Hellblade: Senua’s Sacrifice, titolo sviluppato e pubblicato dallo studio britannico Ninja Theory e per il quale è già stato annunciato un seguito, è uno dei prodotti che più mi hanno colpito negli ultimi anni. Mi sento di dire che siamo di fronte a uno di quei casi in cui l’etichetta videogioco – almeno nell’accezione ormai comune – risulta davvero riduttiva.
Hellblade: Senua’s Sacrifice, piacere di conoscerti
Per chi non lo conoscesse, Hellblade: Senua’s Sacrifice è un gioco d’avventura dark fantasy con visuale in terza persona. Vestiremo i panni di Senua, una guerriera pitta il cui amore, Dillion, è stato ucciso e offerto in sacrificio durante una scorreria vichinga. Senua si metterà in viaggio alla ricerca di Hela, la divinità degli inferi norrena, per tentare di salvare l’anima del suo amato.
Dal punto di vista tecnico, il gioco offre un’ottima grafica e un sonoro eccezionale. Il gameplay è divertente e la scrittura di alto livello. Ma non è questo il motivo per cui ho scritto questo articolo. Ho deciso di parlare di questo titolo perché a suo modo dimostra e contribuisce l’evoluzione del media videogioco, spingendolo verso una sua maturità.
I videogiochi spesso ci mettono nei panni altrui, ed è un ottimo modo per imparare
Infatti, in Hellblade: Senua’s Sacrifice, ogni elemento costitutivo dei videogiochi è utilizzato per far provare al giocatore – ovviamente solo in parte – l’esperienza della psicosi, un disturbo psichiatrico che affligge Senua. Per fare questo, gli sviluppatori di Ninja Theory hanno collaborato con l’Univesità di Cambridge, con il neurobiologo Paul Fletcher e, cosa davvero importante, con pazienti affetti direttamente dalla psicosi. Sono stati proprio questi ultimi a certificare la veridicità del distrurbo psicotico di cui Senua soffre, dei particolari con cui viene reso.
Sottolineo questo aspetto perché, da media maturo e usato con consapevolezza, il videogioco è stato utilizzato da Ninja Theory per darci una possibilità, quella di vivere un momento di compassione. Il tema della psicosi è spinoso, e troppe volte viene toccato in modo stereotipato e superficiale soprattutto quando viene utilizzato in prodotti d’intrattenimento. Al pubblico manca una conoscenza di base, ma questo forse dipende proprio dalla difficoltà di spiegare la psicosi. In Hellblade: Senua’s Sacrifice la psicosi non solo ci viene spiegata – preziosissimo anche il documentario sulla sua realizzazione – ma ci viene anche in parte fatta percepire. Quale modo migliore per imparare qualcosa? E non è questo un utilizzo maturo di un media spesso troppo sottovalutato?
Saper comunicare presuppone consapevolezza circa il linguaggio del media che viene usato
Sono convinto che questo titolo dimostri la maturità del media videogioco proprio per l’utilizzo consapevole del suo peculiare linguaggio, un linguaggio fatto di grafica, sonoro, gameplay e scrittura: i puzzle ricreano le allucinazioni visive dovute alla psicosi, le voci in cuffia quelle uditive, l’angoscia della “permadeath” aiuta a comprendere lo stato di ansia che tormenta i malati, la vicenda familiare di Senua chiarisce quando tale disturbo sia incompreso e porti all’isolamento e la stigmate sociale.
L’esperienza risulta ancora più efficacie grazie a un comparto grafico artisticamente impeccabile e alla recitazione di Melina Juergens. Anche l’ambientazione storica (compresi i miti ad essa collegati), da collocare nelle Isole Orcadi intorno all’VII° secolo, abitate da gruppi di pitti ma oggetto di scorrerie vichinghe, è resa perfettamente: di nuovo una dimostrazione di consapevolezza nell’uso del linguaggio, perché quando l’intenzione è trasmettere un’esperienza realistica, alla vicenda non bastano personaggi solidi, ma serve anche un setting credibile.
Qualche dritta per recuperarlo
Insomma, per tutte queste ragioni – oltre al fatto di essere anche divertente e appassionante – Hellblade: Senua’s Sacrifice si merita di essere “giocato”. Nel caso vi sia sfuggito, attualmente è compreso nel servizio Game Pass, sia per Xbox che per PC, con possibilità anche di acquisto al prezzo scontato per la console di Microsoft. Nel caso abbiate un PC e non amiate gli abbonamenti, il titolo fa parte dell’Humble Choice di questo mese ed è tra le offerte della Summer Sale di GOG.
Per le versioni PlayStation 4 e Nintendo Switch al momento non ci sono promozioni, ma puoi sempre metterlo nella lista dei desideri!
Bene, concludo sperando che anche tu sia appassionato di videogiochi tanto da coglierne le potenzialità e da considerarlo ormai come media maturo. Nel caso, resta sintonizzato, ogni tanto cercherò di segnalare i titoli che si meritano una menzione in questa prospettiva. Viva i video(non solo)giochi!