Wildermyth si presenta come un’esperienza di gioco di ruolo (RPG) altamente narrativa, dove la trama, la caratterizzazione e il senso di crescita dei personaggi sono centrali. La sua peculiarità è nell’uso del “myth-making,” un sistema procedurale che genera storie dinamiche, consentendo a ogni partita di sviluppare un racconto unico. Per i giocatori, Wildermyth offre sia un richiamo ai giochi di ruolo da tavolo che una profonda immersione nelle storie dei personaggi.
Nel mondo di Wildermyth, noi ci immergiamo nei panni di eroi comuni che si trovano di fronte a minacce sovrannaturali. Iniziamo come personaggi semplici e ordinari, ma con il progredire della storia, il sistema narrativo li trasforma, intrecciando le loro vicende in una mitologia personale. Ogni eroe ha un carattere unico e un destino che si evolve in base alle nostre scelte. Le decisioni influenzano fortemente sia la personalità che l’aspetto fisico degli eroi, che potrebbero, ad esempio, acquisire corna o diventare creature metà umane e metà aliene. Questo ci consente di creare legami significativi con i protagonisti, che si trasformano in vere e proprie leggende personali.
Wildermyth: Console Edition, come si gioca
Il gameplay di Wildermyth ruota attorno a meccaniche tattiche e narrazione procedurale, mescolando strategia e storie dinamiche. Combattiamo in scenari a griglia dove il posizionamento e la collaborazione tra i membri del gruppo sono cruciali. Potremo personalizzare ogni eroe scegliendo le abilità e migliorandone le capacità tramite una progressione che tiene conto delle scelte narrative fatte.
Un elemento distintivo è la “interfusione“, che permette ai maghi di fondersi con oggetti dell’ambiente, come rocce o alberi, utilizzandoli come potenti armi o scudi, rendendo ogni battaglia unica. Il nostro gruppo di eroi non solo cresce in forza, ma invecchia e sviluppa caratteristiche fisiche e narrative in base alle azioni compiute. Ad esempio, un personaggio potrebbe guadagnare delle cicatrici o persino trasformarsi parzialmente in una creatura diversa a seconda delle interazioni con il mondo e delle sfide affrontate.
Ogni decisione nel gioco ha un impatto: la perdita di un membro del gruppo lascia cicatrici emotive sugli altri, mentre la vittoria offre legami e motivazioni aggiuntive che influenzano la storia. Inoltre, il sistema “legacy” permette di salvare i nostri eroi e riutilizzarli in future campagne, mantenendo abilità, legami e trasformazioni accumulate. Il gameplay, quindi, non è solo una serie di battaglie tattiche, ma una combinazione di scelta, rischio e narrazione continua che crea una profonda connessione tra noi e i personaggi.
La versione console introduce comandi intuitivi e un’interfaccia semplificata, rendendo agevole l’accesso al gameplay complesso, ma la profondità strategica e narrativa rimane intatta.
La versione Console Edition
L’adattamento alla console introduce miglioramenti nell’interfaccia per una fruizione più fluida con il controller. Questa versione mantiene intatta la qualità narrativa e visiva del gioco su PC, ottimizzando l’interazione per l’uso con gamepad.
Le transizioni e l’accesso ai menù risultano semplificati, offrendo un’esperienza altrettanto profonda e accattivante che su PC. Nonostante i pochi cambiamenti rispetto alla versione originale, la console edition consente di apprezzare appieno la complessità del titolo.
Comparto Tecnico
Dal punto di vista visivo, Wildermyth utilizza una grafica ispirata ai fumetti, con uno stile che ricorda il cartone animato fatto a mano. Il design dei personaggi e delle ambientazioni 2D è accattivante, immediatamente riconoscibile e offre una vibrante gamma di colori.
Ogni scena sembra un’illustrazione interattiva che cambia aspetto e atmosfera man mano che progrediamo nella storia. Il comparto sonoro, con le sue musiche orchestrali, amplifica l’impatto narrativo e crea un’atmosfera epica. Il lavoro sui dettagli tecnici è solido e l’ottimizzazione rende l’esperienza di gioco fluida anche nei momenti di battaglia più intensi, conferendo al titolo un aspetto coeso e invitante.
