Si, lo ammetto. Sono un folle appassionato della saga cult creata da Firaxis e per di più, sono un grandissimo amante della saga di Warhammer, che si tratti della versione fantasy o di quella Sci-Fi. Per cui, quando ho saputo dell’esistenza di un titolo che unisse l’universo di Warhammer allo strategico a turni che tanto adoro, ammetto di non averci più visto dalla voglia di giocarci. E per fortuna, al netto delle sue sviste, Warhammer 40,000: Chaos Gate – Daemonhunters ha saputo soddisfare le mie aspettative.
La creatura di Complex Games, edita da Frontier Foundry, prende palesemente la base costruita da XCOM riuscendo a declinarla in maniera tutta sua. Anche sapendo sfruttare un universo narrativo di gran lunga più complesso, sfaccettato e affascinante.
Grey Knights bloccati fra Nurgle e Inquisizione
I Grey Knights, nel caso non lo sapessi, sono una divisione dei marine imperiali che nel mondo di Warhammer 40,000 corrisponde un po’ alle nostre forze speciali. Poco noti fra le fila dell’esercito dell’imperatore, sono in realtà fra i guerrieri più forti in assoluto: questi infatti condividono lo stesso patrimonio genetico dell’imperatore, caratteristica che li rende molto più potenti dei semplici marine e dotati di poteri psionici, la “magia” dell’universo di gioco.
Nel gioco verremo messi alla guida di quest’unità speciale che. come avrai intuito, in termini combattivi è la crème della crème; queste unità sono veri e propri carri armati pronti a disseminare morte e distruzione fra le fila del caos.
Non sarà però tutto così semplice. L’inizio del gioco ci catapulta in un tutorial abbastanza sbrigativo e che funziona nel fornire il primo incipit narrativo. Dovremo gestire un comandante e i suoi soldati in una missione contro un terribile demone di Khorne; il comandante in un eroico (ma pirrico) sforzo riuscirà a eliminare il demone a costo della vita. È proprio dopo questo tutorial che, in sostituzione del deceduto comandante, ti verrà affidato il comando della nave.
Nave che dovrebbe far immediato ritorno sul pianeta Titano per urgenti riparazioni. E che a sorpresa verrà sequestrata da un’inquisitrice.
Questa donna, arrogante e pretenziosa, ha purtroppo tutto il diritto di sequestrare la nostra nave e di esigere il nostro aiuto contro una misteriosa minaccia che si sta rapidamente diffondendo in questo settore della galassia: la fioritura, una terribile piaga ideata da Nurgle in persona.
Senza continuare a raccontarti lo svolgimento dei fatti onde evitarti spoiler, sappi che la trama del gioco risulta molto interessante e consente persino di prendere qualche scelta in grado di modificarne lo svolgimento.
Inoltre, non ti nego di essere rimasto piacevolmente colpito dalla quantità di dialoghi e di lore inserita all’interno del titolo, che al netto delle sue brevi 20-30 ore di durata complessiva sono in grado di disegnare con grande maestria l’universo di gioco grazie a dialoghi e e tante, ma tante informazioni.
Insomma, se sei un appassionato di Warhammer 40,000 sul fronte narrativo rimarrai piacevolmente sorpreso. La bravura avuta dal team di sviluppo nel dosare la quantità di lore potrebbe consentire a questa space opera in salsa Warhammer di farti addirittura avvicinare al brand, nel caso questo fosse il tuo primo approccio all’universo warhammeriano. Si tratta infatti di un ottimo starting point, consideranto che il gioco in più di un occasione da per scontato che tu non conosca il mondo di gioco.
Se soltanto fosse durato di più!
È una frase che mi sono ripetuto molto spesso, una volta arrivato ai titoli di coda del gioco. Ovviamente, questa mio desiderio sottolinea due elementi profondamente contrastanti.
Per tutta la sua durata Warhammer 40,000: Chaos Gate – Daemonhunters è effettivamente godibile e ne vorresti solo ancora e ancora di più. Allo stesso tempo, avrai comunque la sensazione che quel qualcosa in più si potesse davvero fare e questo può lasciare dell’amaro in bocca. Una sensazione che spero venga soffocata dall’arrivo di nuovi contenuti aggiuntivi.
Un problema che, al di là dell’infantile desiderio di avere altro contenuto, penalizza anche un gameplay che non gode di una progressione omogenea e ben ramificata. Verso la fine del gioco le opzioni di personalizzazione sul fronte del gameplay non ti sembreranno poi così tante e, spoiler, non lo sono. Un elemento che sarebbe decisamente potuta essere più curata.
Anche se nelle meccaniche gestionali della nave e di combattimento l’accostamento a XCOM è quasi obbligatorio, trovo altrettanto necessario sottolineare come il gameplay di Warhammer 40,000: Chaos Gate – Daemonhunters riesca a trovare una personalità propria abbastanza rapidamente.
