Sviluppato da Deadpan Games e Gaziter e pubblicato da Chucklefish Games, Wildfrost è un colorato, vivace e crudele deck builder fortemente ancorato ai regolamenti da roguelike. Parliamo di un gioco di carte molto punitivo che punta tutto sul gameplay. Noi abbiamo affrontato il grande freddo su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Wildfrost – un eroe e i suoi compagni
Wildfrost non racconta una storia vera e propria (e l’assenza si sente tutta d è un peccato). Siamo lontanissimi dalla profondità narrativa e dalle atmosfere offerte da Inscryption (qui la nostra recensione), altro deck builder roguelike estremamente accattivante. Ebbene, qui non c’è alcun mistero da svelare anche se il titolo presenta dei vaghi approfondimenti sottoforma di pseudo riviste con tanto di disegni stilizzati ma siamo ben lontani da una storia vera e propria.
Quello che ti basta sapere per poter iniziare a giocare – e soprattutto a perdere – è che ci troviamo in un mondo afflitto da un gelo devastante e che sta consumando ogni cosa. Allo stesso tempo, il mondo si sta popolando di stravaganti nemici pronti pur di sopravvivere. Inoltre, il nostro stesso villaggio è in fase di ricostruzione e gran parte delle strutture hanno bisogno di tempo per ritornare al loro antico splendore.
In tutto questo ci siamo noi, una sorta di deus ex machina a cui spetta scegliere un “leader” da inviare in missione. E di leader ne manderai tanti, davvero tanti. E il libro coi nomi dei caduti diventerà sempre più tragicamente corposo. Il motivo è semplice: Wildfrost non è un gioco facile, tutt’altro. Preparati a un’esperienza ostica e che richiede davvero tanta, tanta pazienza oltre che strategia e fortuna.
Crea il tuo deck
Prima di partire in missione, come anticipato, dovrai scegliere un leader. Il titolo ne offre tre alla volta. Ogni leader ha un suo set di carte iniziali oltre a un determinato set di abilità e valori. Ebbene sì, il leader è una carta vera e propria. Anzi, è la principale carta di tutto il deck, colui che dovrai proteggere fino alla fine (anche perché, se muore… è game over e dovrai ricominciare dal principio). Inoltre, il leader è anche la prima carta che dovrai posizionare sul campo. Quindi la scelta del leader non va presa a cuor leggero anche se, dobbiamo ammetterlo, i primi viaggi che farai in Wildfrost saranno quasi alla cieca, in quanto il tutorial offerto dal titolo è tutto tranne che esaustivo.
Procedendo con ordine, ogni carta ha determinati valori. Oltre all’energia e al valore d’attacco (ossia quanti danni arrecano per ogni attacco), c’è un particolare valore (posizionato in basso sulla carta) che è un vero e proprio countdown. In parole povere, ogni carta deve aspettare un determinato numero di turni prima di poter attaccare. Questo va a compensare il fatto che non c’è alcun costo di posizionamento. A inizio turno, infatti, potrai utilizzare una qualunque delle carte che hai in mano. Infine, quasi ogni carta ha una o più abilità che variano molto e che possono fornire bonus a se stesse o a carte alleate o malus ai nemici.
Questi valori valgono per le carte “personaggio”. Ogni deck può avere un determinato numero di personaggi che potranno essere reclutati man mano nel corso della missione. Raggiunto il limite, dovrai decidere quale personaggio salutare. I personaggi sono carte che, come il leader, possono essere posizionate sul campo e che, ciclicamente, scaduto il countdown, procederanno autonomamente ad eseguire le proprie azioni (che sia attaccare, curare, avvelenare o altro).
Le carte personaggio sono essenziali per sopravvivere alle ondate di nemici che ci attendono e a tal proposito devi sapere che se un personaggio finisce KO, non tornerà (salvo casi particolari) nella tua mano per il resto della battaglia in corso. Anzi, se dovessi vincere la partita, i personaggi finiti KO potrebbero ritrovarsi “feriti”. Questo in termini pratici significa che potrai utilizzarli per le prossime battaglie ma con valori dimezzati. Per evitare i KO, il gioco permette di “curare” le carte personaggio spostandole manualmente dal campo e infilandole nel mazzo. Quest’azione non ci farà saltare il turno ma, ovviamente, renderà il leader (che non può abbandonare il campo) temporaneamente privo di un prezioso alleato.
Ci teniamo a evidenziare l’importanza di avere personaggi sul campo perché il nemico sarà quasi sempre in vantaggio sia numerico che di potenza oltre che ad avere deck coerenti con strategie ben mirate (oltre che varie). E parlando di varietà, i nemici che affronteremo sono sì ostici e spesso crudeli ma anche molto vari. E questo, in un gioco che fa della ciclicità continua il suo cavallo di battaglia, è un buon vantaggio e che allevia l’inevitabile monotonia di fondo.
