciare determinati oggetti. In alcuni casi, a corpo intatto, potrai anche sventrarlo per ottenere organi extra.
Potrai anche devastare il paesaggio raccogliendo le cose più disparate e tutto questo va a inserirsi in una fase di crafting inizialmente spaesante ma man mano sempre più chiara. Inoltre, tutti questi elementi possono essere utilizzati per acquistare oggetti. Esatto, non c’è una moneta e si utilizza il baratto. Il commercio cambierà in base al commerciante (che se ti ha in simpatia potrebbe comportare più di un vantaggio) e ovviamente agli oggetti a cui sei interessato.
Un Araldo tutto da potenziare
Passiamo ora al potenziamento dell’Araldo che è sorprendentemente ramificato. Oltre all’equipaggiamento, infatti, potremo mettere mano anche agli organi del nostro orrendo eroe. Ogni organo può apportare diversi benefici passivi ma… possono essere distrutti. generalmente, ogni volta che la nostra vita arriva a zero, perdiamo un organo. Quando finiamo gli organi, moriamo e ripartiamo dallo specchio. Questo può creare presto molta frustrazione, considerando quanto è facile perdere in battaglia e tenendo a mente che creare un organo decente richiede tempo e mooooolti materiali (non tutti facili da reperire).
L’altro elemento potenziabile e livellabile grazie all’esperienza in battaglia è il nucleo. Questi si potenzia sbloccando nuove caselle in cui inserire dei “nodi” che potremo acquistare o recuperare da tesori e cadaveri. I nodi, variabili tra loro, aumentano passivamente alcune nostre statistiche e ci permettono quindi di personalizzare ulteriormente il buon Araldo. Tra l’altro, suggeriamo di cercare nuclei sempre nuovi e di cambiarli più volte in quanto nuclei diversi hanno strutture a rami diversi e possono quindi avere più o meno nodi di un determinato tipo.
Ultimo appunto per gli oggetti di cura e d’attacco. Questi possono aiutarci non poco. I primi comportano però dei rischi dovuti al loro utilizzo. Se vuoi curarti, dovrai lanciare l’oggetto su schermo e poi colpirlo ma… se lo colpisce un nemico, sarà lui a curarsi. Ovviamente, potrai fare lo stesso anche tu coi nemici che proveranno a curarsi. Inoltre, puoi usare questa tecnica per curare i tuoi eventuali alleati (questi se muoiono, saranno persi per sempre, quindi abbine cura). Per gli oggetti d’attacco, molto dipende dalla loro tipologia ma le granate, ad esempio, basterà lanciarle e scappare lontano dall’esplosione.
Grafica e sonoro
Graficamente Undungeon non è male, l’universo in pixel è molto dettagliato e offre scorci interessanti e che ben traducono la confusione causata dallo “Shift”. Purtroppo, le aree si ripetono molto e presto il tutto può venire a noia. Molto meglio i personaggi, alcuni decisamente ben riusciti nella loro stravaganza. Il sonoro è senza infamia e senza lode, mai invadente e con effetti convincenti. Da segnalare alcune incertezze tecniche come dei rallentamenti soprattutto in battaglie numerose.