Utawarerumono: Zan è un RPG, rifacimento della visual novel Utawarerumono: Mask of Deception rilasciato nel 2015, con l’aggiunta di dinamiche hack and slash e beat ’em up. Il titolo è esclusiva PlayStation 4 con tematiche di azione e fantasia, ispirate ad alcuni miti e leggende della tradizione giapponese.
Gameplay
Il primo aspetto che colpisce di Utawarerumono: Zan è, senza alcun dubbio, la meccanica di gameplay; le combo risultano spettacolari da vedere e sono dinamiche, fluide e variegate. Ogni personaggio, possiede ed esibisce un suo personalissimo stile di combattimento in battaglia.
Alternando un massimo di quattro personaggi all’interno del party prima di ogni missione, è possibile dare vita a combo davvero di notevole impatto e estremamente divertenti.
I personaggi sono 12 in totale ed è possibile sbloccarli solo proseguendo la storia principale del gioco. Il sistema di personalizzazione dei nostri protagonisti è soddisfacente, è possibile cambiare loro abito, abilità speciali e potenziarli in base alle loro caratteristiche, con l’utilizzo di bonus points (punti bonus) e di monete di gioco dette “sen”. Le funzioni legate al gameplay sono molteplici e verranno spiegate con dei tutorial davvero chiari e semplici. Dunque, perdersi un passaggio sarà davvero difficile, anche grazie al riepilogo del sistema di gioco che compare sempre durante i caricamenti.
Il secondo aspetto positivo del titolo è senz’altro il sound che ha un impatto davvero immediato e gradevole all’orecchio, con tracce che riescono ad accompagnare perfettamente ogni combattimento, trasmettendo l’energia e l’euforia giusta al giocatore.
Le cose positive però, non sono terminate qui.
La grafica in stile anime 3D di Utawarerumono: Zan è davvero notevole, aggraziata e ben caratterizzata, con qualche richiamo a titoli giapponesi che hanno fatto la storia dei videogiochi come Final Fantasy.
Se pensate che una volta terminata la storia principale, potete mettere da parte il titolo, vi sbagliate. Utawarerumono: Zan infatti, gode di un vasto ventaglio di modalità di gioco che verranno, in parte, sbloccate con il proseguimento della trama principale: battle recollections, free mission, battle arena e multiplayer online.
La battle recollections è la modalità di gioco che ci consente di rivivere tutte le missioni affrontate durante la storia principale, la free mission è una modalità che racchiude una serie di missioni di più ampio respiro, come la raccolta di oggetti particolari, e che contengono al loro interno sia quest secondarie contrassegnate dal colore blu, sia le quest principali della missione, contrassegnate dal colore arancione.
La modalità battle arena si sblocca successivamente (essendo più complessa) e ha come caratteristica l’uso esclusivo di un personaggio nel party, contro dei mostri o nemici specifici. La modalità multiplayer, ovviamente, riguarda la possibilità di svolgere delle missioni con altri giocatori online, ma ne parleremo in modo approfondito a seguire.
I difetti di Utawarerumono: Zan
Il primo che ho notato è il timer visibile all’interno di ogni missione, dalla storia principale al multiplayer del titolo. Il tempo a nostra disposizione non è proporzionato alla difficoltà delle missioni, spesso risulta davvero eccessivo, specie in alcune quest davvero semplici e sbrigative.
Il timer in un gioco deve mettere pressione e trasmettere adrenalina al giocatore, spingendolo a fare il meglio che può, usando tutte le abilità a sua disposizione per terminare la missione prima dello scadere del tempo. Questo concetto non è applicabile se il numero di minuti a disposizione dell’utente è troppo ampio, spesso sarà portato a dimenticarsene totalmente. Oltre al fatto che non siamo di fronte a un open world la cui esplorazione può richiedere tempo supplementare, in Utawarerumono: Zan, ci muoveremo sempre all’interno di aree molto piccole, dove perdersi è davvero impossibile ed esplorare poco probabile.
Quello che mi ha fatto storcere il naso è sicuramente la monotonia degli scenari e delle missioni del titolo; alla fine della fiera, purtroppo c’è una ripetitività eccessiva sia dell’uno che dell’altro elemento. Tutte le modalità riprendono gli stessi scenari proposti nella storia principale che, purtroppo, sono davvero pochi. A parte le missioni arena, alla fine, tutte le modalità di gioco propongono sempre la stessa solfa, raccogliere oggetti e combattere una schiera di mostri o soldati con un tempo infinito a propria disposizione.
L’esperienza di gioco nel suo complesso rimane molto fluida, ho riscontrato solo un piccolo bug: nel momento in cui un personaggio passa sul cerchio di una missione, tende a slittare e a muoversi per conto suo per qualche secondo. Un problema che è facilmente risolvibile con una patch successiva.
Multiplayer
La modalità multigiocatore risulta anch’essa molto fluida. C’è la possibilità sia di introdursi in una partita già iniziata oppure crearla da zero, scegliendo la missione e l’ambientazione. Durante le partite sarà possibile comunicare tramite una chat semplificata per organizzare la strategia da adottare con gli altri giocatori. Una volta avviata la missione, solamente l’host può raccogliere oggetti e avviare le successive parti della quest, ma tramite il sistema di comunicazione questo non risulterà un problema.
Inoltre, il gioco ha la premura non solo di inserire il livello di difficoltà delle missioni (pratica ormai scontata), ma anche di dividere per colore le missioni che si possono svolgere in uno o più utenti.
In definita però, purtroppo, la cooperativa online ripropone più o meno le stesse identiche missioni delle altre modalità e questo alla lunga potrebbe annoiare il giocatore e spingerlo ad abbandonare il titolo dopo pochissime settimane.
Sinossi
La trama si incentra su un uomo (Haku) che si sveglia privo di memoria in un luogo a lui ignoto. Attaccato da un gruppo di mostri detti Buro-Gigiri, viene salvato da una ragazza di nome Kuon che si prenderà cura di lui per tutto il corso della storia.
I due si uniranno ad un gruppo di mercenari, capeggiati da un certo Ukon, che li assolda per eliminare i Gigiri che minacciano la tranquillità del villaggio. Dopo il successo della missione, Kuon e Haku decidono di seguire il gruppo nella capitale retta da un imperatore incompetente, da lì incominceranno le loro peripezie.
La narrazione di Utawarerumono: Zan, risulta carina ma poco strutturata. I personaggi vengono introdotti troppo repentinamente e non tutti in modo adeguato. Il fatto che la trama di questo capitolo sia la sintesi di Mask of Deception si nota tantissimo, forse, in modo eccessivo; si percepisce che c’è qualcosa che manca o che è stato tagliato nella trama.
Nel complesso la storia non è male ma non è neanche straordinaria, in più l’intervallo tra le scene e il gameplay è poco equilibrato. Di fatto, pur essendo una visual novel, sarebbe stato meglio aggiungere qualche momento di azione in più per non annoiare l’utente e riequilibrare la situazione.