Parlando dell’utilizzo del mazzo, oltre alle carte in mano a sinistra ci sarà il mazzo con le carte ancora da pescare mentre a destra lapila delle carte utilizzate. Ogni turno potrai utilizzare una carta della tua mano almeno che non deciderai di scartarle tutte per pescare una nuova mano dal mazzo – o in assenza di carte, dagli scarti rimescolati e riposizionati a sinistra. Per fare ciò, dovrai tenere d’occhio una campana posizionata in basso sullo schermo. Questa presenta un countdown simile alle carte personaggio. Finito il countdown, potrai scartare la tua mano e ripescarle senza spendere alcun turno. In caso contrario, se vuoi scartare la tua mano prima del countdown della campana, dovrai sacrificare il tuo turno.
Tornando invece alla composizione del deck, oltre alle carte personaggio, ci sono le carte “azione” (o equipaggiamento/oggetto). Si tratta di equipaggiamento che, salvo oggetti “monouso” potrai utilizzare continuamente ripescandoli man mano dal mazzo che viene rimescolato una volta svuotato. Questa tipologia di carte può offrire vantaggi permanenti (come aumentare un valore d’attacco) o temporanei (come curare dei punti vita). Ci sono anche carte “congelamento” che possono rallentare il countdown di uno o più nemici offrendo vantaggi non da poco.
Il problema è che quasi tutti i vantaggi offerti da queste carte fanno parte delle abilità dei nemici. E saremo onesti, per apprendere tutti i bonus e malus del gioco ci vuole molto tempo e altrettante sconfitte. Il titolo, infatti, può sembrare inizialmente estremamente punitivo, quasi disonesto ma ti assicuriamo che con la dovuta pazienza (e l’immancabile fortuna), riuscirai a trovare una propria strategia oltre a padroneggiare anche tutti i bonus collaterali che il titolo offre.
Uno di questi bonus sono i “ciondoli”, particolari accessori, che potrai ottenere in giro per la mappa o acquistandoli dal mercante, possono essere ancorati a una carta garantendone un bonus permanente di vario genere. Inoltre, dal mercante, potrai acquistare le corone. Questo oggetto garantisce a una carta di apparire nella prima mano di ogni battaglia. Parliamo di due bonus che se ben sfruttati, possono agevolare non poco l’esperienza in Wildfrost.
Traccia un sentiero e poi ricomincia
Ogni avventura ci vede percorrere una mappa ramificata e suddivisa in varie tappe. Ogni tappa è un evento: battaglia, un personaggio da scongelare e unire al deck, un tesoro da aprire pieno di carte equipaggiamento, un santuario con un nuovo ciondolo, una sosta dal mercante, ecc. Tale mappa muta a ogni “partenza”, rendendo ogni percorso a suo modo unico. Oltre alle tappe, infatti, cambiano anche i nemici (boss inclusi).
Come detto, a ogni morte del leader, si perde tutto e si ricomincia dal principio. Questo significa che dovrai ricominciare a costruire il deck e perderai anche tutte le monete (che si ottengono dall’eliminazione dei nemici o in particolari eventi random della mappa), ciondoli e bonus ottenuti. Ma non tutto è perduto. Wildfrost possiede una sistema di avanzamento interno che è letteralmente il nostro villaggio. Qui ogni struttura ha delle “richieste” e “sfide” (come uccidere un determinato numero di nemici, utilizzare determinati bonus o malus, ecc.).
Soddisfare le richieste del villaggio, porterà le strutture ad evolversi e a offrire vantaggi di vario genere. Uno dei più preziosi è quello di avere un “animale”. Trattasi di una carta personaggio che potremo selezionare e inserire sin da subito nel mazzo. Presenti inoltre ulteriori altri vantaggi (sia passivi che attivi) che potrai sbloccare ed eventualmente selezionare di missione in missione. Nonostante ciò, perdere sarà una delle cose che ti ritroverai a fare di più ma non demordere, riuscirai a sopravvivere al grande gelo!
Grafica e sonoro
Graficamente, Wildfrost è un piccolo gioiellino cartoonesco, con una grafica 2D colorata, vivace e che inganna (celando la crudeltà intrinseca del titolo). Buone anche le ambientazioni, abbastanza ben caratterizzati seppur più sottotono rispetto alle carte (vero fiore all’occhiello del titolo). Ottimo il sonoro che si trasforma non appena viene sferrato il primo colpo e che regala tracce orecchiabili, gradevoli e mai fastidiose.
Da segnalare l’assenza dei sottotitoli in lingua italiana ed è infatti richiesto una buona padronanza dell’inglese per poter comprendere al meglio gli effetti delle varie carte (alcuni abbastanza articolati). In ogni caso, non ci troviamo davanti a qualcosa di eccessivamente verboso o complesso. Infine bisogna evidenziare che il titolo si difende bene in entrambe le modalità della Nintendo Switch con quella portatile particolarmente idonea alla tipologia del titolo.