Unmaze è un titolo sviluppato da ARTE Experience che sarà presto disponibile sia per Android che per IOS. Noi abbiamo avuto l’opportunità di giocarlo in anteprima e siamo pronti a dirti cosa ne pensiamo. Partiamo subito con il dire che si tratta di un titolo molto particolare, capace di distaccarsi appieno dai canoni comuni di videogioco, portandoci in un mondo del tutto singolare.
Il gioco si ispira liberamente alla mitologia greca, già dall’enorme labirinto che fa da fulcro all’avventura. I protagonisti dovranno destreggiarsi attraverso strane strutture, colossi, simboli e soprattutto templi. L’influenza greca è chiaramente visibile, a partire dagli enormi portoni che ci permetteranno di accedere a nuove location fino ad arrivare alle strane creature che popolano il luogo.
Gli sviluppatori hanno voluto mischiare moderno e classico, mito e realtà, crudeltà e bellezza. Potrebbe infatti capitarti di assistere a duri scontri tra minotauri intenti a uccidersi, oppure ritrovarti ad ammirare paesaggi vasti e meravigliosi, in questo titolo che ha molto da offrire ai giocatori che decideranno di sorvolare sui piccoli ma frustranti difetti che si porta dietro!
A metà tra un gioco e una graphic novel
Unmaze mette da subito le cose in chiaro, lo scopo principale dell’esperienza è il raccontare una storia, quindi il gameplay passa in secondo piano.
Fin da subito ci ritroveremo nei panni di Ariadne, una giovane ragazza che da poco ha perso la madre e piena di sensi di colpa di cui non conosceremo mai il volto, che attraverso uno speciale cristallo in grado di mostrare una mappa non troppo accurata, dovrà fare da guida ai nostri due altri protagonisti, rispettivamente il fratello e il suo fidanzato, intrappolati in un tetro labirinto apparentemente senza via d’uscita.
Perché siamo finiti qui? Che posto è questo? Chi sono quelle strane creature? Sono solo alcune delle domande che ti terranno incollato allo schermo in questa fantastica avventura!
Un sistema di gioco che non sempre convince!
Uno dei principali difetti di Unmaze è anche uno dei suoi più grandi punti di forza. Questo paradosso apparentemente senza logica è in realtà una sfida che ci accompagnerà per tutta la nostra avventura: una delle prime cose che ti saranno richieste una volta aperto il gioco sarà quella di regolare il tuo sensore di luminosità.
Questo perché per tutta la tua avventura in Unmaze, ogni volta che dovrai cambiare personaggio o compiere alcune sequenze di gioco, sarà necessario trovarti rispettivamente sotto una fonte di luce o in un ambiente buio.
Per esempio, se vorrai guidare Theseus (il fidanzato di Ariadne) dovrai rimanere in un ambiente luminoso. Se invece vorrai guidare Asterion (il fratello della protagonista) dovrai fare il contrario. Vi sono tantissimi modi per simulare luce e buio. Potrai per esempio tenere una mano sopra il sensore di luminosità del tuo telefono, stare a diretto contatto con il sole e così via.
La dinamica è molto interessante e dà sicuramente un senso di originalità a Unmaze, non nascondiamo che l’idea di provare questa interessante feature all’inizio ci elettrizzava e incuriosiva molto.
Il problema però sorge quando in certe sequenze di gioco dovrai passare velocemente da un estremo all’altro. La frustrazione ci ha assalito ben più di una volta, sbagliando operazioni elementari per via del sensore di luminosità non precisissimo.
Immagina di essere sul tuo letto di sera e di dover passare da un ambiente buio a uno molto luminoso, il più delle volte non sarà sufficiente accendere una luce, a meno di mettere il telefono a pochi centimetri da essa.
La calibrazione è sì importante, ma purtroppo molte volte non basta ad arginare ogni singolo problema. Una cosa è certa, scordati un’esperienza di gioco da divano. Dovrai essere sempre pronto a cambiare ambiente in base alla sua luminosità!
Per fortuna, però, Unmaze ci viene incontro allo scopo di limitare questa meccanica: a metà del primo capitolo, infatti, sbloccherai un’importante feature che ti permetterà di bloccare la luminosità su chiaro o scuro. Questo ti consentirà di giocare in maniera più tranquilla focalizzandoti per esempio su uno dei due personaggi.
