Ci sono titoli che cercano in qualche modo di far viaggiare il giocatore nei ricordi, ai tempi in cui bastava un concept estremamente semplice e una grafica appena accennata per avere un successo immediato. In questa macro categoria, che vuole scaturire questo tipo di emozioni al giocatore più attempato, abbiamo Vylan il quale fa della estrema immediatezza e della grafica spartana il suo punto di forza.
Vylan, ed è subito anni ‘70
Facendo partire il gioco, veniamo catapultati nella schermata principale, dove avremo pochissime opzioni ovvero: Play, Options, Credits e Save & Quit. Non c’è nessun tipo di storia ad accompagnarci, né un pretesto, semplicemente prendi il pad in mano e gioca.
L’atmosfera che si respira sembra uscita davvero da una console tipo il vecchio Atari, dove i giochi venivano programmati nel giro di un week end. Ma questa assenza di plot, se da una parte vuole rievocare i tempi andati dove il tutto veniva relegato alla fantasia del giocatore, al giorno d’oggi è semplicemente pigrizia. Non costa nulla, nemmeno in un titolo del genere, inventarsi un pretesto che ci dia l’input per andare avanti nei livelli. In Vylan non si capisce perché quale oscuro motivo devo saltare da una piattaforma all’altra entro il tempo limite.
Vylan e l’odiosissimo tempo
Ma cosa devi fare in Vylan? Sarai un generico tizio, di cui non sappiamo nulla, che si muoverà all’interno di piccolissimi livelli: dovrai andare da un punto A a un punto B entro lo scadere del tempo, rappresentato da una barra. Nel nostro cammino troveremo degli ostacoli, i quali ci rallenteranno o ci faranno fuori, ma il nemico più temibile resterà sempre il tempo.
Sei totalmente incapace di passare un livello? Niente paura! Basterà entrare nelle opzioni e disattivare il countdown. Se deciderai di togliere questo elemento, la sfida sarà praticamente azzerata. Tuttavia, la scelta di lasciarla sarà estremamente frustrante durante la sessione. Da questo punto di vista non c’è un vero e proprio bilanciamento: o troppo semplice o troppo difficile.
I controlli di Vylan sono quanto di più pessimo si possa pensare, infatti non sembrerà di impersonare una persona, ma un carro armato. Dovremo utilizzare solamente la croce direzionale con l’ausilio di un solo tasto per saltare. Un controllo così semplicistico, nel 2021, è totalmente inaccettabile e anche l’utente che ha vissuto l’epoca delle console che come l’Atari, difficilmente riuscirà ad apprezzare il lavoro svolto per Vylan e del suo gameplay.
Graficamente spartano
Per descrivere sinteticamente Vylan basterà dirti che siamo a livelli di grafica da Nokia 3310. Infatti questa sarà estremamente basilare e si rifà, anche questa, agli albori del videogame. L’utilizzo di sole tinte in bianco e nero, difficilmente aiuta il giocatore ad immedesimarsi nell’azione.
Anche a livello di sonoro non c’è molto da dire, avremo infatti un ampio uso di musiche che sembrano uscite dai famigerati Gig Tiger (chi è nato negli anni ’80 capirà).
Concludendo
Vylan è un prodotto dedicato a chi ha sete di nostalgia, ma anche in quel caso difficilmente riuscirai a divertirti. Ci sono davvero troppe sbavature per farlo diventare almeno carino: non c’è uno straccio di trama e quindi difficilmente riusciremo a provare qualsiasi tipo di empatia verso il personaggio, il gameplay è davvero troppo povero e poco vario, l’uso della barra del tempo rende tutto molto frustrante, si può togliere, ma questo azzera del tutto il fattore sfida. Anche graficamente la scelta di utilizzare il solo bianco e nero diventa un’opzione nostalgica, ma estremamente limitante. Un gioco che difficilmente apprezzerai, anche se sei un super appassionato di retrogame. Se hai fame di esperienze simili, vai in cantina e rispolvera il tuo vecchio Atari, farai sicuramente meglio.