L’industria dei videogiochi sta vivendo una fase di trasformazione, la quale porterà a una maggiore predominanza di alcuni gruppi e aziende, infatti essi si stanno adattando ai diversi cambiamenti ed ha possibili nuovi scenari. Tra i protagonisti di questa nuova era c’è Unity, il quale nonostante i miliardi di dollari che genera vuole imporre nuove regole a coloro che useranno le loro tecnologie.
Unity: un abuso o una richiesta legittima?
Unity, la celebre azienda nota per il motore grafico con l’omonimo nome, ha annunciato un cambiamento nel suo sistema di monetizzazione che ha scatenato le proteste degli sviluppatori. La compagnia chiederà una commissione per ogni installazione dei videogiochi realizzati con il suo motore, oltre ad una commissione per la vendita delle copie. Questo cambiamento colpirà soprattutto i giochi che hanno avuto un buon successo commerciale, tuttavia saranno colpiti anche i titoli presenti in servizi di abbonamento come Xbox Game Pass e PlayStation Plus.
Unity sostiene che questa misura riguarderà solo una piccola percentuale di sviluppatori, infatti i sistemi di misurazione calcoleranno le installazioni dei giochi equamente. Ovviamente gli sviluppatori si sono lamentati della mancanza di trasparenza e dell’impatto negativo sul loro modello di business. Alcuni addetti ai lavori hanno anche minacciato di abbandonare Unity per passare all’Unreal Engine di Epic Games, insomma una situazione delicata che può cambiare la vita di molti lavoratori.
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