Videogiochi: hanno mai avuto una capitale tutta loro? Dal 2021 possiamo dire di sì ed è una capitale tutta italiana! No, non si tratta di Roma, magnifica città italiana protagonista in diversi giochi come Ryse – Son of Rome e di cui ha l’onore di ospitare il primo Museo del Videogioco, il Vigamus.
Parliamo di Torino, città conosciuta per il suo mistero e la Fiera del Cioccolato più prestigiosa del paese. Torino si affaccia nuovamente in questo settore in continua espansione, un incremento confermato dai dati del 2020 che mostrano un incremento degli introiti superiore del 21,9% rispetto al 2019. Dati che, ovviamente, continuano a evolversi mese dopo mese. Specialmente nel periodo di quarantena forzata che abbiamo vissuto agli inizi del 2020, dove sono state molte le persone che hanno generato uno o più acquisti videoludici. Senza parlare degli investimenti nel settore.
Addirittura c’è stato un aumento sulle compere dell’almeno 72% per moltissimi italiani, secondo un report di Nintendo sul tempo passato dalle persone sui videogiochi per console o su altre piattaforme. Insomma, forse grazie alla pandemia o meno, il mondo videoludico è un settore in crescita e più qualcosa cresce, più c’è bisogno di novità e collaborazione, oltre che a nuovi progetti. E ci hanno pensato Ogr, 34BigThings e Microsoft con ID@Xbox a dare una ventata d’aria fresca per aiutare le startup sempre più in crescita, specialmente dopo l’arrivo del Tax Credit Videogame in Italia.
La collaborazione di queste società ha portato alla creazione di Quickload powered by Ogr Torino, un programma di accelerazione 4.0 tutto italiano ma sfruttabile da tutta l’Europa intera. Questo rende Torino come la capitale videoludica per eccellenza e che la renderà, nonostante lo sia già da un po’ di mesi, un punto di riferimento.
Videogiochi: non solo più di nicchia, ma diventano dei veri e propri protagonisti dell’economia europea e mondiale
Se nel 2020 il settore videoludico ha generato un profitto pari a 2,1 miliardi di euro, nel 2021 quale numero raggiungerà? Una bella domanda che, per ora, non può avere una risposta concreta se non dai dati forniti dall’OMS e dalle varie aziende che creano sondaggi mirati all’interno del settore.
Sondaggi, come quello creato da IIDEA alcuni mesi addietro, che fanno capire come le società italiane stiano prendendo sempre più piede. Il progetto Quickload powered by Ogr Torino, grazie all’hub creato appositamente per questa esperienza, Tech Revolution Factory, aiuterà le startup nella loro creazione dall’inizio alla fine. Per poter riuscire in ciò, però, bisogna rispettare degli iter.
Se hai un progetto in mente, di qualsiasi genere esso sia (ovviamente sempre riferito al settore di competenza), potrai procedere alla candidatura fino al 20 settembre. Dopo di che il progetto, verso novembre, creerà un evento in presenza dove indicherà i candidati selezionati che avvieranno questa esperienza dal 6 dicembre fino al 27 maggio dell’anno successivo. Un’esperienza di sei mesi dove potrai essere affiancato da esperti accuratamente selezionati.
Non è facile poter essere scelti tra le centinaia di richieste, questo perché la selezione avverrà tramite una commissione internazionale esperta e che dovrà gestire i 100.000 dollari finanziati da Microsoft. L’idea alla base della propria startup incentrata sui videogiochi, quindi, deve essere molto convincente.
“Il gaming è un settore sul quale Ogr Torino ha scommesso sin dall’inizio.” dice Massimo Lupacci, CEO di Ogr Torino e continua: “Con questa esperienza ci aspettiamo di consolidare la nostra presenza a livello europeo in ambiti caratterizzati da elevati tassi di sviluppo, consolidando la mission di Ogr come hub per l’accelerazione e l’innovazione d’impresa al servizio del Paese. Il percorso, che si aggiunge agli altri sette programmi di innovazione già attivi presso Ogr Tech, rafforza la partnership con Microsoft e con alr torinese 34BigThings”.
L’Italia sempre più coinvolta: dagli sviluppatori alle società
In Italia sono anni che gli sviluppatori di videogiochi, accademici ed esperti vari si impegnano per mostrare come il videogioco, in sé, non sia più un mondo incentrato sui bambini e che può essere anche un ottimo spunto sia per lo studio scolastico, sia per un aiuto concreto per tutte quelle persone in difficoltà. Una battaglia che, pian piano, sta dando i suoi frutti; Torino è la città che si è maggiormente incentrata sulle nuove tecnologie e ai nuovi eventi, come per gli eSports.
Il merito non va solo a Torino, ma anche a tutti gli italiani che hanno, e continuano, a lavorare nelle varie aziende sparse per il mondo portando la bandiera italiana. Un esempio? Carlo Ivo Alimo Bianchi, CEO e Creative Director di Storm in a Teacup (situata in Roma) e che attualmente rappresenta i soci developer italiani di IIDEA. Un altro esempio? Carlo Barone che attualmente è brand manager di Riot Games.
Sono tantissimi gli italiani scelti grazie ai propri meriti per la creazione e la gestione dei videogiochi e ciò non fa che influire positivamente sul mercato. Abbiamo parlato di 34BigThings e come possiamo non nominare il CEO e Strategist della società? Valerio Di Donato!