Videogiochi in grado di trasmettere emozioni, ma non solo, in quanto risultano essere un ottimo metodo di raccolta per diverse associazioni religiose e non; ebbene sì, hai appena letto il termine “religiose”, in quanto la chiesa americana di Claremore, in Oklahoma, ha assunto un giocatore per portare consigli religiosi ad altri videogiocatori fedeli che si muovono prettamente online. A dare voce a questo movimento online è proprio Joshua Clayton.
Colui che è stato incaricato di questa missione non è altro che un content creator che cerca di portare il proprio contributo umanitario, religioso e sociale attraverso i social network e adesso è in missione per conto della First Baptist. E non è stata una scelta causale, quella della chiesa, in quanto Joshua risulta essere anche un grandissimo appassionato di videogiochi! Unendo i due fattori, videoludico e spirituale, sono stati in grado di avviare questo progetto per avvicinare i fedeli e non demonizzare il mondo dei videogiochi.
Videogiochi senza più barriere né in ambito scolastico, né religioso
Joshua Clayton, come hai potuto già leggere, è molto attivo nella propria comunità tanto da fondare la CoachClayTV nel 2020; tale fondazione aiuta maggiormente a pagare le spese mediche di varie famiglie, tra cui la sua, e il tutto portando ai propri followers una serie di gameplay su videogiochi in stile NBA 2K. Per ringraziare i fedeli, il content creator ringrazia e cerca di dare consigli sia verso i videogiochi, sia verso la vita in generale e non solo sul piano spirituale.
“Sto giocando ai videogiochi che amo, sto costruendo diverse community su numerose piattaforme social e sto avendo l’opportunità di far conoscere Gesù in spazi in cui il nome di Dio non viene insegnato” ha dichiarato Joshua, in riferimento alla propria missione richiesta dalla chiesa, ed ha continuato parlando dei propri canali che portano principalmente videogiochi sul basket. “Tutti noi giochiamo o amiamo il basket e lo sport al punto da creare una connessione tra noi. Ed è così che ci esprimiamo quando la vita ci colpisce e iniziamo ad avere delle conversazioni reali”.
“Ci sono molti padri, mariti, uomini che mi dicono cose in streaming che non direbbero mai a un’altra persona, a un amico o al loro pastore, ma per qualche motivo sentono un senso di affiliazione attraverso le lotte che ci vedono affrontare nei videogiochi. Spero di vedere più individui come me sulle piattaforme che parlano di Gesù alla gente, perché ci sono davvero tante persone che soffrono là fuori” ha concluso il giovane.