Non sono passate molti giorni dall’arrivo funambolico di Waifu Uncovered sulla console ibrida di Nintendo e, nonostante la sua presenza risultasse alquanto strana su uno store restrittivo come quello dell’azienda nipponica, un po’ tutto il pubblico si era abituato a vederlo proprio lì in bella mostra come esponente della sua categoria. Io stesso ho pubblicato proprio ieri la recensione del titolo sviluppato da One-Hand-Free Studios indicandolo come il titolo osè più significativo attualmente presente sull’eShop di Nintendo e dopo poche ore la stessa “mamma di Super Mario” ha deciso di rimuoverlo.
Waifu uncovered è stato breve ma intenso!
Se non conosci Waifu Uncovered devi sapere che esso è un gioco dalle classiche meccaniche proprie dei titoli bullet hell, dove il giocatore si trova al comando di una navicella, guidata da un ambiguo cavallo-uomo, con l’obiettivo di sconfiggere i vari nemici che appaiono man mano sullo schermo, recuperare i vari shuriken lasciati cadere e spogliare completamente la waifu scelta. Un titolo dalle meccaniche semplici e, per certi versi, capace di riportare alla mente titoli storici del calibro di New Fantasia.
Volendo fare un’analisi accurata e oggettiva di quanto accaduto, la rimozione di Waifu Uncovered dallo store di Nintendo non sembra nemmeno un evento così eccezionale, considerato il fatto che lo stesso “negozio digitale” non è mai stato terreno di facile conquista per nessun titolo, in particolare per quelli con contenuti per adulti. La vera domanda che ha attanagliato tutti i giocatori che, come me, se lo sono trovato davanti è stata differente e relativa a com’è riuscito un titolo di questo tipo a passare inosservato sotto i controlli maniacali piazzati alle “porte” dell’eShop.
In ogni caso, secondo il mio modesto parere, la politica di Nintendo avrebbe bisogno di darsi una bella spolverata, alleggerendosi così di tutto quel becero perbenismo che ormai non ha più motivo di esistere. Tutti i videogiochi, nel bene o nel male, possono essere considerati delle vere e proprie opere d’arte e, per questo motivo, meritano di poter riflettere la luce presente negli occhi di ogni videogiocatore. Ovviamente concordo sull’importanza di offrire dei controlli volti a proteggere il pubblico più debole composto dai “piccoli gamer” attraverso metodi appropriati.