Forse non tutti sanno che la disciplina della psicologia e l’industria dei videogame sono strettamente connesse tra loro. Già a partire dal secolo scorso, gli sviluppatori hanno riscosso enorme successo implementando tanti piccoli trucchi per assicurarsi che i giocatori sperimentassero una certa pressione psicologica nel continuare a giocare – e continuassero così a spendere.
Oggi questo fenomeno non è certo scomparso, ed anzi, è aumentato in maniera ancora più insidiosa, e spesso siamo soggetti a tattiche manipolatorie senza nemmeno saperlo. La conoscenza è però potere, e oggi voglio elencare alcune di queste tecniche così che anche tu sarai pronto a riconoscerle se verranno usate per spillarti qualche soldo!
5: Tick tock; il tempo limitato nei videogame
Avevamo già parlato più nel dettaglio di come il tempo, e la pressione del tempo che sta per scadere, sia uno dei trucchi più efficaci ed utilizzati in questo articolo dettagliato. Riassumendo, spesso gli sviluppatori di giochi per cabinati creavano un tempo limite per inserire un nuovo gettone dopo un game over, così che il giocatore fosse costretto a prendere velocemente una decisione.
È difficile compiere scelte razionali quando hai poco tempo per valutare ogni aspetto, e gli psicologi, così come i creatori di videogiochi, lo sanno bene. Potresti pensare che questo sia un fenomeno contenuto solo ai vecchi arcade, ma sfortunatamente non è così; ancora oggi, in particolare nei giochi gratuiti, ti vengono proposti vari bonus come pacchetti di miglioramento a tempo limitato in sconto, ma solo se li acquisti entro 24 ore; premi per chi torna ogni giorno nell’app, offerte, e via dicendo, che sfruttano tutti lo stesso principio: la pressione del tempo che passa.
4: Skin e lootbox, rarità e gioco d’azzardo
Non credere che il gioco d’azzardo nei videogames si fermi alle slot nei bar o al minigioco nei primi Pokémon! Ancora oggi è presente in tantissimi giochi, ed assume molte forme diverse. È già stato dimostrato in diversi studi psicologici che la dopamina è una sostanza nel cervello che viene rilasciata quando mangiamo, durante attività ricreative positive e quando si fa uso di droghe – ed anche nei momenti precedenti ad una ricompensa incerta.
Cos’è il gioco d’azzardo se non una successione di momenti con ricompensa incerta? Durante questa attività, viene rilasciata continuamente dopamina, nelle stesse zone che si attivano durante l’utilizzo di droga, e produce cambiamenti permanenti nel cervello. Nei videogame, le lootbox sono state dimostrate avere il medesimo effetto, e gli individui che ne comprano molte sono gli stessi più soggetti a sviluppare dipendenza dal gioco d’azzardo, e non è una coincidenza.
Aprire bustine su FIFA, le skin per le armi di CS: GO, la meccanica di rarità da comune a leggendaria, sono tutti elementi che svolgono la stessa funzione, ovvero rilasciare dopamina nel cervello del giocatore, in modo che torni e spenda altri soldi. Se tutto ciò è eticamente dubbio in un utente adulto, bisogna chiedersi l’effetto sui videogiocatori più giovani nel lungo andare.
3: Fallacia del costo irrecuperabile (Sunk Cost Fallacy)
Ti è mai capitato di pensare “Non posso fermarmi ora, ho già investito così tanto!” oppure “Anche se sto continuando a perdere, ormai ho investito così tanto, la vittoria è di sicuro dietro l’angolo!”? Sono entrambi affermazioni molto comuni, e derivano da un bias umano che tende ad ignorare le probabilità statistiche reali, e ad aumentare il valore di un oggetto o azione in base a quanti sacrifici sono stati compiuti nel tentativo di ottenerlo.
Così un videogame anche noioso dobbiamo giocarlo, perché insomma, ormai i soldi li abbiamo spesi! Allo stesso modo, una relazione tossica vale la pena essere continuata se ci ha fatto soffrire e se dura da molto, se non troviamo quella skin leggendaria nelle prime 100 lootbox, beh, tanto vale continuare, arrivati a questo punto…! Anche se poi le tue probabilità di vittoria non vengono intaccate da ripetuti tentativi.
Anche questo è un trucchetto psicologico ben risaputo dagli sviluppatori, in particolari quelli che lavorano agli MMO e ai free to play. Nel momento che tu investi una qualsiasi (anche modica) cifra di denaro in un gioco, o fai abbastanza progressi, questo meccanismo nel tuo cervello “scatta” e rende pian piano sempre più difficile abbandonare quel determinato titolo, perché “ormai ci ho speso soldi, tanto vale continuare” oppure “mi dispiace abbandonare il mio personaggio di livello 80, anche se non mi diverto più così tanto”.
Questa fallacia è presente nella vita di tutti i giorni, e spesso è difficile da riconoscere. Se mai ti dovesse capitare di pensare “ormai sono arrivato fin qui”, o frasi simili, ti invito a fermarti e riflettere se davvero ne vale la pena continuare. Detto questo, sei arrivato fin qui nell’articolo, perché non finire di leggerlo?
2: Togli la cera, vendi la cera
Una tattica privilegiata dagli sviluppatori è rimuovere alcune funzionalità “standard” per poi rivendertele più avanti nel gioco. In particolare, tutti i bonus che ti permettono di “risparmiare tempo” sono maggiormente colpevoli. In Assassin’s Creed Odyssey puoi comprare dei risparmia-tempo per avere aumenti permanenti all’esperienza guadagnata, e velocizzare il gioco saltando le missioni secondarie.
Pagare per giocare di meno può sembrare assurdo, ma i creatori inseriscono sezioni “noiose” apposta nei videogiochi per poi venderti l’opportunità di saltarle o renderle più veloci. La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra ha dovuto cambiare completamente la parte finale del gioco dopo tutte le lamentele ricevute proprio per questo motivo.
1: Pressione sociale
Uno dei trucchi più usati e conosciuti è la pressione sociale. Tutti abbiamo bisogno di essere riconosciuti come desiderabili, benvoluti e apprezzati dai nostri pari, e invece cerchiamo di evitare di essere esclusi o diversi il più possibile. Giochi come Fortnite o League of Legends utilizzano questa paura “innata” vendendoti skin cosmetiche. Sono status symbol, associate ai giocatori con più disponibilità economiche o che giocano di più – e implicitamente quindi più abili.
Non è una associazione ovvia, ed è perlopiù inconscia, motivo per il quale chi difende queste pratiche solitamente utilizza la scusa “ma sono solo cosmetici, non influenzano il gioco!”, sottolineando la loro presunta innocenza. La verità è però che se anche non modificano le tue abilità nel gioco, cambiano la tua percezione degli altri, e viceversa. Preferiresti avere un compagno di squadra con o senza skin? Probabilmente con, perché significa che ha investito soldi nel titolo, di conseguenza tempo, che risulta in abilità.
La pressione sociale fa sì che anche tu voglia essere riconosciuto come desiderabile, abile, capace e serio, non diverso dai tuoi compagni/amici che la skin già la hanno, e così ne comprerai una, magari due, poi chissà quante. Fai attenzione allora a non farti influenzare da queste pratiche in superficie innocenti, e scegli razionalmente se vuoi investire del denaro reale in un gioco che magari smetterai di giocare dopo un anno!