Sviluppato e pubblicato da Omega Force in sinergia Koei Tecmo Games, Warriors: Abyss è una sorta di spin off della plurifamosa serie Warriors, sempre di Omega Force e Koei Tecmo Games. Ed è proprio dagli innumerevoli capitoli di Warriors che questo titolo va a pescare oltre cento guerrieri (alcuni decisamente iconici) gettandoli letteralmente all’inferno in un action 3D roguelite musou con visuale isometrica che prende spunto un po’ da Hades ma inserendo innumerevoli elementi propri.
Noi siamo scesi più e più volte negli inferi su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione. Pronto ad affrontare orde di nemici e a scoprire e vivere una nuova concezione di caos? Bene, scendiamo negli inferi, c’è un dio da sconfiggere e un “re” da aiutare!
Warriors: Abyss e una storia semplice quanto basta
A essere del tutto onesti, non ci aspettavamo chissà quale trama da Warriors: Abyss e invece ci siamo ritrovati a vivere una storia abbastanza semplice, per nulla innovativa ma efficace a giustificare gli inenarrabili massacri che andremo ad effettuare. Siamo lontani dalla stratificazione narrativa di Hades ma è proprio a quest’ultimo che il titolo sembra strizzare più volte l’occhio prima di distrarsi in quello che ha reso la serie Warriors realmente iconica: il massacro continuo di centinaia di nemici.
Procedendo con ordine, a prescindere da quale sarà l’eroe di cui andremo a vestire i panni (lo ricordiamo e lo ripeteremo, ce ne sono oltre cento a disposizione, tutti da sbloccare e potenziare), avremo a che fare con un unico altro personaggio, un giovane di nome Enma. Tale tizio, addobbato con abiti pomposi e non completamente vestito, altri non è che il re dell’Oltretomba. Per inciso, la narrazione va a avanti in stile visual novel, con artwork statici in 2D e righe di testo da leggere.
Ma cosa può mai volere un essere del genere da un guerriero come noi? Semplice, a quanto pare, si è liberato un essere “ex” divino e malvagio, tale Gouma, che ha tutte le intenzioni di dar vita a un caos di livelli mastodontici, rovesciando il dominio dello stesso Enma e vendicarsi della lunga prigionia a cui era stato costretto. Il nostro scopo è quindi abbastanza intuibile: dobbiamo scovare ed eliminare Gouma, ristabilendo gli equilibri nell’Oltretomba.
Per farlo, dovremo dar libero sfogo alle nostre abilità di guerriero, sfruttando i poteri offerti da Enma stesso ed eliminando innumerevoli orde di nemici, facendoci strada tra boss di vario genere fino all’inevitabile scontro finale. Inutile dire che, essendo Warriors: Abyss un roguelite, sarà abbastanza difficile riuscire nell’impresa in un’unica run (tra l’altro dalla durata abbastanza contenuta), trattandosi invece di un processo che richiede diverse partite condite da un progressivo miglioramento sia statistico che di abilità concrete. Ma bando alle ciance e andiamo subito a scoprire come affrontare i pericoli dell’Oltretomba!
Un roguelite ibridato al musou
Warriors: Abyss è tanto roguelite quanto musou e l’equilibrio tra gli elementi cardine di entrambi i sottogeneri dona vita a un mix fortemente identitario e in grado sia di creare dipendenza sia di respingere dopo qualche partita, mirando a gusti ludici ben precisi. Si tratta di un action in 3D con visuale dall’alto (alla Diablo, per intenderci), completamente privato di enigmi ambientali o di esplorazione.
L’avventura in sé si compone da 32 stage, divisi in 4 biomi ognuno col suo boss finale. Inutile dire che il focus totale dell’esperienza è legata al mix di generi. Quindi da un lato abbiamo un action che ci vede da soli contro centinaia e centinaia di nemici “tutti uguali” da sterminare senza alcuna pietà e dall’altra abbiamo un sistema di potenziamento legato a scelte da effettuare e che vengono azzerate in caso di game over (o fine run).
Tale mix, lo diciamo subito, funziona molto bene e va ad attutire l’inevitabile ripetitività dell’azione che entrambi i generi comportano di proprio. Prima di aprire i cancelli dell’Oltretomba, saremo chiamati a selezionare uno dei cento eroi a disposizione. Parliamo di un roster immenso e da non sottovalutare. Tralasciando alcuni personaggi meno ispirati o più simili ad altri (cosa praticamente inevitabile considerando la quantità dell’offerta), all’interno di Warriors: Abyss troviamo guerrieri di tutto rispetto.
Ogni personaggio ha un suo set di combo legate a due soli tasti (attacco debole e veloce e attacco forte e più lento che possono essere mescolati a seconda di quanto si preme un tasto, dando vita a combo semplici e intuitive), un proprio livello di difficoltà d’utilizzo (alcuni guerrieri sono molto più complessi da padroneggiare rispetto ad altri) e un livello di crescita personale unico valore che si eredita di run in run e che va un po’ a semplificare l’esperienza da roguelite nel lungo termine e se si utilizza sempre lo stesso eroe.
La questione dei livelli in Warriors: Abyss può creare qualche inevitabile sbilanciamento all’interno del roster di personaggi ma, il vero fan, è pronto a sfidare se stesso e l’Oltretomba sfruttando quanti più personaggi possibili (vero elemento che va a mutare ogni singola run), anche quelli che apparentemente si prestano meno a risse infernali e crudeli. Tornando al roster di personaggi, c’è da aggiungere che ognuno è dotato anche di proprie statistiche e di qualità aggiuntive legate a classi, specializzazioni e persino titolo “Warriors” di appartenenza.
