Wanted: Dead è uno di quei titoli in grado di attirare subito l’attenzione, da una parte per il suo gameplay che sembra mescolare due generi e dall’altro lato per gli sviluppatori dietro al progetto, dei veterani degli hack ‘n slash. Parliamo quindi di un titolo che, pur non avendo ricevuto troppa risonanza mediatica, resta comunque seguito da una nicchia di giocatori.
Vediamo quindi se vale la pena impugnare katana e pistola, per buttarsi tra orde di nemici di Wanted: Dead!
Tra cospirazioni e momenti felici
La storia di Wanted: Dead ci mette nei panni di una poliziotta costretta a combattere per scontare una pena. Viene quindi messa al comando di una piccola squadra, incaricata di risolvere varie situazioni ad alto rischio. Nella prima missione, però, i protagonisti si trovano a fronteggiare dei mercenari che, alla fine di varie peripezie, riescono a scappare dopo aver completato l’obiettivo.
Stone, avendo ingaggiato senza aspettare i rinforzi, viene quindi incolpata dell’accaduto, e di conseguenza il suo team viene immediatamente considerato poco affidabile. Da queste premesse inizia però una storia decisamente più complessa, che comprende una cospirazione con qualche colpo di scena.
Ciò che davvero rendere interessante la parte narrativa di Wanted: Dead, però, sono i piccoli momenti con i comprimari, mostrati attraverso cut scene decisamente ben fatte, perfette per far entrare il giocatore subito in sintonia con i personaggi. Ogni membro della squadra è infatti caratterizzato a dovere nel corso delle varie scene d’intermezzo, spesso lunghe, ma comunque decisamente soddisfacenti.
Nonostante ci siano alcuni dialoghi dove si va troppo per le lunghe, appunto, la maggior parte delle volte Wanted: Dead si mantiene interessante, soprattutto quando i vari nodi della narrazione iniziano a venire al pettine. Le varie scene più “quotidiane” sono invece divertenti e interessanti per tutta la durata dell’avventura e contribuiscono a caratterizzare a dovere ogni comprimario.
Due facce di Wanted: Dead
Il gameplay di Wanted: Dead prende meccaniche appartenenti a diversi generi, unendole in una formula dove tutto viene “mischiato” senza soluzione di continuità. Il risultato, pur essendo piacevole, non è comunque esente da difetti, come vedremo tra poco. La struttura di gioco è decisaente semplice. Anche troppo.
Si avanza in livelli molto lineari divisi in varie arene, dove arrivano ondate di nemici divisi per categoria (corpo a corpo, a distanza, scudo, ecc…). Per proseguire si devono uccidere tutti i nemici a schermo, nonché i rinforzi che inevitabilmente arriveranno, per poi proseguire nel livello e arrivare all’arena successiva, dove si ricomincia da capo.
A volte capita di incontrare dei mini-boss durante il livello e in generale alla fine si affronta il classico boss finale relativamente difficile. La struttura di Wanted: Dead rimane praticamente invariata per tutto il gioco, fatta eccezione per mini giochi sparsi qua e là e per brevi sequenze in qualche modo diverse. Il sistema di combattimento si dimostra quindi il fulcro dell’esperienza…ed è proprio per questo motivo che siamo davanti a un problema non di poco conto.
I combattimenti, infatti, sono grezzi e poco rifiniti, per via di una serie di problemini che rendono tutto frustrante e poco reattivo. Ma andiamo con ordine. Durante gli scontri è possibile alternare fendenti di spada e colpi di pistola, eseguendo combo non troppo diverse tra loro. La spada si dimostra infatti la nostra offensiva principale mentre la pistola serve solo ad allungare le combo o a infastidire nemici che magari cercano di attaccare.
Si aggiunge poi una parata, la quale diventa un parry parando all’ultimo momento, e la possibilità di utilizzare la pistola come un vero e proprio parry secondario nel caso i nemici utilizzino colpi imparabili. Infine, caricando una barra è possibile sparare in puro stile John Wick i nemici intorno, per poi finirli subito dopo.
