Sviluppato da LightUp e pubblicato dagli stessi in sinergia con Ratalaika Games, Witch Rise è uno sparatutto in prima persona con grafica pixellosa che rievoca un certo effetto nostalgico d’altri tempi. Noi abbiamo vestito di panni di “maiale” magico su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Witch Rise – Specchio, specchio delle mie brame… chi è la più strega del reame?
Dopo il recente Hiriluin (di cui puoi leggere la nostra recensione per Nintendo Switch) Ratalaika Games torna a scommettere su un titolo in prima persona decisamente curioso e stravagante. Ma prima di approfondirne il gameplay, vera anima del titolo, diamo un’occhiata al lato narrativo e, in questo caso, quasi fiabesco.
La protagonista di questa storia è una maialina magica. Hai letto bene, una maialina magica. Perché magica? Perché in origine, la protagonista di Witch Rise era una giovane strega dalle abilità magiche molto evolute e dall’aspetto molto gradevole, oltre che dall’animo gentile e buono. Come è diventata una maialina? Colpa della Fallen Witch, una strega invidiosa e gelosa della protagonista.
Così invidiosa di non essere lei la strega più potente e affascinante dal decidere di scagliare un potente maleficio contro la povera ignara che si ritrova così tramutata in maiale. L’aspetto è cambiato ma i poteri no. Anzi. E, tra l’altro, la nostra protagonista ha tutte le intenzioni di non restare una suina per il resto della vita.
Eccoci quindi in partenza verso un viaggio, abbastanza breve (anche troppo) dove dovremo localizzare ben quattro scettri magici, essenziali per poter infrangere la maledizione della crudele strega. Pronto a un viaggio colorato ma pieno zeppo di nemici da sconfiggere?
DOOM (?) colorato e con le magie
Sì, abbiamo citato DOOM ma non ci riferiamo al DOOM odierno bensì a quello degli esordi e che ha praticamente stabilito le regole degli sparatutto in prima persona. Genere di cui Witch Rise fa fedelmente parte, offrendo un’ambientazione 3D con sprite in 2D. Il problema è che di DOOM, Witch Rise ha molto, molto poco.
Se, infatti, narrativamente, Witch Rise presenta un canovaccio banale e che si consuma praticamente tutto nel breve e muto incipit, fungendo da pretesto fantasioso e dimenticabile, anche il gameplay non riesce a brillare come dovrebbe. Nonostante un impatto iniziale gradevole: merito dell’incontro tra 2D pixelloso e 3D low-poly ben riuscito.
Ma procediamo con ordine, Witch Rise è uno sparatutto in prima persona ma incentrato sul combattimento ravvicinato. La nostra prima arma, nonché l’unica che non richiede proiettili e che quindi può essere utilizzata all’infinito, è uno spada. E qui nascono subito i problemi: la distanza del raggio d’azione. O meglio ancora: quanto distante colpisce tale spada.
Ricordando che la spada è in 2D come i nemici, l’impatto tra arma e mostro è calcolato decisamente male costringendo il giocatore ad avvicinarsi alle creature più del dovuto e ritrovandosi così, più e più volte, a essere involontariamente colpito. Considerando che molti dei nemici, soprattutto quelli che incontreremo nelle prime fasi, sono privi di attacchi a distanza, ritrovarsi a farsi colpire stupidamente da dei lentissimi blob perché ci siamo avvicinati per ammazzarli è… fastidioso.
Ma il fastidio rischia velocemente di diventare frustrazione quando, man mano che andremo avanti, i nemici aumenteranno di numero. Il che non ci agevola perché, non solo saremo imprecisi negli attacchi, ma spesso gli spazi a nostra disposizione saranno decisamente ristretti costringendosi a retromarce disperate per tentare di racimolare pozioni per curarci.
A tal proposito, l’eroe/maiale è dotato di due barre (entrambe potenziabili automaticamente man mano che saliremo di livello sconfiggendo i nemici): quella dell’energia vitale che, se esaurita, comporta il classico game over, e quella della magia.
Quest’ultima è legata al potere dei vari bastoni (o bacchette magiche che dir si voglia) che presto otterremo nel gioco. Ogni bastone ha un suo colpo: che varia per potenza, raggio ed effetti. E questi colpi consumano velocemente la barra della magia quindi non potrai neanche abusarne troppo.
Nonostante ciò, l’introduzione delle bacchette magiche con i colpi a distanza, rende l’esperienza meno frustrante e più sopportabile. Esperienza che comunque può essere completata in una manciata d’ore presentando un livello di sfida incentrato principalmente su due difetti del gioco. Il primo sono le hitbox da rivedere già segnalate il secondo è la gestione della mappa.
Witch Rise presenta quattro biomi diversi, ognuno con nemici diversi, piccoli segreti da svelare (banalmente cercare delle leve per aprire cancelli) e un boss finale (anche questo molto semplice e con attacchi prevedibili). Il problema è che la minimappa da gioco è estremamente sintetica e poco chiara mentre le aree di gioco tendono a diventare labirintiche.
Non tanto per la loro complessità ma perché il level design dei biomi è tutto uguale e quindi smarrirsi è facilissimo. L’unico modo per orientarsi, è memorizzare i nemici e dove escono in modo tale da ricordarsi i vari riquadri. Insomma, prendere dei punti di riferimento che possono anche essere le stanze dove si trovano i mercanti (e no, non vengono segnati neanche questi nella mini mappa).
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Witch Rise è interessante e regala uno stile gradevole e funzionale. Colorato, vivace e con biomi che, seppur pochi, si differenziano bene tra loro, variando anche i nemici (che rimangono comunque di numero esiguo). L’incontro tra pixel 2D e mondo di gioco in 3D funziona, peccato, appunto, per i problemi ludici già segnalati nel paragrafo precedente.
Il sonoro è abbastanza di sfondo, leggero, poco invasivo e altrettanto poco memorabile. Discorso analogo per i pochi effetti sonori che accompagnano un’avventura tanto breve quanto dimenticabile. Da segnalare la totale assenza dei sottotitoli in lingua italiana ma considerando che di testo non c’è quasi niente, è una mancanza che non si nota neanche.
Infine, Witch Rise si difende molto bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo anche se noi suggeriamo la modalità portatile che regala un impatto maggiore ed è anche in linea con il piccolo mondo di gioco promosso da Ratalaika Games.