Sviluppato e pubblicato da Chucklefish col supporto di Robotality, Wargroove 2 è il sequel ufficiale di Wargroove e rientra tra i titoli di strategia che più si avvicinano alla tipologia ludica e visiva della leggendaria saga di Advance Wars. Noi abbiamo affrontato il sequel e le sue molteplici campagne su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Wargroove 2 – tante storie ma meno collegate
Wargroove 2 è un sequel ufficiale del capitolo originale pubblicato nel 2019 e in quanto tale riprende l’universo, le razze, alcuni personaggi ed eventi e ne aggiunge di nuovi ambientando il tutto a una manciata di anni successivi. Una delle cose che ripeteremo di più nel corso della recensione è la seguente: Wargroove 2 recupera tutto dal primo capitolo quasi ne fosse un DLC senza aggiungere molto ma migliorando tutto. Una delle differenze, però, l’abbiamo proprio nella struttura narrativa.
Si inizia da un prologo che ammettiamo riesce sia a introdurre le regole del gioco, sia a far sorridere e ad affrontare un’avventura a tratti leggeri senza però risparmiare momenti drammatici e introducendo la nuova razza dei Faahri (dei roditori guerrieri molto caparbi e anche un po’ sbadati). Questo ritmo, prevalentemente umoristico (di un umorismo però mai banale o stupido), conquista, funziona e trova riscontro in quello che è un po’ il marchio di questa IP. Il cambiamento lo si ha però con le successive campagne. Se i toni permangono coesi lo stesso non si può dire per il canovaccio in sé.
Banalmente, ogni campagna di gioco ha una storia sua e le interconnessioni sono decisamente più blande se non proprio nulle. Niente alla Octopath Traveler (qui trovi la nostra recensione del secondo, meraviglioso, capitolo). Nonostante ciò, le campagne affascinano e conquistano riuscendo a regalare una notevole varietà di situazione e offrendo un cast che sa farsi valere, complice anche la buona differenziazione delle razze e delle varie classi.
Seppur senza grandi colpi di scena o intrecci meritevoli di essere conservati in memoria, l’avventura piratesca è tra quelle che ci ha divertito di più, soprattutto per il cast e l’umorismo straripante. E a tal proposito, il prologo è l’unico elemento lineare di quella che è a conti fatti una narrazione antologica. Completato il prologo, infatti, potrai liberamente decidere come proseguire la tua esperienza in Wargroove 2 senza contare che la campagna principale non è affatto l’unica modalità del pacchetto. Un pacchetto decisamente generoso e che può regalare un quantitativo di ore decisamente e sorprendentemente elevato.
Tanta strategia e molto divertimento
Lo abbiamo già anticipato, Wargroove 2 è un gioco di ruolo strategico a turni in 2D che trae ispirazione dal modello ludico della saga di Advance Wars. Già il primo capitolo si era fatto apprezzare per il quantitativo di contenuti, per l’immediatezza del gameplay, l’efficacia e soddisfazione ludica e un buon livello di personalizzazione strategica. Wargroove 2 prende tutto questo e migliora tutto senza stravolgere o innovare niente.
La formula di gioco rimane quindi invariata aggiungendo sì qualche elemento nuovo tra tipologia di mezzi o di guerrieri ma senza mai cambiare troppo le carte in regola ma anzi, migliorando e perfezionando la strategia. Le missioni stesse non mutano granché ritrovandoci a soddisfare richieste come uccidere tutti i nemici, raggiungere un determinato punto o conquistare una data zona della mappa.
In quanto gioco fortemente incentrato sulla strategia, agire di getto, senza un’attenta pianificazione, è il peggior errore che puoi fare anche a modalità normale. Sì, il gioco permette di intaccare alcuni elementi per rendere l’esperienza più morbida ma ciò non toglie che il titolo regala un tasso di sfida eccellente e sarebbe un peccato privarsene. Inoltre, la strategia, in questo sequel, si basa moltissimo non solo sulle tipologia di unità e la loro cooperazione (banalmente, far agire un’unità davanti a un’altra può comportare un certo bonus e così via) ma anche relativo all’ambiente.
