Videogiochi in grado di riprodurre i sapori? A quanto pare, la risposta è sì e viene direttamente dal Giappone. Un professore del Sol Levante è riuscito a riprodurre i sapori del cibo tramite uno schermo TV sviluppato appositamente per l’esperimento. L’obiettivo era quello di ricreare un’esperienza sensoriale di alto livello ed è stato possibile grazie a questo dispositivo chiamato Taste the TV (TTTV).
“L’obiettivo è consentire alle persone di vivere l’esperienza di qualcosa come mangiare in un ristorante dall’altra parte del mondo, anche restando a casa” ha dichiarato il professore.
Come funziona, però, il TTTV? Al suo interno sono stati installati ulteriori 10 dispositivi che conterranno i sapori nella loro forma liquida (ovviamente di dimensioni ridotte) e quest’ultimi verranno letteralmente spruzzati combinandosi fra loro; in questo modo verranno ricreati i sapori dei cibi che più amiamo o che vogliamo provare. No, non è come pensi: il dispositivo non spruzzerà in aria il sapore in questione. Verrà messo in una pellicola igienica su uno schermo TV piatto e non dovrai fare altro che leccarlo.
Videogiochi da leccare? Non proprio, ma potrebbe essere possibile grazie a Miyashita
Immagina poter vedere su schermo, durante una partita, il protagonista che assaggio un determinato cibo (come in Uncharted 4: Fine di un Ladro) che, nella realtà, non esiste. Immagina poterlo provare e conoscere, così, qualcosa che fino ad oggi era impensabile. Il nome del creatore di questo lavoro è, per l’appunto, Homei Miyashita; in realtà non è stato da solo a lavorare in questo enorme progetto. Insieme a lui erano presenti un team di circa 30 studenti della Meiji University. Tranne, però, per il prototipo del TTTV.
Se fosse già in commercio, questo prodotto costerebbe all’incirca $875. Un costo spropositato per moltissime tasche, è vero, ma che in questo periodo di pandemia potrebbe essere un’ottima opportunità per sentirsi meno “a casa”. Specialmente per la sua seconda funzione: lavorativa e di apprendimento. A livello scolastico può risultare un’ottima opportunità per sommelier e cuochi, ovviamente per far provare loro sapori non conosciuti e ampliare la loro conoscenza.