Diciamolo chiaro e tondo, tutti noi videogiocatori, almeno una volta nella vita, abbiamo sognato di creare un videogioco tutto nostro. Un titolo che potesse esprimere la nostra creatività e che facesse diventare la nostra più grande passione magari un vero lavoro.
Oggi abbiamo i giochi indie, programmati da sviluppatori spesso alle prime armi i quali fungono da biglietto da visita per poter fare il grande salto nel mercato che conta. Una volta però non era così. Una volta programmare era molto più difficile ed è grazie a questa necessità che Sony, a metà/fine anni ’90 ebbe il lampo di genio, ovvero creare una console che potesse dare l’opportunità a chiunque di creare un videogioco partendo da zero.
Quella che ti racconto oggi è la storia della PlayStation Nera, chiamata PlayStation Net Yaroze. No, non si tratta di una macchina celebrativa di nessun tipo (quelle che di solito vengono fatte per l’uscita di un titolo di punta), ma una vera e propria console uguale alla gemella PlayStation, ma profondamente diversa.
La PlayStation nera
Si dice che il nero sfina, sia di gran classe e adatto ad ogni occasione, la Playstation Net Yaroze era un particolare dispositivo venduto solo via posta, grazie al quale potevi sbizzarrirti nella creazione di semplici giochini chiamati Yaroze.
Se sei un giocatore incallito, con un’età superiore ai 30, potresti ricordare questo nome. Infatti, se ricordi, i giochi Yaroze venivano messi all’interno del CD demo che ci “regalava” (sort of) Playstation Magazine Ufficiale (ah l’era delle riviste cartacee).
Le caratteristiche tecniche della console erano assolutamente identiche a quelle della controparte commerciale, solo che, al contrario dell’altra, era totalmente Region Free (senza bisogno di alcuna modifica, ma tutto sommato in quegli anni non era un grosso problema, if you know what I mean…), appunto perché doveva far partire i giochi in fase di sviluppo, anche se amatoriali.
Capiamoci subito, anche con un’ottima padronanza del codice utilizzato e tutta la buona volontà di questa terra, non saresti mai riuscito a creare il nuovo Metal Gear Solid o Final Fantasy VII, perché comunque si trattava di un developer kit dedicato agli amatori, gli sviluppatori professionisti avevano tutt’altra attrezzatura. In più, tutto il tuo lavoro veniva salvato in una miserissima memoria interna della console di appena 3,5 MB. Nella scatola della console trovavi:
- 1 Net Yaroze PlayStation console (colore nero)
- 2 PlayStation joypad (colore nero)
- 1 cavo AC (con prese inglesi; in Francia era incluso anche un adattatore)
- 1 cavo AV
- 1 adattatore europeo AV
- 1 Net Yaroze boot disc
- 1 Net Yaroze disc con software di sviluppo (un CD-ROM contenente il programma per PC)
- 1 card di accesso (una simil memory card, richiesta per la modalità del controllo remoto)
- 1 cavo di comunicazione (un cavo seriale usato per collegare la console ed il computer)
- 1 manuale “Start Up Guide”
- 1 manuale “Library Reference”
- 1 manuale “User Guide”
Alcuni dei giochi che vennero partoriti grazie a questo piccolo gioiello furono:
- Adventure Game
- Between The Eyes
- Blitter Boy
- Bouncer 2
- Clone
- A Dog Tale
- Gravitation
- Haunted Maze
- Hover Car Racing
- The Incredible Coneman
- Mah Jongg
- Opera of Destruction
- Psychon
- Pushy 2
- Rocks’n’Gems
- Super Bub Contest
- Terra Incognita
- Time Slip
- Total Soccer
- Tunnel
- Down
Tutta roba che, presumo, nemmeno il nerd più nerd della storia possa ricordare. Tuttavia, non raggiungendo mai l’eccellenza, alcuni di questi giochini erano pure godibili e riuscivano a farti passare qualche oretta senza nessuna pretesa. Per farti capire la loro qualità ti posto un video dove sono presenti una manciata di Yaroze e così ti puoi rendere conto di ciò che era possibile fare.
Al tempo la console veniva venduta a circa 750 $ su territorio americano. Non saprei dirti in Italia, presumo (ripeto, presumo) superasse il milioncino di lire. Nel caso volessi provare a recuperarla al giorno d’oggi (ah, inguaribili collezionisti), su eBay qualcosa si trova, ma a prezzi folli. Si viaggia sui 3500/4000 € e principalmente in Inghilterra o comunque all’estero… Se sei così pazzo da farlo e te lo puoi permettere, accomodati pure.
Tutto è bene quel che finisce bene
Nonostante, come ti ho detto prima, le possibilità della PlayStation Net Yaroze, fossero davvero limitate, visto che i giochi dovevano essere salvati su una memoria davvero minima, grazie a questo rudimentale kit di sviluppo abbiamo avuto diverse storie a lieto fine. Infatti Time Slip, una sottospecie di platform con protagonista una lumaca, arrivò, in versione riveduta e corretta, su Windows Live Arcade nel 2011 per Xbox e Windows.
Oltre a questo, uno dei più talentuosi sviluppatori di PlayStation Yaroze, ovvero Mitsuru Kamiyama riuscì grazie alla sua creazione Terra Incognita, ad entrare in Square Enix come responsabile della saga Final Fantasy Christal Chronicles, davvero niente male! Terra Incognita era probabilmente il progetto più raffinato e meglio riuscito su Yaroze visto che con un hardware così limitato dava un’esperienza ibrida tra The Legend of Zelda e Final Fantasy.
E successivamente?
Qualcuno potrebbe chiedersi se anche PlayStation 2 e PlayStation 3 ricevettero lo stesso trattamento. Diciamo “ni”. Perché nonostante ci fosse la possibilità, anche con le due console venute dopo, di creare piccole opere amatoriali, il fatto che queste non venissero distribuite in nessun modo (quindi niente disco demo venduto insieme alle riviste), non permise loro di essere conosciute da un grande pubblico. In più, non si ebbe una vera e propria console dedicata allo sviluppo amatoriale, ma più che altro dei kit che trasformavano le console Sony in dei PC.
Per PlayStation 2 venne rilasciato il “Sony’s Linux for Playstation 2”, un kit molto limitato che trasformava la macchina in un PC linux e dava all’utente l’opportunità di creare piccoli giochi tramite le righe di comando tipiche del sistema operativo del pinguino. Tuttavia questo aveva parecchie limitazioni, tra cui l’impossibilità di usare un mouse (se non quello fornito con il kit) e l’uso obbligato di una tastiera USB (al tempo non era ancora lo standard come oggi).
Per quanto riguarda PlayStation 3, Linux poteva essere installato sulle consolle FAT prima dell’aggiornamento al firmware 3.21. Questo famigerato aggiornamento fu aspramente criticato al tempo, visto che la feature che trasformava PlayStation 3 in un PC a basso costo, fu ampiamente pubblicizzata. Eliminandola venne tolta anche la possibilità di creare piccoli eseguibili amatoriali.
Dovremo aspettare almeno l’inizio della generazione PlayStation 4 per poter rivedere qualcosa di amatoriale tramite i giochi indie che oggi spopolano (e in alcuni casi intasano) non solo lo store di Sony, ma tutte le console in commercio…ma come si dice, questa è un’altra storia.