Assassin’s Creed e Prince of Persia sono state due tra le saghe che hanno segnato maggiormente l’immaginario videoludico. Sono, fra le altre cose, la testimonianza del ruolo cruciale che ha avuto Ubisoft nella storia dei videogiochi.
Tra Rayman, il Principe, Vaas ed Ezio Auditore, la software house ha dimostrato di sapere produrre personaggi memorabili e storie uniche. Tuttavia, sapevi che nel caso di due delle saghe più famose c’è stata un’influenza reciproca?
Assassin’s Creed è nato come “alternativa” a Prince of Persia
Ebbene sì: Assassin’s Creed, il cavallo di battaglia di Ubisoft, è stato creato come spin-off di Prince of Persia.
Dopo l’enorme successo della trilogia del Principe su PS2 (Le Sabbie del Tempo, Spirito Guerriero, I Due Troni), la software house voleva fare approdare la saga anche sulla nuova generazione di console.
Il nuovo titolo del Principe di Persia su PS3 avrebbe dovuto ridefinire il genere action-adventure, potenziando la componente stealth: i giocatori avrebbero potuto uccidere i nemici silenziosamente per poi fuggire sopra i tetti, in mezzo alla folla o in tortuosi vicoli.
Secondo Patrice Desilets, l’allora Game Director della saga Ubisoft, non fu difficile implementare dinamiche stealth e parkour: già le avventure del Principe, infatti, basavano molto del loro gameplay su acrobazie, corse sui muri, salti improbabili.
La vera difficoltà, secondo Desilets, fu creare un nuovo gioco in cui il protagonista fosse proprio il Principe: l’idea iniziale era, infatti, rendere il giovane persiano la guardia del corpo del figlio del re. Dato che l’obiettivo finale del protagonista era l’uccisione del sovrano, il titolo provvisorio del nuovo capitolo divenne Prince of Persia: Assassin.
Tuttavia, il Principe non era un personaggio adatto a ricoprire questo ruolo. “Il Principe non è propriamente un personaggio d’azione” ha dichiarato Desilets. “È colui che aspetta di diventare un re, non un avventuriero. È qualcuno che aspetta che il padre o la madre muoiano per prendere il loro posto; è l’eterno numero due di un’organizzazione”.
Il Director decise quindi di sostituire il Regno di Persia con la Confraternita degli Assassini, in modo da “diluire” il Principe (il futuro Altair) all’interno di un gruppo più ampio. Così facendo, il protagonista rimase di fatto il numero due: Altair, infatti, divenne il braccio destro di Al Mualim, il Maestro a Capo della Confraternita in Terra Santa.
La scelta del nome, Assassin’s Creed, fu insomma quasi spontanea; tuttavia, il titolo ottenne un tale successo che Ubisoft decise di concentrare tutti i propri sforzi sulla nuova saga.
Prince of Persia continuò la propria storia con l’uscita di nuovi capitoli: nel 2008 venne rilasciato il reboot dallo stile grafico cartoon (un gioco, a mio parere, ingiustamente dimenticato) e poi, nel 2010, vide la luce Prince of Persia: Le Sabbie Dimenticate, il cui gameplay troppo arretrato e la trama banale ne segnarono, purtroppo, l’insuccesso.
Il canto del cigno per la saga fu l’uscita del film live action targato Disney nel 2010; tuttavia, era ormai chiaro a tutti che Altair ed Ezio avevano totalmente rubato la scena al povero Principe.
La fiaccola della generazione era ormai stata passata.