Il museo del cinema di Torino ospita per la prima volta un’esposizione permanete dedicata ai videogiochi, che comprende diversi oggetti esposti in una saletta dedicata. Seguendo lo stile del resto delle esposizioni, anche l’area game propone piccole vetrine dove si possono osservare figure, sceneggiature e persino oggetti di natura tecnica, come le maschere per il motion capture.
Non si trovano quindi titoli giocabili o console, ma una vera e propria esposizione museale, in linea con il resto del museo del cinema. Una scelta che mostra la volontà di portare i videogiochi con una coerenza di fondo, dando al medium lo stesso trattamento che hanno avuto i film protagonisti del museo.
L’esposizione, infatti, è stata curata da Domenico De Gaetano, direttore del museo, e da Fabio Viola, in collaborazione con l’Università degli studi di Torino. In sala era infatti presente anche il professore Riccardo Fassone, che da sempre si impegna nel dare rilevanza al medium videoludico.
L’inaugurazione della Video Game Zone con David Cage
L’inaugurazione si è aperta con vari interventi, tra cui quello di Fabio Viola, che ha da subito sottolineato come lo sforzo del museo del cinema sia stato profuso nel tentativo di declassificare materiali di sviluppo, che finalmente possono uscire dagli archivi dei developers per trovare spazio in un’esposizione museale. E visto che ciò che viene musealizzato diventa cultura, parliamo di un passo degno di nota.
Sempre durante lo stesso intervento, Viola ha raccontato di come questo sforzo sia soltanto l’inizio di un lungo percorso, che dovrebbe poi concretizzarsi nell’ampliamento della collezione stessa o, comunque, in continui cambiamenti dei materiali esposti.
David Cage a Torino
L’inaugurazione dell’esposizione ha poi proseguito con l’assegnazione del premio Stella della Mole, solitamente dato a coloro che hanno in qualche modo contribuito all’innovazione dei media audiovisivi. In questo caso, a ritirare il premio è stato David Cage, game director di Quantic Dream.
Chiaramente, la presenza di Cage in particolare è dovuta soprattutto allo stile dei suoi titoli, incentrati così tanto sulla storia da essere definiti da alcuni giocatori come film interattivi. Nonostante il comparto ludico delle avventure Quantic Dream abbia da sempre suscitato qualche dissidio tra gli appassionati, è stata proprio l’unicità di quest’ultimo a essere il motivo principale del premio assegnato a Cage.
Detto in altre parole, i videogiochi Quantic Dream sono stati reputati innovativi (tenendo conto in particolare delle basi gettate da Fahrenheit) per via della loro vicinanza al mondo del cinema e della scelta di narrare storie complesse e mature.
La masterclass finale
L’inaugurazione ha poi proseguito con una masterclass, dove David Cage ha parlato di suoi titoli, iniziando in ordine cronologico e finendo con l’imminente Star Wars Eclypse. Ogni videogioco è stato commentato dallo sviluppatore, che di fatto ha parlato di tutto il suo percorso.
Con Fahrenheit, ad esempio, spicca la volontà di Cage di creare una storia che possa toccare tematiche mature, ma anche in grado di rappresentare scene di vita quotidiana.
L’idea di Heavy Rain, invece, viene dalla volontà di far riflettere il giocatore sul concetto di amore, riassunto nel tipico modo di dire “farei di tutto per te”. Da qui l’idea: cosa vuol dire veramente fare di tutto? Cosa saremmo disposti a fare per proteggere chi amiamo? Cage voleva che la risposta a queste domande fosse in dilemmi morali dai toni grigiastri.
Beyond e Detroit: Become Human sono invece stati la prosecuzione di queste idee base, dove gli sviluppatori hanno cercato di proporre storie mature, a loro volta ricche di dilemmi morali che possano mettere in gioco i valori in cui crede il giocatore.
L’evento è stato quindi decisamente ricco e, soprattutto, si pone come l’inizio di un’esposizione permanente nel Museo del Cinema di Torino. Chiaramente, da appassionati non possiamo che essere felici di questo sforzo, che probabilmente si concretizzerà in altro materiale da vedere.