Ci sono giochi che, con le loro ambientazioni e le loro atmosfere, riescono a far immedesimare completamente il giocatore nell’avventura che sta giocando. Sarà stato in grado Uventa di far sentire noi di iCrewPlay totalmente calati nei panni del personaggio che stavamo utilizzando? Scopritelo nella nostra recensione!
La scuola degli orrori
In Uventa ci troveremo a vestire i panni di una semplice guardia notturna, la quale è stata condotta dal suo sfortunato fato a lavorare in una scuola abbandonata. Fin dall’inizio di questa avventura horror, l’atmosfera del gioco si dimostra davvero pesante e terrificante. Il titolo è ambientato in Russia, come detto in precedenza in una scuola abbandonata, e i luoghi nei quali ci troveremo nel corso del gioco si presentano fin da subito cupi, bui e freddi. Non saremo mai completamente rilassati, ci sentiremo costantemente in pericolo, nonostante nelle prime battute di gioco non avremo contatto con nessun’altra presenza. L’unico strumento che avremo in nostro aiuto dall’inizio sarà una torcia, che con il suo fascio di luce ci permetterà di vedere meglio nel buio della scuola. Mentre gireremo nel cortile dell’istituto abbandonato, sentiremo dei rumori, e come previsto dal nostro lavoro, ci avvieremo alla ricerca di una porta che ci permetta l’ingresso nell’edificio. Una volta all’interno, ci aggireremo attraverso quelli che un tempo furono i corridoi. Qui inizieranno ad accadere i primi fatti che ci faranno percepire che qualcosa non va. Strani suoni e oggetti che si muovono da soli aumenteranno la tensione che fin dall’inizio ci ha accompagnati, seppur in modo meno invasivo. Ad un certo punto, nella mensa della suola, accadrà il fatto che darà la svolta all’avventura: sopra ad uno dei tavoli sui quali i bambini mangiavano, scopriremo il cadavere di un nostro collega, circondato da una pozza di sangue. All’improvviso, verremo attaccati da uno strano individuo, il quale con un colpo sferrato da un’arma da taglio ci tramortirà. Qui inizia l’avventura vera e propria, che ci vedrà impegnati ad indagare su ciò che realmente sta accadendo all’interno del nostro luogo di lavoro. Le varie peripezie ci porteranno a trovare un cellulare, tramite il quale degli inquietanti messaggi accompagneranno ogni nostra azione.
Alcuni ostacoli
Il gameplay di Uventa è davvero molto semplice, in quanto ci vedrà semplicemente muoverci attraverso i vari ambienti di gioco utilizzando la torcia per illuminare il nostro cammino e, all’occorrenza, leggere i messaggi che di tanto in tanto arriveranno misteriosamente sul telefono che troveremo nelle fasi iniziali del nostro “viaggio”. Unico elemento a sfavore del gameplay è rappresentato da alcuni degli “oggetti di scena” presenti nelle stanze e nei corridoi della scuola abbandonata nella quale ci troviamo. Questi, in alcuni casi, sono disposti in modo troppo proibitivo per quanto riguarda il proprio superamento, contribuendo a rendere alcune sezioni di gioco concitate frustranti, in quanto faranno in modo che il giocatore dovrà rigiocarle qualche volta di troppo per riuscire a superarle. L’intelligenza artificiale del gioco rappresenta, secondo il nostro umile parere, una vera e propria chicca. Senza volere spoilerare nulla ai lettori, non saranno rari i casi in cui i “nemici” ci stupiranno arrivando da un lato piuttosto che dall’altro, facendoci prendere degli spaventi davvero “importanti”. Le cose che rendono un horror ben realizzato, sono rappresentate dal fatto che il giocatore non si annoi mai e sia sempre invogliato a continuare a giocare. Uventa rispetta in pieno queste due caratteristiche. Il giocatore sarà sempre teso, si sentirà costantemente minacciato, ma nulla lo farà demordere dal volerne sapere di più sugli strani fatti che accadono all’interno dell’istituto abbandonato.
Un’atmosfera davvero ben realizzata
Cosa può essere fondamentale, per il successo di un gioco horror, se non l’ambientazione? Gli ambienti in cui l’avventura si svolge, insieme all’atmosfera nella quale il giocatore si troverà immerso, rappresentano una caratteristica che ogni sviluppatore, nel creare un gioco di questo genere, non può assolutamente trascurare. E i ragazzi di BlackRat, questo, hanno dimostrato di saperlo. Nonostante la grafica non faccia gridare al miracolo, nel complesso le ambientazioni risultano più che gradevoli alla vista. Ogni ambiente è ben sviluppato, e con dettagli differenti dal precedente, e grazie a questo raramente l’esperienza di gioco risulterà ripetitivo. Se poi si considerano anche gli effetti sonori ben realizzati, che contribuiscono all’immedesimazione del giocatore, si capisce che gli sviluppatori hanno davvero fatto centro nella creazione di Uventa. Unica pecca è rappresentata dalla longevità del titolo, che è fin troppo breve.
Per gli appassionati di giochi horror, secondo il pensiero di chi scrive, Uventa rappresenta un titolo da possedere, in quanto con la sua atmosfera tetra e la sua trama riesce a coinvolgere completamente il videogiocatore.