Utopia 9: A Volatil Vacation è uno shooter facente parte della categoria “twin sticks”, ovvero quei titoli dove si fa un uso massiccio dei due stick appunto, come richiama la sottocategoria. Un genere questo che soprattutto negli anni 90 ha visto molti titoli (anche se la maggior parte trascurabile) e che, dopo qualche anno di apparente pausa, pare stia ritornando in auge.
Nintendo Switch in particolare ha il compito di riesumare un genere che sembrava morto e defunto. Nel giro di poche settimane infatti sull’ibrido Nintendo sono stati pubblicati Travis Strikes Again: No More Heroes e il gioco che abbiamo testato in questi giorni sviluppato da Utopia 9, per l’appunto. Ne sentivamo la mancanza? Cerchiamo di capirlo grazie a questa review.
Rimini Rimini con gli alieni
L’incipit narrativo sicuramente è molto bizzarro. Il nostro alter ego che controlleremo nel corso dell’avventura è un turista che deve arrivare in questa località di vacanze chiamata Utopia 9 appunto. Peccato che una volta giunti, il nostro malcapitato turista si ritroverà ad affrontare orde di alieni pronti a ucciderci! Sarà ovviamente nostro compito sopravvivere a tutto questo e arrivare all’ufficio del turismo per lamentarci di questa pessima accoglienza e vendicarsi degli assassini mutanti.
La struttura è di classico scorrimento con la visuale dall’alto e progressione a livelli, dove dovremo abbattere gli alieni che ostacoleranno il nostro cammino. Fortunatamente, avremo la possibilità di utilizzare armi tecnologicamente avanzate che vanno dalla semplice pistola fino a sofisticate bombe, mine, lanciarazzi o fucilazzi ignoranti, più alcune varianti e migliorie delle stesse. La moltitudine di armi e gingilli a nostra disposizione è piuttosto varia, e questo è un aspetto senza dubbio positivo di Utopia 9, anche grazie a un buon sistema di crafting che in alcuni punti dei livelli permette al protagonista non solo di potenziarsi, ma anche di fondere vari componenti che scoviamo nel progredire dei livelli.
Da un punto di vista pratico, il gameplay è piuttosto semplice. Si utilizzano principalmente i due stick analogici dei joy con, dove lo stick sinistro serve per muovere il personaggio mentre quello destro per mirare. Il tasto ZL ha la funzione dell’arma primaria, mentre il dorsale ZR è adibito all’utilizzo di quella secondaria. I due dorsali L e R avranno il compito di sfruttare alcuni strumenti per indebolire i nemici, come ad esempio la possibilità di “flashare” gli alieni con il flash della macchina fotografica o colpirli con la nostra borsa da viaggio. Con la croce direzionale sarà possibile “scambiare” le armi facendo passare l’arma primaria a secondaria o viceversa. Un gameplay abbastanza semplice concettualmente e discretamente funzionante, anche se il nostro alter ego si muove in maniera un po’ impacciata e poco reattiva, rendendo sovente un po’ complicato mirare gli avversari.
Un viaggio a senso unico
La caratteristica peculiare, ma anche un po’ “antipatica” di Utopia 9, consiste nel fatto che in caso di morte siamo costretti a ricominciare da capo. In pratica non esistono salvataggi veri e propri o checkpoint, perché dal momento che gli alieni ci faranno fuori, siamo costretti a ricominciare dall’inizio. Non solo, ma l’alieno che materialmente ci ucciderà, assimilerà la nostra forza, rendendosi quindi ancora più forte e con il concreto rischio di ritrovarcelo sulla nostra strada nella run seguente. Un metodo secondo me troppo proibitivo e frustrante per allungare la longevità e il grado di difficoltà del titolo, anche perchè i livelli non sono poi molti. Spesso viene voglia di affrontarli superando tutto e tutti solo per arrivare alla fine del livello, ma capite bene che così facendo crolla completamente il concetto di shooter, dato che Utopia 9 nasce come sparatutto. L’unico elemento che manterremo intatto allorchè passeremo a miglior vita, sono i cosiddetti “travel points“, ovvero un punteggio che si incrementa progredendo nel gioco e che ci consentirà nelle stazioni apposite, di migliorare i parametri e acquistare qualche arma più potente. Anche ricominciando da capo, i punti di viaggio per fortuna non si azzerano.
La difficoltà generale oltretutto non è nemmeno bassa; spesso e volentieri ci vediamo accerchiati da orde di alieni che richiedono parecchi colpi per essere abbattuti. Fortunatamente, nei livelli sono sparsi numerosi barili esplosivi che possono essere colpiti e che risultano essere essenziali per sconfiggere più alieni possibile e con un solo colpo.
La situazione migliora un po’ se si gioca con un amico, perché banalmente sono due i personaggi che si alternano e quindi gli sforzi sono adeguatamente suddivisi. Anzi, a dirla tutta sembra quasi che il gioco sia stato programmato per rendere al meglio giocato con un amico, caratteristica possibile sia sul televisore che in modalità portatile, anche ponendo i joy con orizzontalmente. Tuttavia, un titolo di questa tipologia dev’essere pensato anche per rendere al meglio giocato in single player, e non è il caso di Utopia 9.
Anche sul fronte tecnico non si segnalano miracoli. Il frame rate non è sempre stabile, soprattutto ci sono tanti elementi su schermo. Problema che si accuisce in modalità portatile. Anche i dettagli e la pulizia generale è nel complesso scadente, anche se bisogna tenere parzialmente in considerazione che stiamo parlando di un titolo sviluppato originariamente nel 2016. Molto buoni invece alcuni effetti dovuti alle esplosioni.
Utopia 9: A Volatil Vacation è insomma un titolo molto impegnativo, tecnicamente un po’ arretrato e con un sistema di morte e respawining eccessivamente frustrante, specie se giocato da soli. Lo consigliamo solo se siete malati degli shooter twin sticks e magari avete un amico che lo è in egual modo, perché la buona varietà di armi e la quantità industriali di mostri alieni da abbattere lo rende in alcuni momenti anche adrenalinico. Finché morte non vi separi…