L’anno 2023 è stato molto positivo per i giocatori, i quali hanno potuto godere di numerosi videogiochi di successo e di una maggiore offerta di piattaforme e servizi. Tuttavia lo stesso non si può dire per l’industria, dato che ha dovuto affrontare una serie di sfide e difficoltà che hanno portato a una drastica riduzione del personale e alla chiusura di molti studi.
Videogiochi: una crisi devastante
Secondo le statistiche raccolte da layoffs.fyi, un sito web che monitora i licenziamenti nel settore tecnologico, l’industria videoludica ha perso più di 6100 posti di lavoro tra gennaio e settembre 2023, una cifra che potrebbe essere ancora più alta se si considerano le aziende che operano nel campo del Web3 o delle competizioni di eSport, le quali non sono incluse nei dati. Questo significa che circa il 10% dei licenziamenti totali nel settore tecnologico, la quale ha visto oltre 240.000 dipendenti perdere il lavoro in più di 1000 aziende nel 2023, sono avvenuti nell’industria dei videogiochi.
Nel primo trimestre dell’anno ben 24 aziende hanno subito licenziamenti, tra cui Activision Blizzard, che ha ridotto il 10% della sua forza lavoro, e ArenaNet, la quale ha chiuso due studi in Europa. Nel secondo trimestre il numero di compagnie è salito a 40, con casi rilevanti come quelli di Electronic Arts, che ha chiuso tre studi in Australia, Brasile e Giappone, e di Sony Interactive Entertainment, che ha licenziato diversi dipendenti in Europa e negli Stati Uniti.
Nel terzo trimestre la cifra di aziende coinvolte è scesa a 39, ma con un aumento significativo del numero di licenziamenti a settembre, il quale ha registrato il record di licenziamenti con Unity ed Epic Games, due giganti del settore che hanno recentemente annunciato un’ondata di licenziamenti che ha colpito rispettivamente 900 e 830 dipendenti. L’industria dei videogiochi ha vissuto un anno molto difficile dal punto di vista occupazionale, a causa della crisi economica generata dalla pandemia globale e dalla transizione verso la nuova generazione di console, questo ha portato a una maggiore pressione e concorrenza tra le aziende, le quali hanno dovuto adattarsi ai cambiamenti del mercato e alle esigenze dei consumatori.
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