Violenza nei videogame e relative implicazioni nella vita reale.
Un argomento scottante, e come tale spesso ci siamo sentiti in dovere di trattare, per cercare di far emergere un dibattito serio sulla questione, lontana da luoghi comuni e semplificazioni dannose.
Un nuovo studio ha valutato il comportamento di videogiocatori per un periodo di dieci anni, arrivando alla conclusione che non può essere dimostrato alcun legame tra l’uso di videogiochi, anche violenti, ed un comportamento antisociale nella vita reale.
Lo studio in questione, pubblicato il 18 Dicembre del 2020, si chiama “Growing Up with Grand Theft Auto: A 10-Year Study of Longitudinal Growth of Violent Video Game Play in Adolescents“, dei ricercatori Sarah M. Coyne e Laura Stockdale della Brigham Young University, negli Stati Uniti.
Violenza e videogame: la ricerca scientifica prosegue per cercare di capire se esiste una correlazione
Nella loro ricerca sono stati fatti una serie di studi che hanno esaminato l’impatto dell’utilizzo di videogiochi, con diversi livelli di violenza, sul comportamento aggressivo. In questo campo la ricerca longitudinale (ovvero la raccolta dei dati relativi alla variazione di uno o più fattori in tempi diversi nella vita di uno stesso individuo) è rara e gli studi già esistenti hanno lasciato poco spazio alla variabilità individuale nelle traiettorie del gioco violento dei videogiochi.
L’attuale studio ha utilizzato un approccio incentrato sul singolo individuo, seguito per un dieci anni, per esaminare traiettorie, predittori e risultati del gioco con dei livelli di violenza al suo interno. Sono emersi tre gruppi di individui: alta violenza iniziale (4%), moderata (23%) e bassa crescita (73%).
L’elevata violenza iniziale e i gruppi moderati hanno mostrato un modello curvilineo di gioco violento ai videogiochi nel tempo, mentre il gruppo con bassi incrementi è leggermente aumentato nel gioco violento nel tempo. L’elevata violenza iniziale e i gruppi moderati avevano maggiori probabilità di essere maschi, e quelli nel gruppo di alta violenza iniziale avevano maggiori probabilità di essere depressi nella prima ondata.
Non c’era alcuna differenza nel comportamento prosociale (ovvero quei sentimenti positivi che ci fanno preoccupare per le altre persone, come ad esempio l’ empatia) nel punto temporale finale tra tutti e tre i gruppi, ma gli individui nel gruppo moderato hanno mostrato i livelli più alti di comportamento aggressivo nella parte finale.
L’anno scorso l’Oxford Internet Institute ha pubblicato uno dei più definitivi fino ad oggi studi incentrati sulla violenza nei videogiochi e se questa rende gli adolescenti violenti nella vita reale.
Risposta breve: no, non ci rende più violenti. Il videogioco non è mai la causa scatenante di un atteggiamento violento nella vita reale. Il che non vuol dire che tutti i videogiocatori siano dei santi immacolati, ci mancherebbe, ma che semplicemente non c’è correlazione tra le due cose. Un violento sarebbe tale con o senza l’esperienza dei videogame, che anzi potrebbero aiutarlo a gestire il suo malessere.
Probabilmente lo sapevi già perché se ci fosse un collegamento saremmo tutti in prigione da un pezzo.