Videogiochi presi come esempio per poter insegnare non solo la storia, ma anche per sviluppare la creatività dei più giovani o aiutare in svariate fasi di molte malattie degenerative. E fino a qui niente di strano, noi stessi abbiamo parlato (elogiando) il settore videoludico come un aiuto concreto per tutte le età; la stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) dichiarò lo stesso durante le prime fasi della pandemia nel 2020, dimostrando come il videogioco stesso abbia dato compagnia a moltissime famiglie in isolamento.
Ma quanto può, un titolo, essere corretto in campo scientifico? Parliamo di paleontologia e dello studio mosso dall’Università di Birmingham fatto proprio ultimamente, il cui studio è stato pubblicato sulla rivista Geoscience communication. Per rispondere alla domanda sono stati presi in esame ben 270 videogame attualmente inseriti nella piattaforma di Steam, ovviamente in questi lunghi e ultimi 10 anni, per valutare il loro livello di scienza. Ebbene, possiamo dire che i dati sono stati positivi.
Videogiochi: dai dinosauri fino alla fantasia
Non è raro trovare un videogioco sui dinosauri, basti pensare al più recente simulatore di paleontologia recensito proprio dalla sottoscritta un po’ di tempo fa o di 3D Monster Maze del 1982, uno dei primi videogiochi con all’interno un dinosauro. Molti dei videogiochi visionati sembrano aver passato appieno l’esame, portando con sé glossari, enciclopedie e risultando a tutti gli effetti un ottimo materiale scolastico d’apprendimento.
“La maggior parte dei paleo-videogiochi trasmette una buona comunicazione paleontologica integrando processi fisici e biologici nel gioco che, direttamente o indirettamente, aumentano i livelli di conoscenza dei partecipanti. Gli ambienti naturali, con tanto di flora e fauna, sono spesso riprodotti con cura e offrono ai giocatori la possibilità di immergersi in ricostruzioni coinvolgenti. Tuttavia, la maggior parte dei giochi si concentra su aspetti molto specifici della paleontologia (come la raccolta di fossili, genetica, evoluzione) e può prendersi delle libertà creative per creare dinamiche di gioco coinvolgenti” dichiarato i ricercatori.