Ogni settimana, PlayerOne torna per analizzare personaggi di spicco nel mondo videoludico, i protagonisti (e gli antagonisti) che animano alcune tra le nostre storie più amate. Questa settimana, anche in celebrazione per la conclusione e la fama della fortunatissima serie Arcane, guarderemo da vicino un personaggio che ha al tempo stesso tanto e poco di umano: Warwick, la Furia di Zaun.
Tutti coloro che non avessero ancora goduto di Arcane (e che dovrebbero rimediare il più presto) siano avvertiti, questo articolo conterrà spoiler significativi.
Andiamo a caccia per le strade di Zaun e guardiamo da vicino uno dei licantropi più iconici del mondo videoludico moderno.
La licantropia come maledizione: la prima incarnazione di Warwick
Difficile non conoscere, volenti o nolenti, League of Legends (LoL o League per gli amici), il gioco che ha popolarizzato il genere MOBA e che tutt’ora ne rappresenta il gioiello.
Il mondo di League of Legends è notoriamente mutevole e spesso poco delineato o approfondito. Quando il gioco vide i suoi natali nel 2009 il suo roster era composto da una schiera eterogenea di personaggi senza molto in comune, ognuno con una storia quasi archetipica. E tra questi, troviamo la prima incarnazione del nostro Warwick.
Warwick è un licantropo che un tempo è stato un essere umano. Nativo della città-stato di Zaun, Warwick era uno degli alchimisti di punta, tanto da essere reclutato dalle file della militarista città di Noxus per assistere le loro truppe in un’invasione su larga scala del continente di Ionia. Qui Warwick, assieme al suo apprendista Singed, si guadagnò il soprannome di “Deathmaker,” poiché le sue armi chimiche non facevano discriminazione tra alleati e nemici.
Naturalmente questa sua disumanità e genio sregolato furono causa di una maledizione lanciata dalla Figlia delle Stelle Soraka, una creatura di natura semidivina (nonché Campione giocabile): l’alchimista, come nelle migliori allegorie, si trasformò anche all’esterno in una bestia. Persa ogni traccia di umanità, Warwick continuò a combattere per Noxus, assetato di sangue e preda della furia animalesca.
La prima incarnazione di Warwick soffre di una caratterizzazione e di una storia estremamente semplici perché utilitarie. Si tratta di un difetto comune a tutti i primi personaggi di League of Legends, la cui storia era solo una bozza minima, necessaria a giustificare la loro esistenza nel quadro più ampio di Runeterra, il mondo fittizio del gioco.
La maledizione come scelta: la prima riscrittura
Seguire il percorso della storia e della caratterizzazione dei primi Campioni di League of Legends permette anche di seguire l’evoluzione della storia del gioco stesso. Con il crescere del successo, League si trovò a dover affrontare anche la necessità di soddisfare un pubblico più ampio, che spesso si affezionava ad un Campione abbastanza da interessarsi non solo al suo gameplay, ma anche alla sua storia.
L’esigenza di svecchiare i Campioni, emanciparli dalle loro banalità, ed inserirli in un universo organico portò alla riscrittura di diverse storie. Tra queste, quelle del lupo più famoso della Lega.
Warwick quindi smise le vesti di alchimista per divenire un trafficante di cavie umane. Per soddisfare le richieste sempre più esigenti dei suoi clienti, si trovò a doversi procurare cavie sempre più pericolose. Forse poco saggiamente Warwick decise di ingerire una pozione volta al potenziamento superumano che il collega Singed aveva fabbricato per lui.
L’ingrediente fondamentale, oltre alle zanne di un lupo, era il cuore di Soraka. Tuttavia, respinto dai poteri semidivini della Celestiale, decise di bere la pozione incompleta trasformandosi nel proverbiale licantropo. Sofferente, disumano e mostruoso, sentiva la propria umanità sparire, e per questo riprese la sua caccia incompleta: il cuore di Soraka gli avrebbe permesso di arrestare la sua orribile trasformazione.
Per quanto questa storia rimanga nei fondamenti la stessa, l’interpretazione della maledizione di Warwick cambia drasticamente: non una punizione divina per le malefatte di un uomo assolutamente, quasi comicamente malvagio, ma punizione per la propria tracotanza. E questa trasformazione porta con sé il primo accenno del conflitto che sarà, nelle future riscritture, la cifra definitiva del personaggio: il conflitto tra la bestia e l’umano.