Questi elementi diventano utili non tanto per il guerriero di cui andremo a vestire i panni, ma per le “alleanze” che andremo a stringere lungo la nostra avventura nell’Oltretomba. Tale avventura è una sequela di arene in cui sconfiggere i nemici, in certi casi con missioni extra a tempo da soddisfare (come eliminare un determinato numero di nemici in TOT tempo). In altri casi, prima dell’inevitabile scontro, ci sarà un momento da avventura testuale con una situazione in cui effettuare una scelta. Scelta che comporterà vantaggi nella nostra stessa avventura (come una ricompensa in termini di anime).
Una volta affrontata la battaglia che, come detto, sarà in pieno stile “musou” con avversari che vanno a riempire lo schermo in gran massa. Avversari quasi sempre semplici da abbattere e che sono dotati anche di un range di attacco violace ben visibile a schermo. Tradotto ludicamente, si tratta della zona in cui effettueranno l’attacco e da cui dovremo star lontani onde evitare danni. A tal proposito, il nostro personaggio è dotato di una pratica schivata con ricarica automatica.
Non solo, in Warriors: Abyss, oltre ai due attacchi da spammare concatenando combo, ci sono ben due barre da tenere d’occhio. La prima è personale e si tratta di un attacco speciale abbastanza scenico e utile in termini di danni inferti. L’altro, decisamente caotico e colorato, dona vita a una temporanea sinergia con tutti i nostri alleati reclutati fino a quel momento, in un oceano di attacchi automatici che possono spianarci facilmente la strada.
Concluso uno scontro, sbucheranno alcuni elementi con cui interagire. Quello fisso è l’angolo della formazione dove potremo ordinare i nostri alleati su una sorta di “schema” (ne esistono di diverse forme e con diversi bonus e potenzialità) che, con i giusti personaggi, può agevolarci non poco. L’altro elemento con cui interagire, è un albero. Tale albero ci fornirà tre personaggi (già precedentemente sbloccati) e noi ne potremo scegliere uno come alleato. Ogni personaggio fornisce bonus al nostro eroe e un attacco di supporto.
L’attacco di supporto è legato a una delle sei combo possibili e, al termine dell’esecuzione, ci sarà l’auto evocazione dell’eroe a essa abbinato che si scatenerà velocemente con una sua mossa per poi svanire. Scegliere quindi i giusti alleati è essenziale per poter sopravvivere il più a lungo possibile. Inutile dire che la scelta dell’alleato è solo un’opzione delle tane. Dopo ogni scontro, infatti, potremo selezionare, un po’ come in Hades e altri congeneri, diverse arene.
Non solo, conosceremo in anticipo il nostro premio in caso di vittoria che può essere singolo o duplice. Si va dal creare una nuova alleanza al potenziarci, all’ottenere anime o crediti (questi ultimi da spendere esclusivamente all’interno del percorso in corso). Ci sono anche tesori e aree dotate di fulmini rossi che offrono sfide più difficili ma con ricompense maggiori. Infine, ci sono aree “sicure” dove curarsi e allungare anche il massimale dell’energia vitale (sempre e solo per la run in corso).
Da approfondire, ancora, la questione delle “anime”, valuta di gioco che permane anche dopo il game over e che può essere spesa prima di scendere nell’Oltretomba per sbloccare nuovi personaggi (da poter poi trovare come alleati nelle nostre run). Tale sblocco ha però un vantaggio in più. In un sistema a rami, infatti, ogni elemento sbloccato (che sia un personaggio, una formazione o un bonus legato ad elementi di gioco), infatti, fornisce un ulteriore bonus passivo alle nostre statistiche (come un incremento delle energia vitale) che riguarda tutti i personaggi.
Ci sono poi personaggi randomici selezionati dal gioco che possono fornire bonus in anime in caso di selezione come eroe o anche eroi “luminosi” che danno corposi bonus in caso di alleanze. Insomma, Warriors: Abyss ha al suo interno un sistema ludico ben stratificato, molto (forse troppo) legato alle statistiche più che alle abilità, ma che è in grado di creare forte assuefazione intrappolandoci in un loop che trova la sua varietà nell’immenso roster tutto da sbloccare e provare (a cui si sommano i livelli di sfida extra, veramente intriganti).
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Warriors: Abyss presta il fianco a qualche critica. L’impatto generale è buono ma nel dettaglio si nota sia un estenuante riciclo di elementi con ben poca varietà di nemici (ma chi viene dal mondo musou lo sa benissimo) sia un level design sciapo e poco ispirato. Le aree di gioco sono essenzialmente vuote e poco accattivanti, sprecando un’occasione per dar vita a un Oltretomba più iconico e personale.
Un peccato considerando che il versante 2D, ossia gli artwork degli oltre 100 personaggi, offre una cura al dettaglio non indifferente, Cura che viene solo in parte riprodotta nella corrispettiva figura in 3D dei vari eroi. Anche l’interfaccia di gioco è abbastanza “grezza” e poca accattivante ma in compenso è molto chiara e pratica. Per il sonoro, tra effetti e musiche orecchiabili, non abbiamo riscontrato difetti ma neanche particolari pregi.
Da segnalare, invece, la graditissima presenza dei sottotitoli in lingua italiana (nonostante qualche errore qua e là). Infine, su PlayStation 5, non abbiamo riscontrato neanche un calo di frame rate o bug di sorta. Questo, considerando la quantità di nemici ospitati su schermo, è qualcosa che ci ha piacevolmente sorpreso.