Prima della pandemia le loot box erano al centro del dibattito nei mercati più importanti, alcune organizzazioni e autorità le ritenevano un pericolo per i minori e volevano regolarle come il gioco d’azzardo. Tuttavia con il tempo l’interesse si è affievolito e i risultati sono stati contrastanti, come nel caso del Regno Unito.
Videogiochi: le lotto box sono un pericolo
Recentemente l’UKIE ha pubblicato gli 11 principi che il settore dovrebbe seguire per affrontare le loot box, i quali sono stati creati per attenuare le preoccupazioni del governo britannico su questo tipo di meccaniche. L’obiettivo principale dell’UKIE è proteggere i giocatori minorenni, chiedendo alle aziende di fornire informazioni semplici e trasparenti sui loro sistemi di loot box e sulla sicurezza, infatti un punto fondamentale riguarda l’implementazione di controlli che impediscano ai minori di partecipare direttamente ai sistemi di loot box, a meno che non abbiano il consenso dei loro genitori o tutori.
L’UKIE propone anche una campagna di informazione pubblica, in cui le aziende di videogiochi devono spiegare in modo chiaro e conciso cos’è una loot box, come funziona e quali sono le responsabilità e i rischi che comporta, dando così una maggior informazione ai cittadini.
Ovviamente non è tutto dato che alle aziende viene richiesto di indicare chiaramente la presenza di loot box nei loro videogiochi, così come le informazioni sulle probabilità di ottenere un determinato oggetto, una skin, uno strumento o qualsiasi altra cosa correlata. Infine alle aziende viene chiesto di migliorare i loro processi di rimborso nel caso in cui un minore abbia speso in loot box senza il consenso dei genitori. Queste raccomandazioni sono praticamente obbligatorie, dato che le compagnie dovranno attuarle se vorranno evitare reclami o indagini governative.
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