Dopo aver fatto il suo esordio su PC lo scorso anno, nell’aprile 2019 Witch Thief sbarca anche su Nintendo Switch, pronto a far collassare la pazienza dei possessori della console ibrida. Il titolo realizzato dai ragazzi di Cardboard Keep si presenta come un bullet hell decisamente atipico, in quanto realizzato in 3D, e per questo la difficoltà tende a crescere, in quanto la gestione degli spazi e dei movimenti è molto differente rispetto ai classici bullet hell con visuale dall’alto. Saranno riusciti gli sviluppatori a realizzare un prodotto originale, divertente e non frustante? Puoi scoprirlo soltanto continuando a leggere la nostra recensione!
Tremate, tremate, le streghe son tornate!
La storia di Witch Thief è tanto semplice quanto funzionale al titolo stesso: per farla breve, tutto comincia un bel giorno non precisato di tanto tanto tempo fa, in cui uno stregone decide di aspirare ad un grande potere. Per fare ciò, arriva per non si sa quale motivo, a stringere un patto con un demone. Da quel momento, il mondo comincia a piombare nel caos e, per fermare tale congiura, un gruppo di quattro streghe decide di riunirsi per fermare questo disastro, dato che soltanto con l’unione dei loro poteri c’è la speranza di fermare il cattivone di turno.
Detto – fatto. Le potenti streghe riescono ad intrappolare quest’ultimo all’interno di un grimorio (un libro di magia, ndr) e, per un po’ di tempo, nel mondo torna la serenità e nessuno sente più parlare del crudele mago. Il grimorio però, intriso di quella potente magia, continua a richiamare a sè le anime più deboli, promettendo un incredibile potere a tutti coloro che l’avrebbero sfogliato. A questo punto, attraverso delle ricerche, si viene a scoprire che il libro si trova in un lontano castello, ma il suo potere è talmente grande da non poter essere compreso da chiunque. Soltanto una persona ha la capacità di poterlo fare, quindi la nostra storia comincia esattamente da qui!
Entriamo nel vivo del gioco
Ok, la storia forse non è delle più belle mai viste, ma si tratta solamente di un pretesto per portarti sulla strada della perdizione (della tua pazienza). Il titolo si presenta già dal menù in maniera piuttosto minimale, concedendoti la possibilità di giocare o di variare qualche piccola opzione di gioco, come la sensibilità di movimento, di mira e altre cosine marginali per un gameplay più comodo a seconda delle esigenze di ognuno, com’è giusto che sia.
Nel caso decidessi di iniziare subito e di partire quindi con il supplizio, il gioco ti permetterà di scegliere una delle due modalità disponibili, ovvero la Story Mode o il Dungeon Mode. La differenza tra queste due modalità è piuttosto semplice. Giocando la Story Mode, ti troverai ad affrontare la storia della protagonista e proseguire nel suo viaggio alla ricerca del potente grimorio. Decidendo invece di cimentarti nel Dungeon Mode, dovrai pressapoco fare la stessa cosa, soltanto che le vicende saranno un tantino più difficili da superare e non ci sarà ovviamente alcuna storia da seguire. Insomma, a te la scelta sulla sofferenza minore da scegliere. Fatto ciò, ti verrà chiesto di scegliere una tra le due protagoniste presenti, dato che le restanti sono da sbloccare nel corso del gioco. Ognuna di esse ha le sue personali statistiche e differenti abilità, quindi in base alla tua decisione, anche il gameplay varierà in maniera netta.
Come puoi vedere, entrambe le streghe hanno appunto due modi di affrontare la loro strada in modo decisamente diverso. Scegliendo Charlotte avremo maggiore mobilità, il potere di rubare la magia come abilità attiva mentre la possibilità di riflettere magie come abilità passiva. Dirigendo lo sguardo verso Evelyn, invece, puoi notare che la mobilità si riduce, mentre si hanno dei vantaggi con le abilità, in quanto gode di uno scudo di mana come abilità passiva, che non è affatto un aspetto da sottovalutare. Per cominciare la prima volta consiglierei personalmente Evelyn, ma si tratta ovviamente di un giudizio soggettivo.
Si parte a caccia del grimorio!
Una volta scelta la protagonista, verrai catapultato nel bel mezzo della foresta che dovrai attraversare per poter arrivare all’agognato castello. Fai attenzione però, perchè questo posto brulica di bambole incantate che vogliono la tua pelle, e te lo faranno capire nel modo meno simpatico possibile. Per fortuna, muovendo i primi passi nel gioco, avrai a che fare con un breve tutorial che ti spiegherà le semplici ma efficaci meccaniche di gioco.
