Per l’articolo d’opinione di questa domenica il testimone è passato a me. Sono contento di aver questa opportunità dopo l’ottimo lavoro svolto dai miei colleghi perché era da tempo che aspettavo l’occasione giusta per parlare dell’argomento di oggi: i videogiochi utilizzati come metodo di riabilitazione motoria.
Tutto incominciò durante il mio primo anno di università, abitavo con un mio vecchio compagno di liceo che aveva iniziato a studiare Fisioterapia. Essendo lui un tipo molto loquace, mi parlava spesso delle sue lezioni e di tutte le sue scoperte durante le giornate di tirocinio. Un giorno mi raccontò della sua giornata e della conferenza a cui aveva partecipato. Il tema centrale di quell’evento era proprio il modo in cui venivano utilizzati diversi videogiochi (molto semplici in realtà) per aiutare i pazienti colpiti da paralisi cerebrale (dovuta a diverse patologie) a recuperare alcune funzioni motorie… inutile dire che ne rimasi subito affascinato, anche perché in quello stesso periodo avevo iniziato a scrivere per iCrewPlay.
Nel corso di tutto queste tempo ho continuato a informarmi sull’argomento, poiché mi ha sempre affascinato. Spesso però ho letto e sentito di persone molto scettiche a riguardo, una volta mi capitò di leggere che questa pratica era “solo un altro modo di lucrare sulle disgrazie altrui“. A quel punto mi sono chiesto:” Come mai tutto questo astio nei confronti di quest’alternativa (la riabilitazione tramite videogiochi, ndr) alla normale riabilitazione motoria? Si tratta di una pratica già in uso in moltissime strutture sanitarie, le pubblicazioni scientifiche ne confermano l’efficacia, ma perché allora molta gente non crede ancora in questo progetto?”.
Riabilitazione Motoria con l’uso di Videogame, come funziona?
Prima di rispondere alle domande che mi sono posto, è bene farsi almeno un’idea generale dell’argomento. Non entrerò troppo nel dettaglio, poiché non possiedo abbastanza conoscenze in merito (e perciò mi scuso per alcune inesattezze che potrebbero nascere), mi limiterò a proporti le fonti ufficiali e un loro piccolo riassunto.
L’opinione di base è quella per cui i videogiochi, soprattutto quelli progettati appositamente (ma secondo alcune fonti anche quelli tradizionali che girano sulle nostre console), aiutino il paziente nel recupero delle sue funzioni motorie rendendo meno tediosi, ma più “divertenti“, tutti gli esercizi necessari. Dove possibile, si tratterebbe di un’alternativa alla classica fisioterapia. Questi metodi sono più utilizzati sui bambini colpiti da Paralisi Cerebrale (CP), come potrai immaginare è più facile dire “è il momento dei tuoi videogiochi quotidiani” a un bimbo piuttosto che “è il momento dei tuoi esercizi quotidiani“. Un altro fattore che non deve esser trascurato è quello psicologico (e non solo in ambito motorio): andare per più giorni alla settimana in una clinica per la fisioterapia è sicuramente più demoralizzante di svolgere i propri esercizi a casa davanti a un videogioco progettato appositamente.
L’argomento di cui mi parlò inizialmente il mio vecchio amico (ormai quasi Fisioterapista a tutti gli effetti!) è quello del Motor Imagery. Si tratta di una pratica utilizzata soprattutto in casi di lesioni cerebrali dovute a Ictus, queste lesioni purtroppo pregiudicano notevolmente le abilità motorie del paziente. In seguito a questi danni è necessario ricostruire le aree del cervello danneggiate, ma farlo chirurgicamente è impossibile: bisogna spronare il cervello a farlo da sé. Per riuscirci, si collega il paziente a delle apparecchiature (come a una pedana in pieno stile Nintendo Wii Balance Board, per intenderci) che misurano diversi parametri come la postura, il carico del peso sulle gambe e via dicendo. Dopodiché si fornisce un feedback visivo al paziente tramite uno schermo (o anche tramite un dispositivo per la Realtà Virtuale): se il paziente tende a caricare la maggior parte del peso su una sola gamba, sullo schermo gli viene mostrato che sta candendo o scivolando dal lato corrispondente, il cervello percepisce la situazione e “immagina“ il movimento per contrastare la caduta attivando le aree cerebrali danneggiate e favorendo la nascita di nuovi collegamenti che, sul lungo periodo, serviranno a recuperare quelle determinate abilità motorie.
Potrei andare davvero avanti all’infinito con esempi di questo tipo, infatti molti videogame sono utilizzati per terapie in risposta a molte altre patologie, come Disturbi dell’Apprendimento, Disturbi Comportamentali (tra cui anche la Depressione) o persino come il Diabete. Ho solo voluto fornirti un quadro generale, se l’argomento ti interessa ti invito ad approfondire.
I risultati ci sono… ma come mai si parla poco di questi videogiochi riabilitativi?
Trovare una risposta a questa domande è difficile, la mia opinione riguarda la reputazione che hanno i videogiochi in generale. Moltissima gente crede che siano delle totali perdite di tempo, eppure molte persone hanno fatto dei videogame il loro lavoro (qualcuno ha detto Ninja per caso?); Molti altri credono che videogiocare sia da “sfigati“, eppure la maggior parte dei videogiocatori ha una vita normalissima tra lavoro, famiglia e amici; in tanti credono questi giochi istighino alla violenza, eppure moltissimi studi hanno rivelato il contrario. I videogiochi hanno una pessima reputazione all’interno dell’opinione pubblica, per questo, a parer mio, i loro impieghi nella riabilitazione sono trascurati e spesso bollati come inutili dalla persone più ignoranti (bisognava dirlo prima o poi). Tutto ciò è dovuto alla generale disinformazione che nel corso degli ultimi anni si è diffusa, il mio consiglio è quello di informarsi sempre, approfondire e scoprire. Internet è perfetto per questo scopo, a patto che si scelgano con cura le giuste fonti.
Per concludere, sono davvero contento del fatto che la straordinaria tecnologia dei videogiochi venga utilizzata anche in ambito clinico, tutto questo mi rende fiero di una delle mie passioni…tu cosa ne pensi?