Videogiochi: fanno male oppure no? Come ogni cosa, se portata all’esagerazione può creare dei danni e nessuno lo mette in dubbio, ma la stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dichiarato come il prodotto videoludico in sé non faccia male; anzi, pare essere proprio il contrario di quanto dichiarato da Marco D’Amore: attore e registra della quinta stagione di Gomorra, serie portata su schermo grazie a Sky.
La stessa serie che divenne talmente famosa da aver ricevuto una petizione da parte della community per ricevere la trasposizione videoludica. La richiesta era stata portata sotto agli occhi di 2K Games, in modo da poter produrre qualcosa di molto simile a Mafia. Effettivamente, il publisher in questione non sembra essere stato l’unico a essere stato nominato all’interno di questa petizione; troviamo aziende come Ubisoft, Activision Blizzard, Rockstar Games e tante altre.
Possiamo dedurre che l’attore Marco D’Amore non sarebbe affatto felice se ciò andasse in porto? A quanto risulta tramite un’intervista fatta da Beatrice Bertuccioli sul Quotidiano Nazionale, Marco trova i prodotti videoludici pericolosi per i nostri ragazzi.
Videogiochi nuovamente sotto al mirino e questa volta è tutto italiano
“Mi sembra davvero immorale accusare Gomorra di provocare emulazione quanto basterebbe conoscere i videogiochi con i quali passano il tempo i ragazzi” dice Marco D’Amore, mettendo in evidenza la violenza usata in questi prodotti dove vengono mostrati futuri distopici, esaltando un comportamento molto negativo e che potrebbe essere preso come esempio.
La domanda presentata da Beatrice Bertuccioli riguardava la accuse mosse verso Gomorra che lo vedevano al centro di una disputa accesa: crea suggestione e imitazione nei ragazzi d’oggi? L’attore mette anche in evidenza il fatto che da giovane preferiva idolatrare i miti della letteratura dove, magari, esistevano scene abbastanza particolare e non per questo è diventato un omicida. Sempre con la consapevolezza che dietro le spalle aveva un contesto familiare adatto a stare dietro a un ragazzo.
Uscite infelici? Probabilmente sì, come è altrettanto probabile che ci sia una mancanza d’informazione alla base di quanto dichiarato. Attualmente, i prodotti ludici digitali risultano essere non solo un prodotto d’intrattenimento, ma anche adatto per chi percorre studi scolastici (specialmente d’infanzia) o sanitari (in caso di malattie particolari). Considerati un aiuto prezioso per combattere diverse malattie mentali e una spalla importante per migliorare l’apprendimento dei giovani d’oggi. Ovviamente sotto l’occhio vigile di genitori e insegnanti, come detto dall’attore durante l’intervista.