Giocando su Nintendo Switch, dovrai quindi utilizzare lo stick sinistro per il movimento, lo stick destro per muovere la telecamera, il tasto ZR per sparare, il tasto A per schivare i proiettili (la schivata consiste nel diventare una sfera magica per un paio di secondi), il tasto B per lanciare l’abilità attiva e infine il tasto ZL per il Focus, ovvero la possibilità di restringere il campo d’azione dei tuoi colpi, in modo da poter mirare più precisamente verso un unico punto. Nel caso tu non lo utilizzassi, i tuoi proiettili verranno sparati un po’ a ventaglio verso gli avversari. Man mano che ucciderai i nemici, inoltre, avrai la possibilità di trovare nuove interessanti armi da poter utilizzare a tuo vantaggio, come palle di fuoco, raggi laser oppure ancora proiettili a ricerca.
Procedendo con l’avventura, avrai modo poi di cominciare a scoprire i primi “abitanti” del posto che, come ho detto poco fa, ti faranno capire di non essere proprio il benvenuto nel loro territorio. Per questo motivo, dovrai avere fin da subito una buona padronanza dei comandi, o in questo bosco incantato ci rimarrai ben poco.
Il gioco, di per sè, si svolge in modo abbastanza elementare e semplice. Ci sono delle zone da attraversare, intrise di nemici, al termine delle quali si trova un mini boss o un boss da affrontare. Ognuno di essi ha diverse fasi da affrontare, alternando colpi sempre diversi e non troppo complicati da aggirare, basta soltanto avere buona memoria per imparare i loro pattern di attacco e buoni riflessi per schivare prontamente i proiettili in arrivo.
Diamo un’occhiata al comparto audio/video
Witch Thief, a primo impatto, ha un aspetto grafico molto gradevole, con dei tratti fumettosi avvolti da un’atmosfera a metà tra gli ambienti di halloween e quelli fantasy. Il tutto risulta molto piacevole da guardare sia in modalità portatile che in versione dock, con dei colori decisamente accesi e sgargianti, riuscendo così a tenere viva l’attenzione del giocatore. Nonostante il comparto tecnico possa sembrare molto curato, su Nintendo Switch si hanno alcuni bruschi cali di frame e pesanti rallentamenti nelle fasi più concitate dell’azione. Un esempio pratico è quando ci si trova ad usare la “Steal Magic” con Charlotte con tanti proiettili intorno. Utilizzando tale abilità, lo schermo arriva anche a fermarsi per qualche decimo di secondo, roba alquanto scomoda quando si parla di bullet hell.
Lasciando a parte i nemici, uno dei pericoli più insidiosi all’interno del titolo è sicuramente la telecamera di gioco. Trattandosi di un gioco in 3 dimensioni, è veramente difficile gestire il tutto in maniera perfetta se non si riesce ad avere un quadro completo della situazione in cui ci si trova. Spesso e volentieri, infatti, ci si troverà a dover affrontare dei momenti alquanto scomodi, con dei proiettili che arriveranno alle nostre spalle senza nemmeno accorgersene. Stessa cosa accade quando ci si avvicina ad un muro: in questi casi non solo la telecamera non arriva in nostro aiuto, ma riesce a complicare ulteriormente le cose, dato che la visuale si stringe in maniera quasi imbarazzante.
Anche l’aspetto sonoro di Witch Thief non convince appieno. Si passa da delle musiche dimenticabilissime del menù, a dei suoni che sembrano quasi robotici ed irreali durante le normali fasi di gioco. Le voci dei personaggi non ci sono, e non sono presenti nemmeno sottotitoli nella nostra lingua. Per carità, non sono aspetti importanti in un gioco come questo, ma per onor di cronaca sarebbero state delle cose carine da vedere.
Passando alle conclusioni…
Witch Thief è un bel progetto, ricco di idee carine ma sfruttate in maniera non troppo saggia. Un gioco come questo richiede molta attenzione, niente può essere lasciato al caso e tutto dev’essere calcolato al millimetro. Ogni singolo proiettile può costarci la vita e, in queste occasioni, la visuale 3D decisamente non aiuta, tantomeno con una telecamera così mal gestita.
Anche in termini di gameplay, purtroppo, il titolo non si fa valere quanto vorrebbe, in quanto diventa spesso ripetitivo e frustrante in varie occasioni. Passando agli esempi pratici, a meno che non si arrivi ad un determinato check point nel corso del livello in corso, alla morte del nostro personaggio saremo costretti a rifare l’intero percorso, con tanto di mini boss a seguito, portandoci via un sacco di tempo e divertimento. Oltre a questo, i nemici da affrontare avranno sempre gli stessi pattern, non modificano mai modalità di attacco e spuntano sempre negli stessi punti della mappa, dando un senso di noia già dopo i primi due tentativi. In conclusione, la carne al fuoco è tanta ma non è stata preparata come si deve. Questo potrebbe essere un gioco adatto solo a chi vuole svagarsi saltuariamente, ma decisamente non consigliato per coloro che cercano una reale sfida senza una dose massiccia di frustrazione.