Le finisher sono un altro elemento importante del gameplay. Queste possono essere attivate quando i nemici finiscono la stamina, oppure in occasioni specifiche dopo aver sbloccato alcune abilità, per esempio quando hanno braccia o gambe amputate. In modo simile a Sifu, quindi, si premono due tasti per far partire un’animazione cruenta e spettacolare, che permette anche di recuperare salute o di uccidere diversi nemici in un colpo solo qualora fossero storditi.
Stone ha poi a disposizione un fucile d’assalto da utilizzare con i tasti dorsali, che essenzialmente porta il gameplay a quello di uno sparatutto in terza persona. Pur avendo poche munizioni, il fucile si dimostra molto utile in alcune occasioni, per esempio quando ci sono molti nemici a distanza dietro le coperture o in luoghi sopraelevati…se non fosse per il numero impressionante di colpi necessari a buttare giù un singolo nemico comune.
Se sei arrivato fin qui ti starai chiedendo dove sia il problema. Essenzialmente, nelle rifiniture generali del sistema di combattimento. Tanto per cominciare, ci sono pochissime combo a disposizione e di conseguenza ogni scontro diventa uno spamming. Si aggiunge l’imprecisione del sistema di aggancio, che a volte vede la protagonista prendere di mira nemici lontanissimi che non sono nemmeno nell’inquadratura. Troviamo poi l’imprecisione del parry, non sempre affidabile e infine alcuni picchi di difficoltà ingiustificati, come nemici in grado di bishottare, a cui segue un checkpoint molto indietro, che costringe il giocatore ad affrontare nuovamente intere ondate di nemici comuni prima di poter ritentare.
Wanted: Dead si dimostra poi decisamente ripetitivo, non solo per le combo, ma anche per la sua struttura fin troppo vecchia scuola, dove i livelli lineari sono strutturati essenzialmente come arene che si susseguono. Troviamo poi veri e propri errori di game design, come ondate numerosissime di nemici, senza alcun checkpoint nel mezzo, che quindi costringono il giocatore al tedio di dover riaffrontare una sessione di gioco tutta uguale in caso di game over.
I nemici sono poi molto simili tra loro, soprattutto nelle prime fasi di gioco, dove si alternano avversari con poca varietà e dall’IA decisamente poco avanzata. In altre parole, Wanted: Dead è un videogioco che parte da ottime premesse e che a modo suo sa essere anche accattivante, a patto però di scendere a compromessi con una struttura di gioco poco intrigante, affiancata a un sistema di combattimento “bello ma non bellissimo”.
Paradossalmente per un action game, ciò che risolleva la produzione e aggiunge interesse sono le sequenze narrative, a volte anche lunghissime, ma comunque decisamente interessanti. In certi casi, poi, queste vengono affiancate da minigiochi decisamente ben riusciti, che almeno portano un pizzico di varietà alla formula base.
Bello ma non bellissimo
Il comparto tecnico di Wanted: Dead non è troppo elaborato e, anzi, appare decisamente antiquato. Da una parte troviamo ambienti spogli e poco dettagliati, affiancati a modelli poligonali poco soddisfacenti e da effetti visivi a loro volta non esaltanti. Dall’altro lato troviamo però alcune animazioni davvero spettacolari, alcuni modelli specifici che riescono a essere molto belli da vedere, affiancati però da una generale povertà di dettagli.
Il comparto artistico è invece davvero interessante, visto che insieme al comparto narrativo dona carisma alla produzione, riuscendo quasi a sorreggerne l’intero peso. I protagonisti, la storia, e l’estetica cyberpunk così esagerata riescono infatti essere interessanti e accattivanti.
Infine, il comparto sonoro è buono, con musiche ed effetti adatti alle varie occasioni ma difficilmente orecchiabili.