Sviluppato da Ludomotion e edito da Big Sugar, Unexplored 2: The Wayfarer’s Legacy è il sequel ufficiale di Unexplored e si tratta di un gioco di ruolo con elementi da roguelite dotato di meccaniche complesse, una lore vasta e in costante mutamento e da richiami a strategie e tecniche ludiche estrapolate direttamente da giochi da tavolo. Dopo averlo elogiato e premiato su PC (qui la nostra recensione), siamo tornati a creare un nuovo viaggio su PlayStation 4. Sarà riuscito a confermare le ottime impressioni? Scopriamolo insieme nella nostra recensione!
Unexplored 2 – un nuovo cammino
In Unexplored 2: The Wayfarer’s Legacy impersoneremo e personalizzeremo un Wayfarer, colui che deve portare il Bastone di Yendor a vivere il suo ultimo viaggio. Il bastone, infatti, è destinato a essere distrutto per sempre e per questo va condotto alla forgia primordiale. Questo perché il bastone non è un semplice orpello ma una reliquia dai poteri immensi (che approfondiremo a breve) che può influenzare la realtà, minare gli equilibri e potenzialmente distruggere il creato. Se a questo aggiungiamo che nel mondo c’è un gruppo malvagio con mire espansionistiche… capirai perché il Bastone di Yendor deve essere assolutamente distrutto.
Prima abbiamo detto che potrai personalizzare il tuo Wayfarer ed è vero. Ci sono razze diverse e tu potrai sceglierne una. Col tempo, di morte in morte, da Wayfarer a Wayfarer, le personalizzazioni aumenteranno e non solo riguardo le razze ma anche riguardo le skill e alcuni tratti (che influiranno le relazioni sociali, commerciali e quant’altro). ebbene sì, hai letto bene: cambierai il Wayfarer. Se muore il tuo personaggio, questi sarà morto per sempre e dovrai crearne uno nuovo. Ma occhio, non perderai i progressi del tuo predecessore. Tutte le azioni di un Wayfarer resteranno lì, intatte anzi, si evolveranno e le conseguenze saranno vissute dal successore.
Questo elemento procedurale funziona decisamente bene anche se l’inizio sarà comune a tutti e riguarderà sempre la consegna del Bastone di Yendor e la missione di dover partire per un viaggio il cui scopo è sempre la distruzione. Il fascino della narrativa di Unexplored 2: The Wayfarer’s Legacy è però nel come il mondo si adatta costantemente alle tue scelte. Lasci il segno di missione in missione, di scelta in scelta e ancora una volta: da Wayfarer a Wayfarer.
La lore del gioco è immensa. Troverai città piene di personaggi dotati di storie e approfondimenti, così come librerie piene zeppe di testi da leggere. Purtroppo, questi sono tutti completamente in inglese (totalmente assente l’italiano) ed è in parte un peccato. C’è molto da leggere e la complessità di alcuni testi richiede un certo livello di comprensione della lingua. Noi suggeriamo di prendere il tempo per vivere e assorbire la lore di Unexplored 2: The Wayfarer’s Legacy in quanto è un gioco decisamente più narrativo che d’azione e questo va tenuto in considerazione sin dall’inizio.
Gameplay
Se è vero che la narrativa di Unexplored 2: The Wayfarer’s Legacy è vasta, articolata e in costante mutamento (seppur piena di cliché e inevitabili momenti morti), è anche vero che il gioco ha elementi action così come strategici. E quest’ultima, la strategia, è racchiusa nella costruzione letterale del nostro viaggio. Superato il tutorial (abbastanza esaustivo e utile) saremo catapultati nella mappa che richiama palesemente più di un gioco da tavolo. Qui avremo modo di spostarci nei vari luoghi d’interesse che ben presto si moltiplicheranno notevolmente.
Decidere dove muoverci, a cosa dare priorità e quando muoverci (il gioco include un ciclo giorno notte graficamente ben fatto e con conseguenze ludiche) non è una cosa da prendere alla leggera. Il Wayfarer ha uno scopo principale, vero, ma non tutte le strade sono adatte a noi. Alcune sono palesemente più rischiose mentre altre potrebbero nascondere insidie inaspettate. Tocca quindi prepararci, approfondire determinati luoghi (ad esempio leggendo libri o parlando con personaggi), equipaggiarsi come si deve, tenere d’occhio la stanchezza del nostro eroe (se si è stanchi si perdono punti “hope” a loro volta legati alle nostre personali skill. Se perdiamo troppi punti, perderemo le skill).
Ogni destinazione visibile sulla vasta mappa da gioco è un’area esplorabile. Alcune volte, saremo forzati a entrarci, altre volte decideremo noi se approfondire o procedere oltre. Ogni area racchiude in sé determinati elementi presentati in modo procedurale e potenzialmente imprevedibili. Potrebbe essere un’area deserta e pacifica, un luogo con qualche tesoro, o semplicemente un’area piena di nemici e/o trappole pronte a farci male.
