Sviluppato da Play Cute, Varenje si presenta come un indie puzzle game all’apparenza alla portata di tutti, grandi e piccini, ma che in realtà nasconde uno scenario molto oscuro. Si tratta infatti del mondo immaginario di un assassino, ricoverato in un ospedale psichiatrico a causa della sua nevrosi compulsiva, ossessionato dal gioco a cui sta giocando e dai suoi risultati.
Sotto questo punto di vista sembra quasi che prenda in giro tutti quei giocatori ossessionati dai risultati che ottengono in un determinato videogioco e ne vogliono ottenere sempre di migliori, ma non solo, il gioco vuole affrontare fatti realmente accaduti ma interpretati in modo sbagliato dall’opinione pubblica, ovvero che i videogiochi rendono le persone violente fino a farle diventare degli assassini. La trama, quindi, è leggermente complicata da interpretare, ma non irrilevante per il corso del gioco, anche se lo sviluppatore sembra quasi essersi soffermato più sul gioco in sé che sulla narrazione.
Uno sguardo al gameplay, alla grafica e alla musica
Durante la nostra avventura ci troviamo ad esplorare svariati mondi, che rappresentano i sogni del nostro personaggio, caratterizzati da una grafica che ricorda quella di Scribblenauts. Ricordano molto anche le ambientazioni fiabesche di “Alice nel paese delle meraviglie”, soprattutto per i colori accesi e per le immagini. Un’altra cosa curiosa della grafica è il cambio di stile durante le cutscene, che possiamo ovviamente decidere di saltare se vogliamo velocizzare il gameplay, ma che consiglio di guardare per meglio capire il contesto. La grafica in quei momenti utilizza dei disegni molto più realistici e per certi versi quasi surreali, mentre durante il gioco, come detto prima, abbiamo più una grafica cartoonesca.
In questi mondi dobbiamo andare alla ricerca di oggetti per creare macchinari e combinazioni di oggetti che generalmente ci permettono di proseguire nel gioco o per avviare diversi tipi di enigmi, come il completamento o il riordinamento di un’immagine, la ricerca di una parola chiave per aprire una cassaforte e tanto altro.
In linea di massima gli enigmi sono abbastanza semplici e facilmente risolvibili. Nel caso in cui ci trovassimo in difficoltà ci viene data la possibilità di saltarlo, tramite un tasto con l’icona di un punto esclamativo, e andare direttamente alla narrazione corrispondente. Quasi tutti questi puzzle da risolvere sono seguiti da una parte narrativa.
Durante il gioco ci troviamo a parlare con diverse personalità, come la nostra psichiatra (visto il luogo in cui in realtà ci ritroviamo rinchiusi), un investigatore ed una renna che rappresenta la nostra mente e, probabilmente, tutti i nostri desideri più reconditi.
Ad un certo punto ci troviamo anche a confessare di aver ucciso alcune persone a causa di vari videogiochi espressamente citati, come ad esempio Mario Bros, Tetris, Counter Strike, Grand Theft Auto e così via. Molto divertente l’inserimento di giochi universalmente conosciuti per la loro non violenza inseriti in un contesto apparentemente fuori luogo, a meno che saltare sui Goomba in Super Mario possa realmente renderci tutti degli spietati assassini?
Il gioco è localizzato in lingua Italiana per quanto riguarda i testi scritti, mentre le voci dei dialoghi sono solamente in lingua inglese. Il problema non si pone perché abbiamo anche i sottotitoli in Italiano che ci permettono di seguire il filo della storia senza perderci. La localizzazione italiana è fatta molto bene e non ho trovato alcun tipo di refuso.
Il gameplay è molto semplice, ma complesso sotto il punto di vista dei puzzle da risolvere. Per certi aspetti il gioco ha molte similitudini con giochi simili, come ad esempio Grim Legends 3: The Dark City. La complessità del gioco è data proprio dal riuscire ad avere un occhio abbastanza attento per trovare gli oggetti che ci servono per il continuo della storia e dal riuscire a pensare fuori dagli schemi.
Anche se possiamo chiedere degli aiuti, questi non ci vengono dati in modo immediato, il gioco cerca comunque di metterci alla prova. Dovremo risolvere un puzzle, molto semplice in realtà, in cui posizionare dei lamponi rossi nei giusti spazi. Solo a quel punto otterremo l’aiuto, non preciso, ma che in modo molto grossolano ci fa capire in quale zona concentrare lo sguardo per trovare l’oggetto.
Il gioco sfrutta un sistema di stanze in cui possiamo muoverci liberamente con il classico stile di un punta e clicca. All’interno è possibile trovare anche dei punti in cui utilizzando il clic sinistro del mouse abbiamo la possibilità di zoomare per osservare alcuni oggetti da vicino.
Nonostante Varenje sia nato solo per tastiera e mouse, supporta anche lo Steam controller con l’adattamento dei tasti a quelli appunto della tastiera e del mouse, non troppo scomodo a dire il vero. I tasti sono molto semplici da imparare, si tratta per lo più di cliccare col mouse e trascinare sul punto giusto.
Per quanto riguarda la musica è molto rilassante e si adatta perfettamente al gioco, anche se a lungo andare diventa ripetitiva e fastidiosa. Spesso infatti mi son sentita costretta a togliere il volume. Varenje è dotato di salvataggio automatico, pertanto, se chiudiamo accidentalmente il gioco, nel momento in cui lo riapriremo la partita riparte dall’ultimo salvataggio automatico.