I cristalli sono la chiave di Unmaze!
Nel corso delle tue lunghe sessioni di esplorazione, molto spesso ti troverai a dover raccogliere dei cristalli speciali. Questi cristalli potranno poi essere usati come guida per raggiungere l’uscita dei vari stage di Unmaze.
L’unico modo per riuscire a garantirti questi cristalli è quello di esporli prima alla luce e poi subito dopo al buio (o viceversa, in base al personaggio in uso) il tutto andrà fatto in pochissimi secondi. Questi frangenti di gameplay, per via dei problemi dei sensori poco sopra citati, possono diventare davvero frustranti.
Una trama capace di catturare
Nel corso dell’avventura di questa graphic novel apprenderai sempre più vicissitudini relative ai protagonisti, imparerai a conoscerli ma allo stesso tempo scoprirai di più sul luogo in cui sono intrappolati. Una delle dinamiche più apprezzate di Unmaze è stata senza dubbio la possibilità di avere più scelte di dialogo.
Questa feature, anche se non sempre implementata al meglio e senza grosse ripercussioni sulla trama, fa sicuramente immergere molto di più in Ariadne, in quanto sarai tu stesso a prendere decisioni al posto della donna. Potrai decidere se dare libero sfogo alla disperazione che lei prova, essere razionale, oppure abbandonarti alla rabbia che si porterà dietro in determinati frangenti di gioco.
Sarai infine tu a decidere se essere schietto e sincero nei confronti dei due malcapitati oppure se cercare di assecondarli e consolarli al meglio delle tue possibilità senza abbandonarli.
Decidi il destino dei protagonisti
Il destino di Theseus e Asterion è intrecciato. Abbandonarne uno e stare più tempo con l’altro potrebbe avere gravi ripercussioni. Infatti procedere nei livelli comporterà un costo per uno dei due sventurati, che sia Theseus o che sia Asterion, l’unico modo per proseguire è che uno dei due perda un briciolo della propria umanità per diventare un po’ più bestia.
Il destino dei due è nelle tue mani. Chi farai soffrire? Chi sarai disposto a sacrificare per il bene dell’altro?
Inoltre, se non sarai tu a guidare i protagonisti, essi proveranno a proseguire da soli. Molte volte perdendo l’orientamento o rischiando la vita. Sei tu la loro guida e sei tu la loro unica speranza e spetta a te scegliere la luce, l’oscurità o entrambe.
Di certo il finale del gioco dipenderà prevalentemente dalle tue decisioni. Perfino i protagonisti ti faranno notare le tue mancanze se deciderai di abbandonarli al proprio destino.
Il fattore rigiocabilità di Unmaze non manca!
Vi sono moltissimi luoghi del tutto particolari da visitare all’interno dei 5 diversi capitoli che guideranno la tua avventura in Unmaze. Risulta quasi impossibile entrare in ogni singolo monumento dei labirinti, in quanto prendere una strada ne oscurerà un’altra. Il fattore rigiocabilità è quindi molto presente.
L’esperienza di gioco si aggira sulle tre ore, ma possiamo assicurarti che per avere una visione completa di ogni singolo angolo dei labirinti, dovrai impiegare perlomeno 3 run. Inoltre, è presente più di un finale, il tutto ovviamente dipenderà dalle tue scelte di gioco.
Un comparto tecnico senza infamia e senza lode
Partiamo subito con il dire che Unmaze non presenta (al momento della nostra prova) la lingua italiana ma solo il francese, l’inglese, il tedesco, il portoghese e il russo. Però ci sentiamo di tranquillizzarti, non serve una grossa conoscenza dell’inglese per riuscire a seguire il gioco.
Inoltre non è presente nessun tipo di doppiaggio, i disegni verranno accompagnati da dialoghi interattivi in cui sarai tu a decidere come rispondere.
Parlando dei disegni di Unmaze, a noi sono piaciuti molto! Sono senza dubbio in grado di rappresentare correttamente moltissimi scenari mitologici al meglio. L’utilizzo del bianco e nero si è rivelata una scelta molto azzeccata, donando un tocco di tetro a un’opera che si regge perfettamente in piedi sulle sue sole gambe.
Unica nota negativa è data dal comparto audio. Le musiche non ci hanno per nulla impressionato non riuscendo a donare particolare enfasi ai momenti di gioco.