Esplorare in Unexplored 2: The Wayfarer’s Legacy è divertente. Questo perché il mondo di gioco cela in sé più di una sorpresa e l’elemento imprevedibile garantisce quel sapore sano tipico dei roguelite, del non sapere con concretezza cosa può succedere. Ecco quindi che avere del cibo (si può cacciare e cucinare) con cui curarsi diventa fondamentale, così come avere cura del proprio equipaggiamento. Ma occhio, stesso il tutorial ci suggerisce che combattere non è sempre la soluzione ideale. Non c’è un sistema di esperienza e quindi bisogna decidere bene quando scendere in battaglia onde evitare inutili sprechi di tempo ed energia.
Altro elemento di cui tenere conto è l’utilizzo dello stesso Bastone di Yendor. Questi, infatti, se equipaggiato, garantisce non pochi vantaggi ma anche notevoli complicazioni. Se è vero che il suo utilizzo in determinate aree e nella vicinanza di alcuni elementi, può garantire magie devastanti (d’offesa o difesa) e d’interagire in modi inediti con elementi ambientali (tipo abbattere delle barriere), è anche vero che attirerà inevitabilmente il “male” su di noi.
Altro elemento che richiede attenzione riguarda le fasi da gioco da tavolo dove saremo chiamati a un minigioco simile al lancio dei dadi. Ad esempio, per decifrare una tavola o aprire una porta, dovremo sbloccarla facendo uscire un “bollino verde”. Per fare ciò, dovremo andare per tentativi che potranno concludersi anche con un fallimento e un mezzo successo. La riuscita del gioco potrà essere influenzata dalle nostre abilità, da alcuni oggetti e dall’enigma stesso.
Ma com’è combattere in Unexplored 2: The Wayfarer’s Legacy? Non è immediato e non è neanche facile. Il combattimento è abbastanza lento, ogni colpo richiede un tempo di ricarica e questo include tanto noi quanto gli avversari. Inoltre varia di arma in arma (potremo equipaggiarne una per mano e accedere a due set immediati). Ci sono molte armi in Unexplored 2: The Wayfarer’s Legacy, ognuna con un proprio tempo di ricarica e alcune regalano non poche soddisfazioni ma mai sottovalutare i nemici, soprattutto quando presenti in gruppi vasti.
Avremo anche la possibilità di difenderci (viva gli scudi) ma anche qui, bisognerà allenarsi non poco. Questo perché non solo le armi influenzeranno il combattimento ma anche lo stato del nostro eroe che può subire tutta una serie di effetti secondari dovuti alla stanchezza, all’essere o meno bagnato e quant’altro. Tutto ciò garantisce un livello di difficoltà decisamente alto e che a sua volta richiede pazienza, impegno e innumerevoli tentativi. Il gioco quindi, non si mostra adatto a tutti ma ha una potenzialità, racchiusa soprattutto nella proceduralità di aree, eventi e nemici nonché della metodlogia con cui riprende le redini della storia da protagonista a protagonista che lo rendono a suo modo unico.
Ma non tutto è oro ciò che luccica. Unexplored 2: The Wayfarer’s Legacy presenta innumerevoli caricamenti, di area in area, che spezzano inevitabilmente il ritmo di gioco. Inoltre, su PlayStation 4 si notano dei rallentamenti vistosi quando ci si sposta sulla mappa di gioco e quando su schermo ci sono troppi nemici o soggetti. Un peccato in quanto la resa visiva e tecnica del gioco, seppur povera di dettagli, regala un colpo d’occhio notevole.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando Unexplored 2: The Wayfarer’s Legacy si difende bene su console. La sua grafica simil cartoon, povera di dettagli ma dotata di una palette di colori vivace e accattivante, rende a suo modo al gioco una sua identità visiva. Peccato però che a lungo andare, la varietà di luoghi e nemici va inevitabilmente a ripetersi con una certa costanza, rendendo di fatto ogni viaggio, più o meno uguale se non per il posizionamento di elementi e le tipologie di quest. Elemento comunque comune a gran parte dei roguelite.
Purtroppo sono presenti anche alcuni bug che in diverse occasioni ci hanno costretto a riavviare il gioco come l’essere bloccati nel menù. Ma questo è un qualcosa che il gioco stesso sa e dice. Esiste infatti la possibilità di “sbloccarsi” artificiosamente in determinate situazioni. Il gioco però ammonisce di non abusare di questa tecnica per ottenere vantaggi di gioco pena diverse conseguenze.
Il sonoro si difende molto bene, con effetti e musiche piacevoli e difficilmente ripetitive.