Il fenomeno Valheim non ha ancora cessato di far parlare di sé. Neanche noi di iCrewPlay abbiamo potuto fare a meno di commentare più e più volte quello che ad oggi è probabilmente il titolo svedese più giocato al mondo. A poco meno di un mese dall’uscita, il survival d’ambientazione vichinga sviluppato da Iron Gate AB e pubblicato da Coffee Stain Publishing aveva già raggiunto i quattro milioni di giocatori.
Come succede di solito, con la popolarità sono arrivati anche i modder, e in gran numero. Uno di questi è Brandon Mousseau, ingegnere informatico statunitense che si è divertito a dotare Valheim di una modalità VR. La mod si chiama VHVR ed è tutt’ora in fase beta.
Valheim VR, sì o no?
La scelta di proporre la realtà virtuale in un titolo che viene giocato normalmente con la visuale in terza persona lascia perplessi, anche se è vero che in Valheim è disponibile già di fabbrica la visuale in prima persona. Certo è che il genere survival, per di più per quanto riguarda un videogioco ricco di natura come quello di cui stiamo parlando, si presta poco ad una visuale in prima persona (non riuscirei a pensare di giocare un Conan Exiles o un Ancestors: The Humankind Odyssey senza vedere il mio personaggio ed avere una veduta più larga dell’ambiente circostante).
C’è chi potrebbe mettere in campo l’argomentazione più efficace, vale a dire, quella dell’immersività. Ebbene, al di là del fatto che ci sono almeno sette generazioni di gamer a dimostrare che non occorre la realtà virtuale per sentirsi assorbiti in un videogioco, per il momento giocare Valheim in VR significa dover penalizzarne ulteriormente il comparto grafico, già di per sé non eccellente (è anche vero che si tratta ancora della versione early access del titolo). Questo ulteriore taglio di gambe alla grafica consiste essenzialmente nel dover disattivare anti-aliasing, effetto bloom e motion blur, opzioni il cui inutilizzo potrebbe far storcere il naso ai gamer più esigenti.
Quali che siano i risvolti, bisogna tenere presente che si tratta di una manovra totalmente indipendente di un appassionato che ha utilizzato le proprie conoscenze tecniche per dotare un prodotto che verosimilmente apprezza di qualcosa di nuovo.