Un prodotto che sa osare
Sebbene condivida l’ossatura dello strategico a turni confezionato da Firaxis, le differenze messe in campo dal team di sviluppo sono molteplici e si sentono, soprattutto quando il titolo comincia a ingranare!
Partiamo dalla base, in Daemonhunters manca l’elemento RNG. Colpire un nemico che si rifugia dietro una copertura parziale non abbasserà la probabilità di colpirlo, ma soltanto il danno inflitto e questo implica che ogni colpo nel giusto range andrà sempre a segno. Un design di gioco che forse riduce profondità strategica, ma che dona a Warhammer 40,000: Chaos Gate – Daemonhunters un’immediatezza piuttosto piacevole.
Le differenze non si fermano qui, ma aumentano esponenzialmente via via che si superano le prime ore di gioco. I combattimenti sono molto più basati sul corpo a corpo ed è l’approccio aggressivo a premiare più il giocatore. I Grey Knights sono molto resistenti e per farli fuori non basta azzerare i loro punti vita; una volta caduti per la prima volta rimangono inabilitati per 3 turni, dopo i quali si rialzerano con la vita massima dimezzata. La seconda volta entreranno in stato di ferita critica e perderanno i sensi.
Tuttavia quella che potrebbe sembrare un’apparente morte, non è solo che una caduta momentanea. Non é così facile abbattere i Grey Knight: questi possiedono dei punti resilienza che perdono ogni volta che ricevono ferite critiche e, una volta esauriti tutti, saremo costretti a mandali in pensione su Titano.
A questo sistema si affianca un altra meccanica inedita che ho letteralmente adorato. Ogni volta che ci ritroveremo a guarire un cavaliere che ha riportato ferite critiche, potremo sostituire le parti del suo corpo compromesse con elementi meccaniche, andando a potenziare quegli stessi guerrieri che sono stati sconfitti. Insomma un contentino che aiuta a lavare via la frustrazione di una sconfitta.
Perché si, anche se forse non ti è sembrato, Warhammer non è un gioco per niente facile. Tutt’altro, di frustrazione è purtroppo possibile provarne molta. Qualcosa nel bilanciamento deve essere andato storto, soprattutto nelle fasi iniziali del gioco.
Con la possibilità di gestire solo quattro Grey Knights, armati con equipaggiamento standard e privi di esperienza, le prime missioni possono risultare fin troppo ostiche. Il problema non risulta tanto la difficoltà in se, quanto più la quantità di nemici da affrontare, veramente troppo difficile da gestire per così poche unità. Se già le mappe sono fin troppo dense di pattuglie nemiche, difficilissime da evitare, a venirci contro è anche la meccanica della fioritura.
Costantemente accerchiati
Turno dopo turno nella zona di combattimento aumenterà anche l’energia warp presente nelle vicinanze. Energia che si caricherà più velocemente se utilizzeremo le abilità psioniche dei nostri cavalieri. Benché questa meccanica vada a bilanciare l’utilizzo delle potenti abilità dei nostri Grey Knights, purtroppo finisce per peggiorare la situazione precedentemente descritta. Il costante arrivo di rinforzi dai portali creati dall’energia warp finisce per farti ritrovare costantemente in una situazione di grande inferiorità.
Il gioco poi, come detto, punta a un gameplay aggressivo e melee, elemento che non si sposa troppo bene con una quantità di nemici tale da accerchiarti. Non che granate e proiettili siano inutili, ma colpire in corpo a corpo consente spesso di poter assestare interessanti colpi critici con le nostre armi bianche.
Si potrà decidere se stordire il nemico, infliggergli più danno, tagliare via l’arto con cui reggeva l’arma a distanza così da evitare futuri problemi o addirittura giustiziarlo, con una truculenta cutscene che oltre a donare tanta soddisfazione offre diversi bonus ai nostri cavalieri.
Insomma, come avrai capito Warhammer 40,000: Chaos Gate – Daemonhunters prende la base consolidata di XCOM (soprattutto per la parte gestionale della nave) e la fa sua con tanta personalità e idee, a volta vincenti e a volte no. Ma, d’altronde, è il destino di chi osa rischiare!
Warhammer 40,000: Chaos Gate – Daemonhunters è una (macabra) festa per gli occhi!
Sul fronte tecnico Warhammer 40,000: Chaos Gate – Daemonhunters si attesta ben sopra la media. Le mappe sono molto dettagliate e sono quasi completamente distruttibili, per cui potrai sfruttare l’ambiente per combattere o per creare veri e propri percorsi. Una piccola pecca riguarda invece i modelli dei nemici, forse troppo poco diversificati e stilisticamente poco fedeli a quello che la serie ci ha abituato.
Per quanto riguarda l’audio il titolo vive di alti e bassi. Ottimo il doppiaggio, presente parzialmente anche nei dialoghi dei comprimari che abitano la nave. Gli effetti sonori durante le battaglie invece risultano discreti, ma poteva essere fatto un lavoro decisamente migliore.