Le mappe, infatti, oltre a guadagnare di dimensioni ottengono un’ottima profondità e verticalità, moltiplicando gli elementi di cui tenere conto prima di muoversi includendo agenti atmosferici e tipologia di terreno. Come al gioco degli scacchi, infatti, perdere pezzi della propria truppa può velocemente far caracollare tutta la partita in negativo salvo non sia un sacrificio necessario per ottenere un vantaggio migliore (e in alcuni casi, una scelta del genere potrebbe davvero aiutarti). Inoltre, ricordiamo che ci sono unità (decisamente più forti oltre che uniche), i comandanti, che non devono morire pena il game over immediato.
E queste unità, sono anche le uniche che possono utilizzare abilità particolari denominate Groove che influiscono nella nostra strategia potendo portare la situazione velocemente a nostro vantaggio se ben utilizzare e pianificate. A differenza del primo capitolo, qui i Groove raggiungono un inedito secondo livello con un incremento di effetti notevole e che compensa la lentezza per poterne beneficiare.
…e c’è anche un roguelike!
Si chiama modalità Conquista, sostituisce la modalità Arcade e Puzzle del primo capitolo ed è un gioco nel gioco. Si tratta di una modalità roguelike decisamente crudele e spietata con tanto di permadeath che in pratica, se ti cattura, come la campagna principale, difficilmente riuscirai a liberarti. Questo perché il livello di sfida è sì elevato ma terribilmente appagante. L’unico problema è che l’elemento casuale si fa sentire e può generare, in chi è meno avvezzo a questa tipologia di gioco, un certo livello di frustrazione.
Inoltre, a differenza della campagna e della modalità extra del precedente capitolo, la modalità Conquista sembra meno ispirata e più “comoda” potendo permettersi di abusare di elementi randomici e crogiolandosi in un sistema fortemente ciclico e ripetitivo. Ma per chi ama i roguelike e Wargroove, può creare dipendenza.
Conclude il pacchetto di contenuti la modalità editor. Questa era già inclusa nel prequel ma qui ritorna con interfacce migliorate puntando a una maggiore comodità senza sacrificare praticamente nulla e garantendo agli utenti un sistema pratico per creare le proprie mappe di gioco da poter poi condividere col resto della community. Un modo intelligente sia per mettere in campo la creatività degli utenti sia per prolungare ancora di più la già titanica longevità del titolo.
Grafica e sonoro
Le migliorie grafiche di Wargroove 2 rispetto all’originale vanno ricercate nei dettagli, nelle animazioni soprattutto. Per il resto, il colpo d’occhio generale è prettamente invariato. Wargroove 2 sembra davvero una sorta di DLC o espansione del capitolo originale ma è comunque un bel vedere e il suo stile rimane innegabile così come la sua funzionalità su schermo. Avrai sempre tutto a portata d’occhio e le mappe, ancora più grandi e varie, regalano piacevoli sorprese.
Il sonoro è di buon livello, con tracce gradevoli e mai fastidiose o eccessivamente ripetitive. Anche gli effetti sonori sono funzionali a quanto accade su schermo. Purtroppo, bisogna segnalare l’assenza dei sottotitoli in lingua italiana (elemento invece presente nel prequel) che potrebbe scontentare più di un utente anche considerando il fatto che i contenuti testuali, seppur non esagerati, sono presenti e l’umorismo per essere compreso richiede comunque una certa conoscenza della lingua.
Infine, Wargroove 2 si difende egregiamente in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo con quella portatile decisamente più consigliata nonché adatta non solo per la tipologia di gioco e per la sua portabilità ma anche per valorizzare al meglio lo stile grafico adottato.