La licantropia come conflitto: il lupo e l’uomo
Nel 2017, League of Legends è ormai un gioco profondamente diverso con standard qualitativi differenti. Warwick è un Campione invecchiato, sotto ogni aspetto, ed ha bisogno di modernizzazione. Per questo alla fine di un lungo processo creativo, che viene riassunto nel termine “rework,” Warwick abbandona il titolo di “Blood Hunter” per assumere l’aspetto che veste tutt’ora, divenendo “The Fury of Zaun.”
Warwick cambia completamente, nel gameplay, nell’aspetto e soprattutto nella storia, tre elementi che convergono per dargli una nuova, più completa identità. La direttiva generale del personaggio è quella del conflitto interiore, la bestia rabbiosa, il predatore apex artificiale che tratta la città come territorio di caccia. In questa incarnazione appare come una leggenda metropolitana incarnata, un colossale lupo bipede e per metà meccanico, che si aggira nelle strade notturne della città inquinata e buia di Zaun.
In questa nuova riscrittura, Warwick è un grande punto di domanda. Le informazioni sulla sua esistenza precedente sono poche: era un criminale di Zaun, aveva legami con una bambina, conduceva una vita miserabile. Warwick è un lupo gargantuesco inebriato dall’odore del sangue, ma ha continui flash del passato, del se stesso prima della trasformazione, di persone a lui care, e dell’uomo che lo ha trasformato.
Le informazioni certe su Warwick si fermano all’identità del suo creatore, Singed – che in questa riscrittura assomiglia molto, ironicamente, ad una fusione dei due vecchi background di Warwick. Dal racconto disponibile sul sito ufficiale, Singed voleva rivelare “la bestia nascosta nell’uomo” rimodellandone il corpo lentamente, al punto da spegnere la maggior parte della sua umanità.
Credendolo morto, Singed si sbarazza di Warwick gettandolo in una fossa comune. Naturalmente il licantropo, ora dotato di una resilienza fisica ed un fattore di guarigione disumani, riesce a sopravvivere. Diviene uno spauracchio delle zone più malfamate di Zaun, una creatura quasi mitica che aggredisce, massacra e divora, mosso solo dalla brama di sangue.
La caratterizzazione di questo Warwick ruota attorno alla lotta inconscia dell’umano, quel poco che sopravvive, nella bestia, estratta con la forza ed incarnata. Quando Warwick scruta i criminali di Zaun, prima di ucciderli, in rari momenti di lucidità vede se stesso. La domanda, forse banale, che sorge nel giocatore è quanta bestia ci sia nell’uomo e quanto uomo nella bestia, quanto sottile sia la linea che li divide.
L’uomo e il lupo, una storia di bestialità
Arcane ha ridefinito la storia di League of Legends ed è stato definito come il primo prodotto completamente canonico della nuova lore del gioco. La serie è ambientata a Piltover, e nei suoi bassifondi Zaun, e riscrive ed approfondisce diversi personaggi iconici.
Nella prima stagione compare il padre adottivo di Jinx e Vi, tale Vander, un pezzo grosso di Zaun che grazie alla sua stazza e alle sue capacità di leadership mantiene uniti dei bassifondi frammentati e ostili. Vander, tuttavia, rimane vittima degli eventi e perde la vita in un conflitto con il vecchio commilitone Silco.
Il capitolo sembra chiuso. Finché Arcane, seconda stagione, non approda su Netflix nel 2024. Alla fine del primo episodio, Singed uccide un lupo ed inizia un profondo, pervasivo lavoro alchemico su una sagoma vagamente conosciuta…
Proprio come nelle diverse versioni della lore, Singed muta un uomo nel licantropo artificiale Warwick. In questo caso, è svelata l’identità dell’uomo che era rimasta estremamente vaga fino ad ora: Vander appare con un aspetto a metà tra l’uomo e la creatura a metà della serie e diviene un protagonista fondamentale delle vicende e motore della ricucitura dello strappo tra Jinx e Vi.
In Arcane si assiste all’approdo della storia di Warwick, durata ben quindici anni: l’uomo con un passato complesso, con delle persone che ama e vuole proteggere, morto per affetto, che combatte il lato bestiale con tutto se stesso; ma che, purtroppo, non riesce a trionfare, mutandosi in una bestia che conserva solo una lontana scintilla di umanità.
Come tutti i personaggi di Arcane, Warwick/Vander potrebbe tornare, la sua storia potrebbe cambiare ancora. Ad oggi, tuttavia, la storia che ci è restituita da Riot Games è sì archetipica (vecchia quanto la storia dell’uomo-bestia Minotauro), ma che riassume un tema molto caro ad ogni tipo di narrazione:
“You made the monster,” bestia ed uomo sono solo due diverse facce della stessa medaglia.